lunedì 22 novembre 2010

Colpi di luce

Trama [modifica]

San Francisco. Due adolescenti giocano a nascondino tra i vagoni abbandonati in un deposito delle ferrovie per poi ritrovarsi in un merci a scambiarsi affettuse coccole. Un furgoncino bianco arriva in prossimità del deposito e punta un grosso cannone verso un orologio a cristalli liquidi. I ragazzi copulano, il cannone spara e intorno tutto prende fuoco e si scioglie. Così inizia Colpi di luce, 'magnifico' B-Movie con tutti i crismi del genere: il poliziotto carino e figaccione Ronn Warren(un Erik Estrada che, abbandonata la moto dei Chips sbarca il lunario come può), il professore pazzo che minaccia la città, poliziotti idioti, gli sgherri del cattivo che quando sparano sembrano bendati col l'Erik che schiva le pallottole manco fosse Flash, i classici incidenti che costellano l'immancabile inseguimento in auto, etc, etc, ecc.

Insomma... il cannone di luce riesce a far esplodere i cristalli liquidi degli orologi digitali causando morte e distruzione: riuscirà Ronn Warren a salvare la città?Critica [modifica]

"Ricatto al laser per la città di San Francisco. California. Alcuni criminali minacciano di ridurla ad un mucchio di braci incandescenti se non viene loro corrisposta una somma enorme. Le autorità non cedono e le indagini sono affidate a Ron, abile ispettore in fama di duro (sul tipo 'Dirty Harry' poliziotto all'amianto interpretato anni fa da Clint Eastwood). (...) Come traspare in maniera più che evidente dalla trama, si tratta di un film d'azione, dal taglio tipico dei prodotti del filone giallo-poliziesco. Del resto Enzo G. Castellari è un regista che da sempre muove nell'ambito del cinema spettacolare, con risultati non eclatanti ma, comunque, neanche disdicevoli in forza del suo consumato mestiere. Come, appunto. questo 'Colpi di luce', interpretato da Ennio Girolami, Michael Pritchard. Peggy Rowe, Bob Taylor." ('Il Tempo', 1 settembre 1985)

"Una gran voglia di Stati Uniti ha spinto Enzo Castellari a confezionare questo poliziesco dal ritmo sostenuto, ma dal soggetto banale: tutto rivisitato da altri film di taglio tipicamente americano. Situazione vissute in mille altre storie e in mille altri telefilm. Dal professore maniaco che vuole sterminare una città se non verrà soddisfatta la sua sete di potere e di dollari, all'intrepido poliziotto che da solo compie una mattanza di proporzioni innominabili; dalla morte della bella del poliziotto, agli inseguimenti ventre a terra meglio, motore a terra, su strade e superstrade della metropoli. Tutto sommato, il film ha un pregio, è quello da attribuire all'inconscio provincialismo di Castellari che focalizza la vera protagonista della storia: San Francisco, fotografata con sapienza documentaristica, nel suo nuovo e nel suo antico. San Francisco con i suoi grattacieli e le sue case ottocentesche, con la sua meravigliosa baia, il suo emblematico ponte. Ed ecco allora che la bella del poliziotto vive su una house boat, il poliziotto compie mirabolanti inseguimenti su una stock car (sorta di fuoristrada da competizione), mentre il cattivo di turno lavora nientemeno che con un raggio laser. A fronteggiarlo è, nei panni del tenente Ronnie Warren, quel Erik Estrada noto alle platee televisive per una fortunata serie, quella dei 'Chips' poliziotti intrepidi della stradale californiana." (Andrea Bosco, 'Il Giornale', 3 settembre 1985)

"Forse Castellari non lo sa, ma probabilmente nessuno prima di lui aveva fatto correre le automobili col laser. Un nuovo tipo di carburante? No, diciamo piuttosto un propellente, un pretesto per lanciare auto, camion e furgoni di ogni forma e dimensione nella solita girandola di slalom, carambole e testacoda. Da anni ormai la cifra dei nostri film avventurosi di serie B girati negli Usa è l'incidente automobilistico filmato al rallentatore (meglio se con scoppio finale). Colpi di luce non a eccezione, ma ricorre all'espediente scienziato-pazzo-con-arma-micidiale per scaldare i motori." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 5 settembre 1985)

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