domenica 3 gennaio 2010

Va cambiato il primo articolo della Costituzione, bufera su Brunetta

Roma, 2 gen. - (Adnkronos) - Le riforme non dovranno riguardare solo la seconda parte della Costituzione, "ma anche la prima, a partire dall'articolo 1: stabilire che l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro non significa assolutamente nulla''. L'intervista a 'Libero' del ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta innesca il dibattito politico, con l'opposizione che insorge mostrando pollice verso ed esponenti della maggioranza che si mostrano più cauti e parlano di un contributo alla riflessione giunto dal ministro Brunetta.

''Come volevasi dimostrare: dai un dito e si fregano il braccio. All'indomani dell'invito del presidente della Repubblica a collaborare per riformare la seconda parte della Costituzione, subito la maggioranza, a cominciare dal ministro Brunetta, si affretta a chiedere di cambiare addirittura l'articolo 1 della Costituzione'', afferma Antonio Di Pietro, presidente dell'Italia dei valori.

''E' il solito disegno di stampo piduista - nota il leader dell'Idv - portato avanti dal governo Berlusconi e dalla sua maggioranza: hanno cominciato dalla giustizia, depenalizzando ciò che prima era reato e proponendo leggi ad personam, per continuare con il lavoro, visto che non riescono a garantire quello che avevano promesso a centinaia di migliaia di lavoratori che oggi si ritrovano in uno stato di assoluta poverta'''.

Sempre in casa dell'opposizione, è l vice segretario del Pd Enrico Letta a sottolineare: ''Noi siamo pronti a una discussione costruttiva in Parlamento per riforme istituzionali condivise ed utili al paese. Sta però alla maggioranza dare messaggi chiari e non controversi. La linea proposta oggi da Brunetta non va in questa direzione e sembra, invece, piuttosto un modo per rendere tutto più complicato. Forse è meglio che il governo e la maggioranza si chiariscano''.

''Al ministro Brunetta va dato il merito di aver detto con grande chiarezza che una parte della destra intende picconare tutta la Cosituzione a cominciare dall'Art 1'', afferma il portavoce di Articolo21 e parlamentare del Gruppo Misto Giuseppe Giulietti sottolineando che ''del resto un gruppo di senatori ha già presentato una proposta di revisione di quello che resta dell'Articolo 21 della Cosituzione. Come premessa per il dialogo non c'è male. Chi sa cosa proporranno quando il clima sarà un po' più animato. Forse - taglia corto Giulietti - una repubblica a reti unificate e la riduzione a zero del controllo di legalità''.

Da parte sua, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti, intervistato da Sky Tg24, a chi gli chiede della proposta Brunetta replica: "Sono del parere che non bisogna mai mettere troppa carne al fuoco, però tutto si può vedere".

Bonaiuti - che sul tema riforme ha scritto una nota congiunta con il presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri, augurandosi un "confronto sui fatti" con l'opposizione - ha ribadito che si può riprendere il cammino dalla bozza Violante, "ovviamente con alcuni cambiamenti, per esempio bisogna rafforzare i poteri del premier, e io ho molti dubbi per quel che riguarda il cambiamento della legge elettorale".

"Convinti però come siamo - proseguono nella nota congiunta Bonaiuti e Gasparri - che con le chiacchiere non si va lontano, restiamo aperti a un confronto soltanto ed esclusivamente sui fatti, partendo anche da basi limitate, per arrivare poi con il tempo, se prevarra' la buona volonta', a risultati maggiori''.

Cauto anche il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli spiega: ''Non sono un entusiasta dell'art. 1 della Costituzione, ma fa parte della nostra storia e penso che se si vogliono fare le riforme adesso bisogna limitarsi a cambiare la seconda parte della Costituzione''.

Mentre il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone sottolinea: "In Italia, l'ipocrisia e il bacchettonismo istituzionale non vanno mai in vacanza: e di ciò è esempio la vera e propria ondata di attacchi contro il ministro Brunetta, che, in realtà, ha offerto un contributo utile di riflessione che andrebbe meditato e discusso, anziché essere oggetto di anatemi. Perchè non pensare, ad esempio, ad un'Italia 'Repubblica fondata sulla libertà e sulla democrazia'? Chi fosse a favore di una simile formulazione dell'art.1 della Costituzione non sarebbe forse libero di esprimere questa valutazione? O siamo dinanzi a un "reato di opinione" perseguito dai soliti gendarmi del "politicamente corretto"? Non se ne può neanche parlare? E' vietato?''.

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