martedì 30 novembre 2010

Mario Monicelli morto suicida a Roma

Il regista viareggino si è ucciso lanciandosi dal quarto o quinto piano del reparto di urologia del San Giovanni
MILANO - Un volo dal quinto piano dell'ospedale San Giovanni di Roma. Scompare così Mario Monicelli, ultimo grande maestro del cinema italiano. Il regista si è ucciso lanciandosi, intorno alle 21 di lunedì sera, dal quinto piano del reparto di urologia dell'ospedale San Giovanni di Roma, dove era ricoverato da domenica. Il cineasta aveva 95 anni e soffriva di un tumore alla prostata. Il corpo di Monicelli è stato trovato dal personale sanitario dell'ospedale a terra, disteso nei viali vicino alle aiuole, a pochi metri dal pronto soccorso. Monicelli non ha lasciato nessun biglietto a spiegazione del suo gesto. Sul posto sono arrivati amici e familiari. Al San Giovanni sono giunti anche gli agenti del commissariato Celio per ricostruire quanto accaduto e la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini. «La tragica morte di Mario Monicelli ci lascia sgomenti e ci addolora profondamente» ha detto la governatrice. La notizia del suicidio in pochi secondi ha fatto il giro del web: commenti, foto, ricordi, riflessioni sono postati velocemente su Facebook e Twitter, mentre su YouTube i video del maestro hanno raccolto numerosissimi clic. >

STANCHEZZA E INSOFFERENZA - Prima il giro per la terapia poi, una volta rimasto da solo nella stanza doppia occupata da lui soltanto, Monicelli ha raggiunto la finestra e si è gettato nel vuoto: questa a quanto si apprende, la dinamica del suicidio del grande cineasta. La tragedia si è consumata nella palazzina principale dell'ospedale. Stando ad alcune testimonianze, il regista aveva mostrato stanchezza e insofferenza per la malattia che lo aveva colpito a 95 anni. «Era stanco di vivere» ha riferito un sanitario. La moglie del cineasta, in giacca nera e pantaloni grigi, è uscita con il volto sofferente e visibilmente provato dalle lacrime, ma con lo sguardo alto, senza dire nulla. Anche il padre del regista, il noto scrittore e giornalista Tomaso Monicelli, morì suicida nel 1946.

Mario Monicelli suicida a 95 anni Mario Monicelli suicida a 95 anni Mario Monicelli suicida a 95 anni Mario Monicelli suicida a 95 anni Mario Monicelli suicida a 95 anni Mario Monicelli suicida a 95 anni Mario Monicelli suicida a 95 anni Mario Monicelli suicida a 95 anni

MAESTRO CAUSTICO - Viareggino, classe 1915, Monicelli è considerato uno dei padri della commedia all'italiana. Negli ultimi anni di vita gli è toccato l'ingrato compito di commentare la morte di numerosi e cari colleghi. Lo ha fatto con arguzia e cinismo e senza sentimentalismi. La vena caustica e amarognola delle sue opere, l'aveva di recente riservata alle sue uscite pubbliche. Aveva preso parte al Viola Day di febbraio e al primo no B day nel dicembre scorso a Piazza San Giovanni. E aveva incitato i giovani a tenere duro: «Viva voi, viva la vostra forza, viva la classe operaia, viva il lavoro. Dobbiamo costruire una Repubblica in cui ci sia giustizia, uguaglianza, e diritto al lavoro, che sono cose diverse dalla libertà». Era stato anche a Montecitorio con i colleghi nel luglio 2009 per protestare contro i tagli al Fus. L'Italia era per lui «una penisola alla deriva». Il suo quartiere «d'adozione» a Roma era Monti, l'antica Suburra, con ancora gli artigiani a lavorare sull'uscio, al quale il cineasta aveva dedicato una delle sue ultime opere. Abitava al 29 di Via dei Serpenti, proprio sopra un noto gelataio. Viveva in un piccolo loft, un bilocale dai colori sgargianti che poteva essere quello di uno studente fuori sede.

«POSSO CAPIRE QUESTO GESTO» - La notizia della scomparsa del regista ha colto di sorpresa il mondo del cinema e non solo. «Quello che è successo mi ha lasciato estremamente basito» ha commentato il produttore Aurelio De Laurentiis. «Io che lo conoscevo profondamente e sapevo della sua grande dignità e del suo desiderio di essere sempre indipendente e autonomo, posso capire questo gesto. Ultimamente aveva perso anche la vista ma fino all'ultimo era stato capace di una deambulazione perfetta. Insomma una persona sana che non tollerava l'idea di poter dipendere da qualcuno». «Sono attonito» ha detto Carlo Verdone, accogliendo con grande sgomento la notizia della morte tragica di Mario Monicelli. «Era probabilmente una persona stanca di vivere, che non sosteneva più la vecchiaia. L'ho apprezzato molto come grande osservatore e narratore - ha aggiunto l'attore romano - anche se a volte con condividevo il suo cinismo. Era gentile, cordiale, ma di poche parole. Un anno fa - ha ricordato Verdone - mi capitò di fargli gli auguri a Natale. Rimase sorpreso: gli auguri, mi disse, non li fa più nessuno». «Non posso andare avanti: devo dirvi che è morto Mario Monicelli. Lo avremmo tanto voluto qui, ma era malato e adesso non c'è più» ha detto Fabio Fazio durante la diretta di Vieni via con me, il programma condotto con Roberto Saviano su Raitre. Il pubblico in studio ha accolto la notizia con un lungo applauso. «Non so che cosa si dirà domani di quello che è successo - ha commentato Giovanni Veronesi -, ma una cosa va detta: non ho mai sentito nessuno che si suicida a novantacinque anni. Era davvero speciale». Veronesi si è detto «scombussolato»: «L'avevo sentito poco tempo fa - ha spiegato - e pur sapendo che era all'ospedale, non lo sono mai andato a trovare. Peccato». «Provo un grande dolore» ha scritto in una nota il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti.
I SUCCESSI - Monicelli esordì nel cinema giovanissimo con il corto, firmato insieme ad Alberto Mondadori, Cuore rivelatore. Padre della commedia all'italiana, con i colleghi come Dino Risi, Luigi Comencini e Steno, è stato regista di oltre 60 film e autore di più di 80 sceneggiature. Quella di Monicelli è stata una vita dedicata interamente al cinema, al ritmo di quasi un film all'anno. Una produzione ininterrotta da I ragazzi della via Paal (1934) fino a Le rose del deserto (2006) e la sua ultima opera, il corto della sua carriera Vicino al Colosseo...c'è Monti, in programma fuori concorso alla 65esima Mostra del Cinema di Venezia. Fra i suoi grandi successi, Guardie e ladri (due premi a Cannes nel '51), nel pieno del suo sodalizio con Totò, I soliti ignoti (nomination all'Oscar), La Grande guerra (1959) trionfatore a Venezia con il Leone d'oro, L'armata Brancaleone (1965). Sono gli anni dell'amicizia con Risi, degli scontri con Antonioni, del controverso rapporto con Comencini, del trionfo della commedia all'italiana e dei "colonnelli della risata". Inventa Monica Vitti attrice comica in La ragazza con la pistola (1968); nel 1975 raccoglie l'ultima volontà di Pietro Germi che gli affida la realizzazione di Amici miei. Nel 1977 recupera la dimensione tragica con Un borghese piccolo piccolo. Seguono fra gli altri Speriamo che sia femmina (1985) e il feroce Parenti serpenti (1993) con cui dimostra di saper leggere le trasformazioni della società italiana con l'acume e la cattiveria di sempre. È del 2006 il tanto desiderato ritorno sul set di un film, rallentato da ritardi e difficoltà produttive, con Le rose del deserto, liberamente ispirato a Il deserto della Libia di Mario Tobino e a Guerra d'Albania di Giancarlo Fusco.

OPERA A NEW YORK - Proprio in questi giorni a New York è stato presentato in chiave retrospettiva un dei film del neorealismo di Mario Monicelli, Risate di Gioia, con Anna Magnani. Il film rientra nell'ambito della retrospettiva che il Linclon Center dedica alla figura di Suso Cecchi D'Amico, che lavorò con Monicelli alla sceneggiatura del film. «Risate di gioia» è stato presentato insieme a una serie di altri sei film del neorealismo italiano.
corriere.it

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Il giallo di Yara, il testimone si è inventato tutto

Aveva detto di averla vista con due uomini. Aperto un fascicolo per il presunto rapimento della tredicenne

NESSUNA NOTIZIA DA VENERDì. la famiglia non e' ricca, improbabile il sequestro per denaro

Il giallo di Yara, il testimone
si è inventato tutto

Aveva detto di averla vista con due uomini. Aperto un fascicolo per il presunto rapimento della tredicenne

Yara Gambirasio (Ansa)
Yara Gambirasio (Ansa)
MILANO - Si è inventato una testimonianza e ora rischia la denuncia. Non esistono i due uomini che erano stati notati parlare con Yara Gambirsario, la tredicenne di Brembate Sopra scomparsa venerdì scorso. Tra le tante persone interrogate nei giorni scorsi c'è stato un diciannovenne del paese, che ai giornalisti e alle tv ha raccontato di avere visto la ragazzina parlare con due uomini vicino a un'auto con le quattro frecce accese, più o meno all'ora della scomparsa. I carabinieri hanno interrogato il giovane e ritengono si sia inventato tutto. Tanto che stanno valutando se denunciarlo. E mentre le ricerche sono riprese stamattina alle 7,30, sono numerose le testimonianze che le forze dell'ordine stanno valutando. Una ragazza ha detto di avere visto un furgone passare a tutta velocità intorno all'ora della scomparsa di Yara, un bambino ha detto di avere sentito delle grida, un uomo è stato rintracciato perché qualche giorno fa era stato sorpreso a fare fotografie nel centro sportivo dove la ragazza si allena con la sua squadra di ginnastica ritmica: ha spiegato di aver scattato quelle foto perché intenzionato ad aprire a sua volta un centro sportivo, e comunque per l'ora della scomparsa ha un alibi. Vista la bella giornata, nelle ricerche di oggi sarà possibile utilizzare anche i sommozzatori, che si immergeranno nel fiume Brembo. LE INDAGINI - Ora si teme il rapimento. Lunedì mattina Sono riprese le ricerche di Yara, giovane promessa della ginnastica ritmica, di Brembate Sopra, di cui non si hanno più notizie da venerdì pomeriggio, da quando era andata a consegnare uno stereo alle compagne di squadra. Alle 18,30 è uscita dal palasport del paese (che si trova a 700 metri da casa) e da allora nessuno l'ha più vista. Il cellulare risulta spento dalle 18,49. Scattato l'allarme un'ora dopo, quando i genitori non l'hanno più vista tornare a casa, sono entrati in azione carabinieri, vigili e protezione civile, che hanno perlustrato gli edifici abbandonati della zona, frequentati dagli sbandati, senza trovare tracce. Il pm Letizia Ruggeri, che coordina le indagini, ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per sequestro di persona.

RICERCHE - I militari del nucleo investigativo provinciale hanno interrogato familiari, amiche, insegnanti, compagni di scuola, vicini di casa senza risultato. Yara aveva molti amici, successi nella ginnastica, buoni voti a scuola e nessun problema in famiglia, quindi nessun motivo per scappare. Anche nelle ultime telefonate e gli sms del suo cellulare non c'era niente di particolare. E la famiglia (padre impiegato, madre educatrice in un asilo nido) non è in condizioni economiche tali da far pensare a un sequestro a fini d'estorsione. Quindi l'ipotesi è quella che la ragazza sia stata costretta a seguire qualcuno contro la sua volontà. I carabinieri della compagnia di Bergamo, che coordinano le ricerche, hanno insediato una base operativa in uno spiazzo in via Marconi nella località Tresolzio, a circa un chilometro dalla casa di via Rampinelli 18 dove vive la famiglia della ragazza: il padre Fulvio (geometra che lavora in una ditta della zona), la madre Maura (educatrice in un asilo nido) e i loro due figli minori, un bambino e una bimba. La via in cui abita la famiglia Gambirasio è presidiata dalle forze dell'ordine, che lasciano passare solo i residenti. Fanno capo al centro operativo sette mezzi dei carabinieri, nove equipaggi della protezione civile, diversi equipaggi della polizia locale del paese e del Consorzio dell'Isola, e lo stesso sindaco di Brembate Sopra. Finora sono stati scandagliati il fiume Brembo e il torrente Lesina, sia a monte che a valle, perlustrando anche le zone intorno alle rive, i pozzi (i vigili del fuoco si sono calati in fondo a uno di quelli che si trovano ancora nelle campagne) e cascinali abbandonati. In uno di essi sono stati trovati tre immigrati addormentati: sono stati portati in caserma per l'identificazione, ma sarebbero estranei alla vicenda.
corriere.it

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«‘U lupu: pronto a uccidere per 200 euro»

Ha seminato terrore e morte tra il 1997 e il 2004 nel sobborgo di SiracusaGiuseppe Raeli è accusato di cinque omicidi e quattro falliti. Trovata pistola con colpo in canna ma non il fucile

Ha seminato terrore e morte tra il 1997 e il 2004 nel sobborgo di Siracusa

«‘U lupu: pronto a uccidere per 200 euro»

Giuseppe Raeli è accusato di cinque omicidi e quattro falliti. Trovata pistola con colpo in canna ma non il fucile

Un carabiniere mostra la foto di Giuseppe Raeli (Laura Fisauli)
Un carabiniere mostra la foto di Giuseppe Raeli (Laura Fisauli)
SIRACUSA – Lo accusano di cinque omicidi, quattro falliti e una serie di danneggiamenti consumati con le armi e con il fuoco. Il procuratore della Repubblica di Siracusa, Ugo Rossi, traccia il profilo di Giuseppe Raeli, 69 anni, arrestato questa notte con l’accusa infamante di essere lui il “Mostro di Cassibile”. L’uomo che ha seminato terrore e morte fra il 1998 ed il 2009 nel sobborgo a dieci chilometri dal capoluogo, adesso si trova in isolamento rinchiuso nel carcere di Cavadonna. E per gli inquirenti c’è anche il movente di quella scia di sangue che non ha una logica: il denaro. Il capo della Procura lo sottolinea più volte. «Raeli era pronto a uccidere per poche centinaia di euro», ha ribadito in conferenza stampa. Un personaggio, quello descritto dai magistrati che sembra uscito fuori da un romanzo di Giovanni Verga. Avaro, anzi avarissimo, con quelli che riteneva fossero i suoi creditori. «Il serial killer – ha aggiunto Rossi – uccideva anche per duecento euro. Voleva farsi giustizia da sé per chi non lo pagava dopo aver effettuato qualche lavoretto». Nel corso di una delle tante perquisizioni in casa del presunto serial killer i carabinieri hanno trovato una cassaforte artigianale. All’interno c’erano ventimila euro in contante con sopra una pistola con il colpo in canna. Come a voler dire, “chi li tocca muore”. LA SVOLTA NELLE INDAGINI - Dopo il ferimento di un imprenditore agricolo, Giuseppe Leone, avvenuto nel marzo del 2009. Il “mostro” utilizza la solita tecnica per entrare in azione. Prima tende la trappola al bersaglio da colpire, poi gli spara con il fucile semiautomatico calibro 12 dileguandosi nel buio della campagna. Questa volta la missione di morte non va in porto. Il “mostro” non raggiunge la sua vittima in parti vitali e per lui sarà l’inizio di un mosaico che con il passare dei mesi si va a comporre. I carabinieri danno un’accelerazione alle indagini e all’interno del garage di proprietà di Raeli sequestrano, quello che in gergo poliziesco viene definito “materiale interessante”. In quel locale – bunker adiacente alla villetta dove abita il serial killer, e dove l’uomo fa il tiro a segno con le armi, vengono sequestrati passamontagna, guanti in lattice e delle cartucce, che poi, all’esame balistico del Ris, sono dello stesso tipo di quelle utilizzate dal “mostro” per seminare il terrore nella piccola comunità di cinquemila anime.

MANCA L’ARMA DEL DELITTO - Non c'è il fucile semiautomatico utilizzato dal serial killer per regolare i conti con le vittime. Subito dopo l’arresto una trentina di carabinieri, con il Ris in prima linea, hanno iniziato a passare al setaccio la villetta su due piani del presunto assassino. In particolare nelle prossime ore verranno sbancati due appezzamenti di terreno che si trovano adiacenti all’abitazione di Raeli. Carabinieri e pubblici ministeri sanno che l’eventuale ritrovamento dell’arma può essere fondamentale ai fini del dibattimento processuale.

Il luogo dell'arresto (Aldo Maltese)
Il luogo dell'arresto (Aldo Maltese)
LA CATTURA - Decine di militari, con l’ausilio di unità cinofile e con un elicottero che ha sorvolato la zona di Cassibile, alle 3,45 hanno bussato alla porta di casa del presunto mostro. Erano state prese le opportune precauzione per timore di una reazione violenta di Giuseppe Raeli, ma ad aprire la porta è stata la moglie. «Che volete», ha detto la donna al comandante della Compagnia di Siracusa, Enrico Pigozzo. «Cerchiamo suo marito», le ha risposto l’ufficiale. Quando è arrivato nella saletta d’ingresso i militari gli hanno consegnato l’ordinanza di custodia cautelare ed hanno disposto il suo trasferimento al comando provinciale di Siracusa, a bordo di un blindato.

IL PERSONAGGIO – Raeli è stato descritto dagli inquirenti come un introverso, un uomo taciturno. A Cassibile lo chiamavano “Pippo ‘u Lupu”. Per tanti anni aveva lavorato come manovratore di pale meccaniche, ma da qualche anno si dedicava a lavori meno faticosi. Sposato e padre di due figli, il suo chiodo fisso erano i soldi. Non parlava mai. Un particolare emerso anche dall’esito negativo delle intercettazioni ambientali. «Non parlava neppure con la moglie, era muto come un pesce», hanno raccontato gli 007 dei carabinieri. Il procuratore Rossi ha definito Raeli «un gran lavoratore» che «riusciva ad accumulare euro sopra euro». Conosceva alla perfezione tutte le campagne che circondano Cassibile e altrettante vie di fuga. Sulle sue presunte “missioni di morte”, non c’è alcun testimone. Il pm Antonio Nicastro, che ha seguito le indagini sul mostro di Cassibile sin dal 1997 non ha dubbi: è lui il serial killer. «Tutti gli omicidi e quelli tentati – dice – portano un’unica firma ed è quella di Pippo ‘u lupu».
CORRIERE.IT

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Cavallo imbizzarrito fugge sulla statale e si schianta contro un'automobile

E' fuggito da una fattoria esistente nella campagna compresa tra Rubano e la frazione Bosco. Ma invece che prendere la via dei campi ha imboccato la strada principale, ritrovandosi nel bel mezzo della statale 11 Padova-Vicenza. Impossibile per il cavallo imbizzarrito e spaventato evitare le molte auto che intorno alle 6 di questa mattina percorrevano la trafficatissima arteria stradale. Il trotter di razza del valore di diverse decine di migliaia di euro si è così andato a schiantare contro una Mercedes, finendo a terra, morto pochi minuti dopo a causa di una copiosa emorragia. Il grosso animale ha letteralmente sfondato il parabrezza dell'auto ferendo, fortunatamente in maniera lieve, il conducente, un 48enne padovano. Il traffico ha subito pesanti rallentamenti. CORRIERE.IT

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lunedì 22 novembre 2010

Colpi di luce

Trama [modifica]

San Francisco. Due adolescenti giocano a nascondino tra i vagoni abbandonati in un deposito delle ferrovie per poi ritrovarsi in un merci a scambiarsi affettuse coccole. Un furgoncino bianco arriva in prossimità del deposito e punta un grosso cannone verso un orologio a cristalli liquidi. I ragazzi copulano, il cannone spara e intorno tutto prende fuoco e si scioglie. Così inizia Colpi di luce, 'magnifico' B-Movie con tutti i crismi del genere: il poliziotto carino e figaccione Ronn Warren(un Erik Estrada che, abbandonata la moto dei Chips sbarca il lunario come può), il professore pazzo che minaccia la città, poliziotti idioti, gli sgherri del cattivo che quando sparano sembrano bendati col l'Erik che schiva le pallottole manco fosse Flash, i classici incidenti che costellano l'immancabile inseguimento in auto, etc, etc, ecc.

Insomma... il cannone di luce riesce a far esplodere i cristalli liquidi degli orologi digitali causando morte e distruzione: riuscirà Ronn Warren a salvare la città?Critica [modifica]

"Ricatto al laser per la città di San Francisco. California. Alcuni criminali minacciano di ridurla ad un mucchio di braci incandescenti se non viene loro corrisposta una somma enorme. Le autorità non cedono e le indagini sono affidate a Ron, abile ispettore in fama di duro (sul tipo 'Dirty Harry' poliziotto all'amianto interpretato anni fa da Clint Eastwood). (...) Come traspare in maniera più che evidente dalla trama, si tratta di un film d'azione, dal taglio tipico dei prodotti del filone giallo-poliziesco. Del resto Enzo G. Castellari è un regista che da sempre muove nell'ambito del cinema spettacolare, con risultati non eclatanti ma, comunque, neanche disdicevoli in forza del suo consumato mestiere. Come, appunto. questo 'Colpi di luce', interpretato da Ennio Girolami, Michael Pritchard. Peggy Rowe, Bob Taylor." ('Il Tempo', 1 settembre 1985)

"Una gran voglia di Stati Uniti ha spinto Enzo Castellari a confezionare questo poliziesco dal ritmo sostenuto, ma dal soggetto banale: tutto rivisitato da altri film di taglio tipicamente americano. Situazione vissute in mille altre storie e in mille altri telefilm. Dal professore maniaco che vuole sterminare una città se non verrà soddisfatta la sua sete di potere e di dollari, all'intrepido poliziotto che da solo compie una mattanza di proporzioni innominabili; dalla morte della bella del poliziotto, agli inseguimenti ventre a terra meglio, motore a terra, su strade e superstrade della metropoli. Tutto sommato, il film ha un pregio, è quello da attribuire all'inconscio provincialismo di Castellari che focalizza la vera protagonista della storia: San Francisco, fotografata con sapienza documentaristica, nel suo nuovo e nel suo antico. San Francisco con i suoi grattacieli e le sue case ottocentesche, con la sua meravigliosa baia, il suo emblematico ponte. Ed ecco allora che la bella del poliziotto vive su una house boat, il poliziotto compie mirabolanti inseguimenti su una stock car (sorta di fuoristrada da competizione), mentre il cattivo di turno lavora nientemeno che con un raggio laser. A fronteggiarlo è, nei panni del tenente Ronnie Warren, quel Erik Estrada noto alle platee televisive per una fortunata serie, quella dei 'Chips' poliziotti intrepidi della stradale californiana." (Andrea Bosco, 'Il Giornale', 3 settembre 1985)

"Forse Castellari non lo sa, ma probabilmente nessuno prima di lui aveva fatto correre le automobili col laser. Un nuovo tipo di carburante? No, diciamo piuttosto un propellente, un pretesto per lanciare auto, camion e furgoni di ogni forma e dimensione nella solita girandola di slalom, carambole e testacoda. Da anni ormai la cifra dei nostri film avventurosi di serie B girati negli Usa è l'incidente automobilistico filmato al rallentatore (meglio se con scoppio finale). Colpi di luce non a eccezione, ma ricorre all'espediente scienziato-pazzo-con-arma-micidiale per scaldare i motori." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 5 settembre 1985)

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giovedì 18 novembre 2010

Il dolore è un dono





Ho trovato questa frase, in un libro. Non so cosa ne pensi... ma è illuminante. E' una delle più geniali spiegazioni sul senso del dolore nella vita degli uomini:

"Il dolore è un dono. Senza dolore, gli esseri umani non conoscerebbero né la paura né la pietà. Senza la paura, non vi potrebbe essere l'umiltà e gli uomini sarebbero dei mostri. Vedere negli altri il dolore e la paura fa nascere in noi la pietà e in questo sentimento sta la nostra umanità, la nostra redenzione." (Koontz, velocity)

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martedì 16 novembre 2010

X FACTOR 12° puntata semifinale 16-11-2010

Siamo in dirittura d’arrivo. E abbassate quelle mani, non c’è nulla da festeggiare, visto che dalla liberazione ufficiale ci separa ancora il temibile ascolto degli inediti, che quest’anno si preannunciano particolarmente brutti, dai primi pre-ascolti. Facchinetti è gasatissimo (e ormai è veramente l’unico, visto che quest’edizione si è caratterizzata anche per un coinvolgimento del pubblico in studio vicino allo zero), soprattutto nel chiamare i giudici. Anna Tatangelo (ah c’è ancora?), Mara, Enrico ed Elio fanno il loro ingresso sul palco, ignorando il conduttore e andando a sedersi.
Le uniche cartucce decenti ce le spariamo subito: si comincia con Carmen Consoli e con la sua “Guarda l’alba”, scritta nientemeno che da Tiziano Ferro. Pezzo bellissimo, di cui però vieterei l’ascolto, cautelativamente, alle figure professionali a più alto rischio di suicidio, visto il testo e la musicalità non propriamente da David Guetta. Facchinetti la intervista, lei dice cose anche sensate, ma i giudici si guardano con aria interrogativa chiedendosi quando arriva la battutVia un ospite, tocca all’altro. Un cantante che ha fatto la storia della musica italiana, il futuro conduttore del Festival di Sanremo, uno il cui fiato, nel dubbio, non vorrei mai sfiorarlo nemmeno a dieci metri di distanza: è il grande Gianni Morandi l’ospite d’onore di questa sera. Le mollette dietro la nuca tengono e per ora le rughe sono contenute; Gianni parla del suo Sanremo e ci rivela i principali motivi per non vederlo: Belen, Elisabetta Canalis, Luca e Paolo che han smesso di far ridere nel 2004, la Tatangelo tra i concorrenti e tanti altri. Per non farci mancare nulla i due conduttori improvvisati, chitarra al collo, si mettono a farci rimpiangere le esibizioni dello zio avvinazzato col Canta Tu dopo il pranzo di Natale, rovinando (o nel caso di Facchi, infierendo) su alcuni “successi” di entrambi.

La prima manche, come annunciato, è proprio dedicata al nostro manone di riferimento. Questo l’ordine dei cantanti in gara: Nevruz, Kymera, Davide e Nathalie.
Si comincia quindi con Nevruz, cui è stato assegnato “C’era un ragazzo che come me” ecc. ecc. Ci mostrano le prove, con un Morandi che, ascoltandolo, pare seriamente vicino a mollare baracca e burattini, stracciare il contratto con Sanremo e presumibilmente lasciare l’Italia. Ma la diretta, si sa, galvanizza Nevruz, che si attiene un filino più del solito all’originale e non fa disastri. Parte a casaccio la sigla e Facchinetti rivela un nuovo incentivo per televotare: tra tutti i votanti saranno estratte 50 persone che vinceranno 500 canzoni gratis di iTunes. Tra cui non rientreranno gli inediti dei concorrenti. Inquadratura per la nonna di Nevruz, che piange e abbraccia Gianni Morandi.
Tra Anna ed Enrico c’è maretta: al voto che ha decretato il tilt martedì scorso, Ruggeri si è alzato di scatto, facendo ruotare la sua sedia all’impazzata. Lì, Annabella s’è spaventata, e rivela, in confessionale, “poteva finire male”. Il primo omicidio in diretta. Al rientro, la Tatangelo si giustifica e viene subissata di fischi. Le certezze della vita. “Sono l’unica che è rimasta senza cantanti”, ma Facchinetti le risponde “ho io un lavoro per te, lancia la telepromozione”. E sbaglia pure in quello, che fenomeno.
È il momento dei Kymera, che cantano “Occhi di ragazza”, materia su cui il duo è sicuramente espertissimo. Davide per l’occasione è stato reso quasi affascinante, mentre Pocahontas è sempre relegato al ruolo di cugino di campagna biondo. Dopo un buon inizio, si perdono un po’ le melodie e l’intero livello cala un po’. Nel corso delle prove ci viene mostrata una caduta rovinosa di Gianni, che nel cadere ha trascinato giù anche Simone dei Kymera, sfiorando la tragedia.
A Davide è stato assegnato “Un mondo d’amore”. Morandi si interessa ai punti del brano in cui il ragazzo prende fiato e i due si scambiano consigli amichevoli. Sul palco, accanto a Davide, c’è anche una ballerina che accompagna le parole cantate al linguaggio dei segni, creando subito quell’imperdibile atmosfera da Tg2 del pomeriggio. Ruggeri sottolinea un ritmo diverso rispetto all’originale, mentre Morandi è entusiasta di lui, lo incensa e gli augura di avere il suo stesso successo (“anche io avevo 17 anni quando ho fatto il primo cd”). Probabilmente Davide conduce una dieta che fa ben sperare al nostro Gianni.
Si chiude la prima manche con Nathalie, che canta “Se perdo anche te”. La canzone più anonima per la cantante più anonima, non fa una piega. Il trucco sopra gli occhi in stile incontro ravvicinato del terzo tipo con Chris Brown non la fa avanzare in femminilità, anche se il suo “gracchiare” sulle note alte di questo pezzo, stavolta, funziona.

In giuria è arrivato anche Gianmarco Mazzi, direttore artistico di Sanremo. Credo che quel sovraffollamento serva per far capire alla Tatangelo che è ora di alzarsi e lasciare libera l’aria.
Ma è il momento degli inediti, si salvi chi può.
Il primo a farcelo sentire è Davide. Scritto da Renga, si intitola “Il tempo migliore”. Davide è sospeso a mezz’aria su un’impalcatura che non sembra propriamente a norma, mentre attorno a lui compare in grafica il testo della canzone. Ha un che di “Mi ritorni in mente” che incontra “Fotoromanza” della Nannini. Sono quei brani che Radio Italia manda in onda alle 3 di notte, quando cerchi di rimanere sveglio in macchina e ti tocca cambiare stazione.
Passiamo a Nathalie, che ci canta “In punta di piedi”. Fingendo di suonare il pianoforte, Nathalie ci offre un inedito musicalmente più strutturato del precedente, con un testo un filino più curato. Il problema principale è che si attende che parta da un momento all’altro e non parte mai. Sul finire lascia il pianoforte e si trascina stancamente per il palco mentre capelli e vestito finiscono in balia del vento, sfidando coi suoi 12 chili i potenti mezzi di Tommassini. Nathalie rimane sul palco a fronteggiare le ovvietà dei quattro giudici con coraggio e afonia.
L’inedito dei Kymera è a firma di Enrico Ruggeri e si intitola “Atlantide”. Ancora devono cantare e già il testo è partito da mezz’ora in sovrimpressione. Sullo sfondo, in compenso, c’è la bandiera della Repubblica Ceca. Per essere uno scarto della selezione delle sigle delle Winx, non è male come mi sarei aspettato prima di sentirlo.
Tocca infine a Nevruz, il cui inedito si intitola “Tra l’amore e il male”, ossia la versione satanica di un successo di Laura Pausini. E ricordiamoci che Nevruz era talmente bravo come cantautore (storia ripetuta di puntata in puntata) che nessun pezzo scritto da lui andava bene. Anche qui scordiamoci ogni pregiudizio, perché a parte l’eccedere nel ritornello e lo sfasamento a bocca aperta della seconda strofa cui ci ha abituato, il pezzo è molto bello e inciso avrà un valore aggiunto. Secondo la Maionchi il pezzo è “tradizionale”, e di solito una stroncatura della Mara è storicamente garanzia di successo.

Congedato Morandi, uno pensa che il peggio sia passato. E invece no, ecco i Pooh, ultimi superospiti della puntata (fortunatamente). Si canta il medley con i ragazzi (tragico) e, per peggiorare la situazione, anche altre canzoni. L’esibizione prosegue per 25 minuti ininterrotti. Quando le colpe dei padri ricadono sui figli.
Facchinetti alle 23.20 stoppa finalmente il televoto e richiama i cantanti sul palco. È tornata Federica Gentile, la pazza urlatrice secondo cui tutto è bello e tutti sono bravi. Verdetto: passano alla prossima manche Nevruz, Davide e Nathalie. Kymera al ballottaggio.

Tornano i tre superstiti per l’ultima canzone.
Comincia Nathalie con Bette Davies’ eyes. Un look da vampira che si atteggia a gothic lolita, mentre un letto di fiori sotto di lei ruota sul solito cerchio tanto caro a Tommassini.
Davide è alle prese coi Simply Red, ma l’ho preferito sul primo pezzo, nonostante fosse di morandiana memoria.
Chiude Nevruz con “Ancora”. Troppo Fiorello che imita Cocciante, nonostante alle sue spalle ci sia una bellissima scenografia, per una volta. Due stecconi uno dietro l’altro e la figuraccia è servita.

Pronostici dei giudici a parte, arriva il secondo verdetto. Facchinetti, prima, annuncia gli ospiti: Elisa, Aldo Giovanni e Giacomo e i Take That. Nientemeno? Verdetto, dicevamo: vanno direttamente in finale NATHALIE e DAVIDE. Nevruz torna al ballottaggio.

Un po’ a sorpresa, i Kymera sfideranno così Nevruz. Il gruppo canterà “The phantom of the opera”, mentre Nevruz risponderà con “Pigro”. Si chiude coi pezzi a cappella: “Non me lo so spiegare” versus “Meditazione”, che, cito testuale, sarebbe “una canzone del balletto di bronzo”. Deliri finali.
Siamo al voto dei giudici, dopo i trenta secondi di consueta musichetta.
Enrico Ruggeri elimina NEVRUZ
Elio elimina i KYMERA
Anna Tatangelo elimina i KYMERA
Mara Maionchi elimina i KYMERA
I Kymera sono gli ultimi eliminati di X Factor 4. E anche Enrico Ruggeri fa ciao ciao con la manina alla finale e la finale, per la prima volta, sarà una sfida a due tra Mara ed Elio. Proprio nell’anno in cui partivano in 4, non fa una piega.

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domenica 14 novembre 2010

Bimbo esce vestito da Spiderman, ucciso per errore da una gang

Los Angeles in lutto per il piccolo Aaron, 5 anni, colpito alla testa da due killer che hanno sparato a caso

la tragedia durante i festeggiamenti per halloween

Bimbo esce vestito da Spiderman,
ucciso per errore da una gang

Los Angeles in lutto per il piccolo Aaron, 5 anni, colpito alla testa da due killer che hanno sparato a caso

L'ultima foto di Aaron Shannon jr, 5 anni, in costume da Spiderman
L'ultima foto di Aaron Shannon jr, 5 anni, in costume da Spiderman
WASHINGTON – Hanno ucciso l’Uomo Ragno. Si chiamava Aaron Shannon jr ed aveva solo 5 anni. Lo hanno ucciso per errore due membri di una gang di Los Angeles. Ieri, circa 400 persone si sono radunate per dargli l’ultimo saluto. Quella di Aaron è la storia di come un innocente possa morire nella «città degli angeli». Siamo alla vigilia di Halloween, nelle case americane ci si prepara per la festa. Cestini con dolciumi e caramelle vicino alla porta, addobbi per chi se li può permettere, altrimenti una semplice zucca a far colore. Oppure nulla. Aaron è felice. Ha avuto il costume che desiderava, quello di Spiderman, l’uomo ragno. Lo voleva già l’hanno prima, ma i suoi genitori non avevano i soldi per acquistarlo. Questa volta ci ha pensato il nonno a fargli il regalo. Il 2 novembre il bimbo lo indossa il costume e va fuori a giocare. Aaron è la mascotte nella strada, la 84esima Est, quadrante sud di Los Angeles. Area difficile, terra di bande giovanili. Allegro, scherzoso, Aaron non è ancora abbastanza grande per sapere che in quella zona il pericolo può davvero essere dietro l’angolo. Ed è quello che accade. Il bimbo è sul retro dell’abitazione insieme allo zio e al nonno. Quest’ultimo gli sta scattando una foto: Aaron è in posa, con le braccia in alto a fare i muscoli. Poi corre via imitando il suo eroe. E’ scatenato, felice da impazzire. Fa un capitombolo e dice: «Mi sono fatto male ad una mano». Il nonno lo tranquillizza: «Nessuno può far male a Spiderman».

Da lì a poco capirà quanto sia sbagliata questa frase. Due giovani si avvicinano alla casa e, senza dire una parola, sparano: Aaron è centrato da un proiettile alla testa, restano feriti in modo lieve il nonno e lo zio. Portano il bimbo all’ospedale Ucla-Harbour e lì si chiude la breve vita di Aaron Jr. Spira alle 22. La polizia, grazie ad una segnalazione, arresta i killer. Marcus Denson, 18 anni, e Leonard Hall jr, 21, entrambi membri della gang Kitchen Crips. Sono entrati nella zona di una banda rivale per uccidere qualcuno a caso, una vendetta per un attacco subito il giorno prima. Ed hanno preso di mira le persone sbagliate. Un gesto da codardi pagato da Aaron, il bimbo che voleva essere per una notte l’Uomo Ragno.
corriere.it

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sabato 13 novembre 2010


CINICI, INFAMI e VIOLENTI DAY
una domenica completamente dedicata al cinema poliziesco italiano anni '70, in occasione dell'uscita del libro
“ANCORA PIU'... CINICI, INFAMI e VIOLENTI - DIZIONARIO DEI FILM POLIZIESCHI ITALIANI ANNI'70”
(Bloodbuster edizioni)

DOMENICA 5 DICEMBRE
Circolo MAGNOLIA
via Circonvallazione Idroscalo 41- SEGRATE (MI)

PROGRAMMA:

ore 14,00
Apertura porte

ore 14,30
proiezione del mediometraggio “CALIBRO '70”
(Alessandro Rota, 2008)

ore 15,30
OMAGGIO A STELVIO MASSI
proiezione del film “IL COMMISSARIO DI FERRO” (Stelvio Massi, 1978);
incontro con l'attore MASSIMO MIRANI, coprotagonista del film proiettato;
presentazione del libro “POLIZIOTTI SENZA PAURA: STELVIO MASSI E IL CINEMA D'AZIONE” di Fulvio Fulvi (Il Foglio Letterario, 2010)
saranno presenti l'autore e Mario Gerosa, scrittore e critico cinematografico

ore 18,30
MUSIC & VIOLENCE
Pierluigi Valentini della DIGITMOVIES
presenta la collana di CD
“THE ITALIAN POLICE MOVIES ORIGINAL SOUNTRACK ANTHOLOGY”
e l'ultima uscita della serie “IL GIUSTIZIERE SFIDA LA CITTA'” (Franco Micalizzi)

ore 19,30
APERITIVO IN MUSICA
con dj set a tema

ore 20,30
proiezione del documentario
“ITALIA 70 – IL CINEMA A MANO ARMATA”
di Max Croci e Steve Della Casa
saranno presenti gli autori

ore 21,00
BLOODBUSTER presenta il libro
“ancora più... CINICI, INFAMI e VIOLENTI DIZIONARIO DEI FILM POLIZIESCHI ITALIANI ANNI '70”
e anticipa i prossimi volumi in uscita

ore 21,30
OMAGGIO A UMBERTO LENZI
incontro con il regista che presenterà il suo libro
“MORTE AL CINEVILLAGGIO”
(Coniglio editore, 2010)

a seguire:
VIDEOCOMMENTO LIVE
del film “L'UOMO DELLA STRADA FA GIUSTIZIA” (Umberto Lenzi, 1975)
con Umberto Lenzi, Mauro Gervasini, Davide Pulici


e inoltre:

Spazio espositivo/commerciale a cura di BLOODBUSTER;
Raduno auto anni '70 a cura di GIULIA '70 (www.giulia70.it);
Mostra fotografica del CALENDARIO A MANO ARMATA 2011

INGRESSO LIBERO CON TESSERA ARCI
(per chi dovrà fare la tessera in giornata sconto 5 euro sull'acquisto in loco del volume “ancora più... CINICI INFAMI E VIOLENTI – Dizionario dei film polizieschi italiani anni '70”)

Per ulteriori informazioni:
Bloodbuster 02 29404304
info@bloodbuster.com

VI ASPETTIAMO NUMEROSI!!!

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giovedì 11 novembre 2010

Romanzo criminale, verso il tragico epilogo

ROMA - Gli anni '80 con la smodata voglia di arricchirsi a tutti i costi, gli intrecci con i servizi deviati ma soprattutto l'auto-disgregazione: la banda (della Magliana) e' all'epilogo finale. Dal 18 novembre su Sky Cinema 1 e Sky Cinema Hd arrivano, preceduti da grande attesa dei fan (150 fan page su Facebook, 5 milioni di visualizzazioni di video su YouTube, 135 mila dvd venduti) i 10 nuovi episodi di Romanzo Criminale 2.

Acclamata dai critici, apprezzata dal pubblico, la serie italiana, prodotta da Cattleya e Sky Cinema, con un cast tutto giovane, da Vinicio Marchioni-il Freddo a Alessandro Roja-il Dandi, e un regista non noto (Stefano Sollima), e' diventata due anni fa un fenomeno e un esempio di tv di qualita', di un'altra fiction possibile. E ora, venduta in 40 paesi (in Francia e' stato il caso tv dell'estate) si appresta a sbarcare in America: oggi Sky ha annunciato che Hbo ne ha preso i diritti.''C'era una grande aspettativa da non deludere, bisognava reggere il tiro della prima serie - ha detto Nils Hartmann di Sky presentando stamattina la seconda stagione -: la ricerca della qualita', l'attenzione al dettaglio senza compromessi, la passione per questo prodotto sono stati una guida''. Stasera al the Space Moderno a Roma, con tanto di red carpet, la premiere come fosse un film alla presenza di James Murdoch, che arrivera' apposta da Londra per vedere il gioiellino della fiction Sky. La prima puntata si apre con un lontano flashback, con quei quattro ragazzini di strada che gia' maneggiano coltelli e si atteggiano a bulletti violenti, nella periferica Magliana del 1963.

Ci si ritrova nello stesso posto sfigato nel 1981, quando tre proiettili al petto e uno in testa hanno freddato di notte per strada il Libanese (Francesco Montanari), il criminale che, con la sua banda, voleva essere un nuovo imperatore romano. C'e' chi non si rassegna a quella morte, come il Bufalo (Andrea Sartoretti) che arriva a rubare la bara dall'obitorio per ricordare l'amico come avrebbe voluto pure lui, ossia a bere, mangiarci su una cacio e pepe e a tirare di coca. Ma la rivalita' sull'eredita' criminale, tra il Freddo (Vinicio Marchioni) e il Dandi (Alessandro Roja) e' destinata ai peggiori risultati, anche se all'inizio l'importante e' trovare gli assassini del Libanese, incalzati dal commissario Scialoja (Marco Bocci), con l'ombra dei servizi deviati e della mafia di zi' Carlo.

''La seconda serie e' la parabola finale, la guardi soprattutto chi ha criticato nella prima stagione la presunta esaltazione del mare'', ha detto Giancarlo De Cataldo dal cui omonimo libro pubblicato da Einaudi e' stata tratta la serie scritta da Daniele Cesarano con Barbara Petronio, Paolo Marchesini e Leonardo Valenti. Gli episodi veri finiti nella serie, come il rapimento di Emanuela Orlandi, non vengono svelati, ma ''il punto di vista e' quello dei ragazzi della banda e la loro conoscenza parziale dei fatti via via che accadono, una nebbia che non si dirada mai, come sempre in Italia quando strada e palazzo hanno qualcosa di male in comune''.

Per Riccardo Tozzi, presidente della Cattleya motore del progetto con Sky Cinema, ''Romanzo Criminale rappresenta qualcosa di rivoluzionario, un film d'autore e al tempo stesso un seriale con tutti i meccanismi della narrazione tv. Questa serie e il suo successo diventato fenomeno dicono molto del paese, della sua grande vitalita' culturale, della domanda che c'e'. Il paese e' meglio di quello che sembra e anche la tv puo' essere meglio di quello che con tristezza vediamo tutte le sere''. Peccato che finisca, ''e' il limite del nostro modello - ammette Tozzi -: da una parte la potenza del romanzo, dall'altra la parola fine all'ultima pagina''. Comunque altri progetti, per ora senza annuncio ufficiale, metteranno di nuovo insieme per una lunga serie tv Sky Cinema e Cattleya.
ansa

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Scherma: Mondiali, fiorettiste d'oro

PARIGI - L'Italia ha vinto l'oro nel fioretto femminile a squadre ai Mondiali di scherma in corso a Parigi. In finale le azzurre (Valentina Vezzali, Arianna Errigo, Elisa Di Francisca) hanno battuto la Polonia 45-37. La medaglia di bronzo va alla Corea del Sud che ha sconfitto 45-42 la Germania.ansa

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Addio manicomi, chiusi ultimi 3 privati al Sud

ROMA - Dopo 32 anni dalla legge Basaglia l'Italia dice definitivamente addio ai manicomi. Ultimi a chiudere i battenti, tre ex ospedali psichiatrici del Sud, due in Puglia e uno in Sicilia, istituti privati accreditati che hanno trasferito i loro ospiti, quasi trecento in tutto, in strutture residenziali che adesso dovranno essere nuovamente accreditate dalle Regioni. La fotografia del superamento definitivo delle strutture ex manicomiali arriva dalla relazione al Parlamento del ministero della Salute, che dal '99 aveva il compito di monitorare l'andamento dei programmi regionali.Nonostante la chiusura dei manicomi fosse gia' prevista dalla legge 180, infatti, il percorso per arrivare alla presa in carico sul territorio dei pazienti psichiatrici e' stato lento, anche per le difficolta' delle Regioni a reperire il personale e a rendere effettivamente disponibili le piu' 'moderne' strutture residenziali. La chiusura degli ex ospedali psichiatrici pubblici (75 ancora in vita al censimento del 1996) si era conclusa nel 2005, mentre a quella data (cui risale anche l'ultima relazione del ministero) erano ancora funzionanti quattro strutture private, quella di San Colombano al Lambro (che ha concluso la fase di passaggio degli ultimi 69 pazienti alle strutture residenziali accreditate nel 2007), quello di Santa Maria di Foggia, il Don Uva di Bisceglie e il Villa Stagno di Palermo.

Ora che anche i malati (117 al S.Maria e 158 al Don Uva in Puglia e 18 a Palermo, tutti classificati come ''non psichiatrici'') sono stati trasferiti in strutture residenziali interne agli istituti, per Massimo Cozza, segretario della Cgil Medici, che partecipo' all'osservatorio sul superamento dei manicomi, costituito nel '95, ''possiamo dire che finalmente anche gli ultimi manicomi sono chiusi. E' una buona notizia''. Ma la partita non sara' completamente ''vinta'' fino a quando non si risolvera' la questione degli Ospedali psichiatrici giudiziari ''ex manicomi criminali ancora vivi e vegeti, con piu' di 1.000 pazienti ancora tenuti in condizioni disumane, come hanno dimostrato le indagini della commissione d'inchiesta giudata da Ignazio Marino''.

Senza contare, aggiunge Cozza ''che non e' ancora concluso in modo adeguato il percorso di costruzione della rete dei dipartimenti di salute mentale sul territorio per tentare di dare risposte esaurienti ed adeguate ai bisogni di salute mentale''. A distanza di 32 anni, insomma, ''serve un impegno maggiore da parte di tutti per attuare i principi ancora validi della legge Basaglia''.
ansa

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mercoledì 10 novembre 2010

L'Antitrust apre procedimento contro Sky per i mondiali di calcio Presunto abuso di posizione dominante. L'emittente satellitare: «Stesse modalità di

[Esplora il significato del termine: ROMA - L’Antitrust ha aperto un procedimento per presunto abuso di posizione dominante nei confronti di Sky, in relazione all’offerta relativa ai Mondiali di calcio 2010. Lo rende noto la tv satellitare, precisando che l’azione dell’Antitrust è basata su un esposto presentato da Mediaset nello scorso maggio. «Siamo molto sorpresi dal fatto che l’Antitrust agisca oggi sulla base di questo esposto», dice Sky, «visto che non solo i Mondiali 2010 si sono conclusi da tre mesi, ma ben 4 anni e sette mesi fa Sky Italia ha trasmesso i mondiali 2006 di Germania con le modalità di fruizione simili per i telespettatori a quelle dell’edizione 2010». (fonte: Ansa)] ROMA - L'Antitrust ha aperto un procedimento per presunto abuso di posizione dominante nei confronti di Sky, in relazione all'offerta relativa ai Mondiali di calcio 2010. Lo rende noto la tv satellitare, precisando che l'azione dell'Antitrust è basata su un esposto presentato da Mediaset nello scorso maggio. «Siamo molto sorpresi dal fatto che l'Antitrust agisca oggi sulla base di questo esposto», dice Sky, «visto che non solo i Mondiali 2010 si sono conclusi da tre mesi, ma ben 4 anni e sette mesi fa Sky Italia ha trasmesso i mondiali 2006 di Germania con le modalità di fruizione simili per i telespettatori a quelle dell'edizione 2010». (fonte: Ansa)

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X FACTOR 11° puntata 09 novembre 2010

L'attesissima undecima puntata di X Factor inizia nel migliore dei modi: i giudici si dimenticano di entrare in studio e se ne fregano altamente della presentazione di Facchinetti. Elio addirittura sbuca in studio da non si sa dove vestito come un confetto nuziale… se il buongiorno si vede dal mattino…
Ma gli ascolti devono decollare subito e quindi parte subito la clip di presentazione di Morgan che entra in studio mostrando tutti i suoi limiti vocali, messi in ombra dopo il successo acquistato con X Factor. La canzone è il famoso pezzo escluso da Sanremo e mostra invece i suoi limiti da compositore e cantautore
Subito dopo entra Simona Ventura, che almeno ha la decenza di cantare in play black…. peccato però che non riesca a seguire mezza parola a tempo. Tutto sommato esibizione simpatica, almeno non ha la pretesa di essere una pop star come il suo predecessore.
E infine entra anche Claudia Mori… bon due parole di circostanza e viene subito liquidata, finalmente si può iniziare.

Si parte con la prima manche, l’ordine sarà: Davide, Nevruz, Kymera, Nathalie e Stefano

Davide apre la serata con “In the name of love” degli U2. Vestito come un anziano motociclista, questa volta l’esibizione di Davide non è affatto impeccabile e l’esibizione è piena di imprecisioni. Enrico e Mara apprezzano, Elio sottolinea le pecche della prova, Anna ammette “sei il mio preferito”. Via, alle 21:24 abbiamo già capito chi uscirà questa sera.
Videoclip sulle cause del ballottaggio di Nevruz … aumenta la paura che possa uscire uno dei pezzi forti prima della finalissima? Elio commenta: Nevruz non vuole vincere X Factor, Nevruz vuole portare l’arte al popolo…. e cos’altro? Moltiplicare pani e pesci?
Ad ogni modo questa sera Nevruz canta “Pigro” di Ivan Graziani: canottiera da marinaretto, petto villoso e camminata da modella in crisi d’astinenza da cocaina. A prescindere dall’aspetto questa volta l’esecuzione vocale non è niente male, molto coinvolgente e soprattutto finalmente intonato. Morgan apprezza, la Ventura lo stronca, la Mori si arrabbia perché la regia invece di inquadrarla preferisce tenere la telecamera fissa sulla nonna di Nevruz
Bon, dopo un quarto di programma dedicato a Nevruz si va avanti ed il momento dei Kymera che cantano “She”. Davide finalmente scopre l’esistenza del gel e ci viene presentato finalmente in studio pettinato come un cristiano normale. Performance particolare e raffinata, ma i continui falsetti di Simone potrebbero risultare irritanti con il passare tempo. La commissione interna apprezza, per quanto riguarda gli esterni viene finalmente data la parola alla Mori, che però viene costretta ad esprimere un parere che le suggerisce Morgan sottovoce…. questa entro la fine della serata sclera sul serio.
Si passa all’unica donna in gara Nathalie che come primo pezzo presenta “Under the bridge” dei Red Hot Chili Peppers. Poca grinta, la presenza scenica lascia sempre a desiderare e dimentica anche le parole ma tutto sommato esibizione sufficiente… resta sempre la sensazione che per evitare il ballottaggio Nathalie debba sempre dimostrare qualcosa di più. I giurati infatti la demoliscono… abbiamo la vittima sacrificale della serata?
E’ il momento di Stefano che stranamente viene presentato senza polemiche. Canta “Mano a mano” di Rino Gaetano ed è inutile ripetersi, i limiti tecnici restano evidentissimi. Anche questa sera i giurati lo elogiano, la Mori è emozionatissima e fatica anche a parlare… ma vogliono farlo vincere seriamente?
Prima della chiusura del televoto fanno esibire subito Rihanna: esecuzione live e mostra di avere anche la voce a differenza di molte sue altre colleghe pop. Breve intervista e viene subito liquidata… avranno paura che Facchinetti faccia il buffone come le altre volte.
Chiuso il televoto, è arrivato il momento del primo verdetto della serata. Passano il turno: Davide, Nevruz, Stefano e Nathalie. I Kymera sono i primi candidati all’eliminazione della serata… secondo Ruggeri sono stati liquidati troppo in fretta dai giurati.
La seconda manche viene introdotta a un duetto tra Morgan e Anna Tatangelo con “Tu si na cosa grande”, coppia improbabile e poco affiatata ma tutto sommato la performance è molto coinvolgente. Splendida la voce della Tatangelo… Morgan invece avrà l’onore di accompagnare i concorrenti durante la seconda manche.

Inizia Stefano con “Non arrossire”, titolo quanto mai azzeccato. Ha stonato dall’inizio alla fine, Anna ed Enrico lo elogiano… ma scherziamo? Si rasenta seriamente il ridicolo. Morgan si prende la colpa per le imprecisioni del ragazzo.
Nevruz e Morgan interpreteranno “Home” dei Depeche Mode… si saranno scambiati la coca durante le prove? In effetti i presupposti ci sono tutti: Morgan trema in piedi di fronte al piano, Nevruz muove la bocca in senso antiorario e fa strane smorfie. Ad ogni modo, forse anche grazie all’aiuto di Morgan, Nevruz ha tirato fuori la sua miglior esibizione in assoluto e forse anche la migliore della serata.
Intanto Mara diventa una qualsiasi valletta di Sanremo: al pianoforte il maestro Morgan, dirige l’orchestra Beppe Vessicchio, con “Sally” canta Davide. Niente da fare, oggi il ragazzo non è in serata, altra esecuzione assolutamente mediocre. Tutti i giurati però lo elogiano e lo trovano pronto per un futuro roseo nel mondo della discografia, alè…
Chiude la serata Nathalie con “Blue”: Morgan dichiara subito di non conoscere il pezzo, si parte nel migliore dei modi. Abito da sera lungo ma decisamente pacchiano, con il quale presumibilmente si vuole creare un atmosfera elegante e raffinata e il risultato non tarda ad arrivare: atmosfera magica, ottima voce e interpretazione intensa…. una performance di qualità, finalmente!

E’ arrivato il momento della busta, Morgan ammette che il più debole è stato Stefano e parte un applauso generale da parte del pubblico. Assisteremo all’ennesimo scandalo? Apriamo ‘sta busta, arrivano certamente in semifinale: Nevruz (in lacrime), Davide e Nathalie.
Anche Stefano unico cantante a non essere mai andato al ballottaggio, affronterà lo scontro finale contro i Kymera
Inizia subito l’ultimo scontro: il gruppo di Ruggeri parte con “Adagio”, gli urletti striduli adesso iniziano a diventare seriamente fastidiosi. “Quanto t’ho amato” per Stefano, che resta effettivamente la sua miglior esibizione di sempre. Infine “Breath” per i Kymera, “La musica è finita” per Stefano, si spera che il titolo sia quanto mai profetico. In questo caso il divario è nettissimo, tutto a favore per l’unico gruppo rimasto in gara. Stefano molla anche l’ultima stecca potentissima prima di chiudere.
Voto finale:
Mara Maionchi elimina I KYMERA
Enrico Ruggeri elimina STEFANO
Elio elimina STEFANO
Anna Tatangelo elimina I KYMERA, lavandosene le mani.
E ancora una volta in questa edizione di X Factor i giudici contano quanto il due di picche a briscola, si va in Tilt e deciderà il pubblico. Dopo i soli 200 secondi di televoto, il pubblico elimina STEFANO.
Ottima conclusione per una puntata e per un’edizione che stava prendendo una piega decisamente brutta, per fortuna tra il pubblico c’è gente molto più competente della signora D’Alessio.
A martedì prossimo!
realityhouse.

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lunedì 8 novembre 2010

E' stata Sabrina a uccidere Sarah" Sopralluogo Ris in casa Misseri

Taranto, 6 nov. (Adnkronos/Ign) - Un sopralluogo dei carabinieri dei Ris è stato effettuato questa mattina nella casa di Michele Misseri, il contadino di Avetrana in carcere dal 7 ottobre con l'accusa di aver ucciso la nipote Sarah Scazzi. Lo confermano fonti investigative che specificano come questi atti servano per definire compiutamente il quadro dell'inchiesta in vista sia dell'udienza del Tribunale del Riesame, prevista per martedì, che dell'incidente probatorio nel corso del quale lo stesso Misseri dovrà essere interrogato, la cui data non è stata ancora fissata. Entrambi questi momenti dovranno tenere conto, ovviamente, dell'interrogatorio di ieri sera nel corso del quale Misseri avrebbe ritrattato la sua precedente confessione accusando la figlia dell'omicidio. Quanto a lui si sarebbe limitato all'occultamento del cadavere.Nell'interrogatorio durato cinque ore, l'uomo avrebbe inoltre affermato di non aver violentato la nipote. Ad ascoltarlo il pm della Procura di Taranto Mariano Buccoliero, il procuratore aggiunto Pietro Argentino, il colonnello dei carabinieri Antonio Russo, comandante del Reparto Operativo dell'Arma, e da un certo punto in poi anche il procuratore capo Franco Sebastio.

La nuova svolta di questa vicenda è giunta dopo il colloquio nel primo pomeriggio di Misseri con il suo avvocato d'ufficio Daniele Galoppa e con la consulente criminologa Roberta Bruzzone.

L'interrogatorio effettuato ieri non vale come incidente probatorio ed è stato sottoposto a segretazione.yahoo

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domenica 7 novembre 2010

Cervello, capelli, unghie... I 10 luoghi comuni da sfatare

Da "La potatura rinforza gli alberi" a "Non esistono più le mezze stagioni", la cultura popolare è farcita di luoghi comuni. La loro veridicità è dubbia, soprattutto se di mezzo c'è la scienza, ma ripetere frasi già sentite per spiegare la realtà dà sicurezza. Incurante del nostro bisogno di adagiarci sui dogmi, la giornalista scientifica Michele Collet di Environmental Graffiti 1 ha scardinato i luoghi comuni sul corpo umano, spiegando che non usiamo solo il 10% del cervello e che toccare un rospo non fa venire le verruche. I biologi questo lo sapevano già e per i neurologi l'uso completo del cervello non è una novità. Ma non è bello credere che la mente nasconda sottotracce di genio inutilizzate?

Andando con ordine, il primo mito che la Collet demolisce è quello che non bisogna svegliare i sonnambuli. Secondo lei è più pericoloso lasciare che uno cada e si spacchi la testa che non svegliarlo. La psicologa e life coach Clorinda De Marco non la pensa così: "Sarebbe opportuno lasciarli in pace: svegliandoli si può scatenare una reazione aggressiva, provocare stati confusionali e momenti di dissociazione. In alcuni casi si sono verificati attacchi epilettici". Per lo psicologo studioso del sonno Luigi De Gennaro, dell'università La Sapienza di Roma, non c'è niente di pericoloso nello svegliare i sonnambuli: "Questo fenomeno si verifica nella fase di riposo 'ad onde lente', la più profonda. Un sonnambulo svegliato all'improvviso si sentirà sì un po' disorientato, ma niente di più".

Altro luogo comune senza fondamento, secondo la rivista, è quello che le unghie e i capelli continuino a crescere per sempre anche dopo la morte. Una falsità confermata dall'hairstylist di Milano Luciano Colombo: "I capelli e le unghie crescono per qualche giorno dopo la morte, perché le cellule germinatrici, per un fattore cheratinico, non sono ancora del tutto morte. Ma dopo poco si arrestano".

Da sfatare anche la credenza secondo cui, dopo la rasatura, i peli ricrescono più folti e robusti. "E' falso - precisa il mago delle capigliature fashion - le radici rimangono nei follicoli più profondi della pelle e la ricrescita rimane invariata". Anche il dermatologo Giulio Franceschini, direttore sanitario del Villa Salus Medical Skin & Antiaging Center, conferma che si tratta di un falso mito: "Le caratteristiche del pelo dipendono dal Dna e dal tasso di ormoni maschili e femminili di ognuno, come il testosterone, il DHEAS e l'androstenedione: se questi aumentano oltre i valori normali possono far crescere i peli più folti e duri, ma tali modifiche non sono provocate dall'uso della lametta".

Ce n'è anche per le doppie punte. Balsamo e shampoo aiutano o no a farle sparire?. L'autrice scrive che l'unico modo per eliminarle è tagliare i capelli. Gli esperti sostengono invece che un buon balsamo possa risolvere la situazione: "Esistono ottimi prodotti cosmetici, studiati per capelli danneggiati o secchi - spiega Colombo - che aiutano a prevenire e curare le doppie punte. Alcuni, chiamati "termici", sono in grado di chiudere le squame del capello".

Sul versante psicologico, Collett smonta il luogo comune secondo cui gli uomini pensano al sesso ogni sette secondi: si tratta di un'esagerazione. La pensa così anche lo psicologo De Gennaro: "E' una sciocchezza. Gli elementi legati al desiderio sono, nella specie umana, connessi a contingenze esterne. Ci sono sì, nel cervello, comportamenti ritmici, ma nessuno studio ha mai annoverato tra questi il pensare continuamente al sesso".

Non sarebbe neppure vero che ogni area della lingua corrisponde a un sapore diverso. Ciascuna è infatti capace di percepire ogni sapore e per verificarlo basta sperimentare mangiando.

Per quanto riguarda il cervello e la percentuale che ne usiamo, Environmental Graffiti scredita la teoria dello psicologo William James, che nella seconda metà dell'800 asserì che usiamo il 10% delle potenzialità cerebrali. "E' un luogo comune - conferma De Gennaro - Tutti perdiamo neuroni invecchiando. Ma il modo in cui questi sono connessi tra loro non cambia. Il cervello è dotato di una "plasticità neuronale" che può essere utilizzata al massimo ogni giorno, a 20 come a 80 anni. Tutto sta a tenerlo in allenamento e utilizzarlo nel modo giusto".

Nell'elenco dei miti da sfatare c'è anche quello dello zucchero che rende iperattivi i bambini: niente lo dimostra secondo la Collet, opinione condivisa dalla neurologa Luciana Baroni, autrice con Emanuela Barbero di La cucina Diet-Etica (Sonda Edizioni, 250 pag.) e specialista di nutrizione: "Credo che non ci siano sufficienti evidenze. Altrimenti ne sarei a conoscenza!".

Il giornale ambientalista afferma infine che toccare un rospo non fa venire le verruche: "Una vera leggenda metropolitana - conferma il dermatologo Franceschini - Le verruche si trasmettono solo da persona a persona, con il contatto diretto o utilizzando gli stessi ambienti o le stesse cose (asciugamani, bagni, attrezzi per palestre....). Vengono trasmesse dal virus del papilloma umano, che penetra nell'epidermide e la infetta. Non certo dai rospi". "Non ho mai sentito questa storia - rincara il podologo Damiano Guerra - la verruca è un Papilloma Virus che si prende in ambienti umidi come piscine o zone di acqua stagnante. Che le attacchino i rospi è un luogo comune".

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X FACTOR 10° puntata 06 novembre 2010

Sabato sera, questa settimana, significa eccezionalmente X Factor. E dico eccezionalmente perché per la prima volta ci sarà più pubblico in studio che a casa, e ciò è davvero eccezionale. Si comincia con un video che riepiloga le eliminazioni delle nove settimane passate e coglie l’occasione per calcare la mano sulla debacle che s’accompagna ormai al nome di Anna Tatangelo, da oggi e fino a fine edizione assolutamente disoccupata.
Entrano i giudici e l’ingresso raccoglie talmente poco pathos che non mi impegnerò nemmeno per indovinare il travestimento di Elio. Facchinetti ci ricorda che è sabato sera, e il suo fegato ringrazia.
Si comincia con i 6 finalisti che cantano una collezione di sigle famose di programmi Rai di fronte al tavolo dei giudici. Dal palco spunta poi Lorella Cuccarini, ed è subito noia. Vuoi la scelta delle sigle, vuoi il poco charme dei rimasti, vuoi le scenografie, ma tutto è molto spento. Quando pensi che peggio di così non potrebbe andare, ecco che, a fianco di Facchinetti, la Cuccarini sparisce letteralmente dall’inquadratura franando al suolo, inciampando e cadendo dall’impalcatura con le scale. Ma lei è una professionista in stile Carlucci, così si fa finta di nulla e lo show goes on. L’ospite celebra la storia dei programmi del sabato sera (che questa sera si macchia in modo indelebile proprio a causa di X Factor).

L’ordine di esibizione della prima manche viene letto da un Facchinetti sudato all’inverosimile: i Kymera saranno seguiti da Davide e poi via via con Nathalie, Stefano, Nevruz e Ruggero.E quindi pronti via ed è subito the Kymera moment. La sigla del sabato sera scelta per loro è “L’aria del sabato sera”, motivetto iniziale di Fantastico ’79. Mentre l’uomo dalle occhiaie più profonde del mondo convince, con il suo gessato delle grandi occasioni, Simone-Pocahontas eclissa gli acuti della Goggi. A quel punto gli avrei dato un tubino elegante, in perfetto stile sabato sera. Ottima coreografia finale con le braccia dei ballerini che distraggono dalla canzone e salvano la situazione in corner. La Cuccarini è convinta di trovarsi ad un provino per il ruolo di giudice per l’anno prossimo e non molla il microfono; per concludere tenta di riprendersi dalle accuse di omofobia che le furono mosse qualche tempo fa e chiosa con “siete anche una bella coppia, siete l’elogio della normalità”. Ma niente matrimonio, è la sua matrice cattolica.
Anna si è sentita tradita da Enrico Ruggeri, che non ha votato a favore della sua cantante mandando la situazione in tilt martedì scorso. Prima di mandare la pubblicità, un inquietante promo recita “chi sono i tre personaggi misteriosi che torneranno prossimamente a X Factor?”. Non so, il talento, la buona musica e la meritocrazia? Ah no, che “torneranno”, come non detto.
Alle 21.30 parte la sigla (come se lo scorporo dei dati potesse davvero arginare l’emorragia di ascolti cui assisteremo domattina), poi c’è Davide alle prese con “Arriva la bomba” di Johnny Dorelli. Il vincitore ormai più mancato che annunciato, per il quale Tommassini ha scelto un azzeccatissimo look da Conte Dracula, risulta sorprendentemente più convincente del solito. Anche qui si tenta di distrarre dalla canzone con i primi piani sui fondoschiena delle ballerine e si passa metà del tempo a scherzare sull’ormone del ragazzo.
Nathalie è davvero messa in ombra da Elio a favore di Nevruz? Chiaramente la risposta è sì, ma bisogna illudere la romana di avere davvero mezza chance di arrivare viva a mercoledì mattina. La canzone è “Fortissimo”; sigla di Studio Uno. Il problema di Nathalie, lo ripeto, è che è talmente anonima che se uccidesse un concorrente nella casa del Grande Fratello non verrebbe comunque identificata. E anche questa esibizione, come le altre, è da “brava, ma…”. La Tatangelo la critica, la Cuccarini la difende e la catfight è l’unica speranza residua per la serata.
Ahimè, tocca a Stefano, nonostante le mie speranze che un meteorite si abbattesse sull’antenna prima di questo momento. La Maionchi lo difende dalle parole di Ruggeri, che pensa che un artista debba avere le spalle forti e che Stefano non lo sia. Facchinetti interrompe però la discussione (“è fuori luogo con Stefano a 5 cm dal palco”). In realtà era molto più vicino, visto che tutta la sua esibizione si svolge a pochi passi dai giudici. “Fuori da qui non sarà facile”, è l’anatema di Ruggeri.
Da un talento all’altro, passando per un video dei talenti incompresi, che fanno un po’ da collante tra i due, ecco Nevruz. Il brano è “Mille e una sera” dei Nomadi. Una stonatura dietro l’altro, il trucco di Simona Ventura ai tempi d’oro del Billionaire, mentre la faccia impietrita di Lorella si chiede se non era davvero il caso di accettare l’invito a cena di Luca Giurato. “Troppo sopra le righe” per la Maionchi, “non mi sei piaciuto” per la Tatangelo, “è un incidente di percorso” per Ruggeri. La Cuccarini è polemica, “non si deve criticare ciò che non si conosce”, dice al finto rocker che in settimana s’era lamentato di dover cantare una sigla televisiva.
Chiude la prima manche Ruggero con il brano “Come sta Zazà”. Vestito da clown di quei circhi brutti e tristi che si vedono alle uscite autostradali e rimangono una settimana e mezza prima di chiudere per fallimento. E sapete chi erano i tre loschi figuri che torneranno prossimamente? Proprio i tre ex giudici Ventura, Mori e Morgan. E quando daranno i loro commenti superflui? Prossimamente, appunto.

C’è l’esibizione dei Voca People, quel gruppo vocale coi tizi vestiti da spermatozoi. Praticamente un incrocio tra i Sei Ottavi della prima edizione e una casa di cura per nevrotici gravi. E oltretutto era un’esibizione registrata, quindi aveva molto senso.

Se ne va la Cuccarini (vai vai, tanto nessuno guarderà mai la tua Domenica In) e siamo al verdetto del pubblico. Si salvano e passano alla seconda manche: Davide, Nevruz, Stefano, Nathalie e i Kymera. Ruggero al ballottaggio. Mara è nervosa, secondo lei doveva essere Nevruz ad andare al ballottaggio, perché se siamo in televisione deve accettarne le regole.

Ecco l’ordine della seconda manche: Davide, i Kymera, Nathalie, Stefano e Nevruz. Prima di cominciarla, però, questa seconda manche, tocca a Max Tortora. Sì, quello che sulla carta d’identità c’ha scritto ‘comico’, e che passa la sua esistenza ad imitare Califano. Stasera canta “Vorrei che fosse amore”. Rimane come quarto giudice della seconda manche. Manche in cui ogni esibizione sarà anticipata da un’inutile scheda sul concorrente che citerà il suo animale e il suo colore preferito.

Comincia Davide con il brano “Come together”. Insieme a lui sul palco una curiosa scultura di legno che dovrebbe appunto rappresentare il ghepardo, suo animale preferito. “L’hai cantata daddio”, dice la Tatangelo. Comincio davvero a credere che il suo ghost writer sia lo stesso parrucchiere de L’amore non ha sesso.
Passiamo ai Kymera, che qualora non lo sapeste hanno 27 e 31 anni. La canzone è “Uprising” dei Muse, mentre sul cerchio rotante i rispettivi animaletti di legno si accoppiano impunemente. Molto scenografici, al solito, si inginocchiano e corrono per il palco ignorando i ballerini che fanno rotare delle sfere d’oro. Un po’ steccosi, un po’ urlati, li ho preferiti un’oretta e mezza fa.
Nathalie, reduce da due ballottaggi (ma stasera, a parte Stefano, chiunque vada contro Ruggero direi che è automaticamente salvo), canta “Brass in pocket” dei “The Pretenders”. Canta rivolta al vuoto, fissando l’orizzonte, nell’odioso look da Piccola Fiammiferaia ripulita. Dalla giuria applausi a scena aperta, mentre Tortora insiste nel provare delle imitazioni che non gli riescono. Ma le ha pure provate prima?
Stefano canta “You’re not alone” e ho avuto sentore del suo alito da qui. Qualcuno gli spieghi la differenza tra cantare e buttare fuori l’aria. Inascoltabile, ma ormai ci abbiamo fatto l’abitudine.
Eccoci all’unica cosa che può valere il prezzo della puntata. Nella prossima, infatti, arriveranno gli ex giudici di X Factor pronti a dire la loro sui finalisti di quest’anno.
La seconda manche si chiude con Nevruz. Il pezzo è “Gioia e rivoluzione” degli Area, che conoscono solo lui ed Elio ma erano assolutamente da portare sul palco per educare noi povere masse incolte. Nevruz, che un giorno ci spiegherà la sua passione per il rossetto che va sicuramente oltre la scenografia, visto che ce l’ha su sempre, è intrippato col pezzo e si vede. Noi, magari, un po’ meno, visto che si capisce poco o nulla. Al centro del palco Nevruz fissa l’ariete di legno probabilmente convinto che stia duettando con lui e poi rischia di cadere.

Finalmente eliminato Max Tortora in tutti i suoi disturbanti e superflui 190 centimetri, è tempo di video-riepilogo. A seguire, Edoardo Bennato, che in questi giorni ha anche fatto due chiacchiere con i ragazzi nel loft. L’esibizione è l’occasione per presentare il nuovo singolo e dire ovvietà sui talent show e le speranze dei ragazzi giovani.

Verdetto. Si salvano e passano alla prossima puntata: Stefano, Nathalie, Davide e, a sorpresa, i Kymera. Nevruz clamorosamente al ballottaggio.

Ballottaggio, quindi, tra Ruggero e Nevruz. L’unico caso in cui potevo mettermi a tifare per Ruggero, effettivamente. Ma attenzione! I minorenni non si possono esibire dopo la mezzanotte, quindi Ruggero lo vedremo solo registrato. Facchinetti contesta la regola, ma non può farci nulla. E al suo posto chi chiamiamo a rappresentarlo? Un cartonato come ai gloriosi tempi di Ballando con le Stelle? No, il padre di Ruggero. Tutto ciò ha molto senso.
Vediamo quindi l’esibizione registrata di Ruggero sulle note di “7000 caffè”. Nevruz risponde con “Se telefonando” con la base di “Sunday Morning”. A cappella Ruggero, qualche anno fa, registrò “Isn’t she lovely?”, mentre Nevruz, che può vedere i film porno al cinema ed andare in onda dopo la mezzanotte, canta live “Perfect Day” di Lou Reed. Pubblico in visibilio. E dato che il peggio non era ancora stato raggiunto, è il padre di Ruggero a chiedere ai giudici di non eliminare il figlio. Nevruz, che sembra essere stato colto dallo shock della sua vita (ma dov’è la sua anima dannata?), biascica qualcosa, in evidente stato confusionale. Si vota.
Elio elimina RUGGERO
Mara Maionchi elimina NEVRUZ
Anna Tatangelo elimina NEVRUZ
Enrico Ruggeri elimina RUGGERO
E si va al TILT. 200 secondi per decidere chi eliminare tra i due. Facchinetti chiede a Ruggeri perché non ha avuto il coraggio di dare il voto decisivo contro il cantante in forza ad Elio. Si inganna l’attesa parlando con i quattro giudici, poi finalmente scade il tempo.

Facchinetti brandisce la busta nera. La apre e annuncia: ad abbandonare X Factor è… RUGGERO. Troppa grazia.
realityhouse

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