venerdì 30 settembre 2011

Trova la madre ancora viva all'obitorio: un caso di morte apparente

MORTE APPARENTE - Non sono pochi i casi che si registrano di morte apparente. Secondo la medicina, si definisce stato di morte apparente uno stato simile alla morte reale in cui la persona ha perso coscienza e sensibilità. In tali casi, non è possibile percepire il battito cardiaco e il movimento respiratorio; c'è mancanza totale di riflessi. Proprio perché c'è bisogno comunque di essere sicuri al cento per cento che la persona sia realmente deceduta, nel caso della legge italiana si ordina un periodo di 48 ore in cui va mantenuta l'osservazione del soggetto al fine di constatare definitivamente il suo decesso. Purtroppo inadempienze in alcuni casi di questo processo hanno provocato, spesso in anni lontani, la dichiarazione di morte e il conseguente seppellimento di persone che invece sono “tornate in vita” nel giro di alcune ore. SEPOLTA VIVA - Quello successo in un ospedale di Rio De Janeiro potrebbe essere catalogato nei casi di morte apparente. Che sia stato un errore di chi di dovere, è assai probabile, ma in ogni caso per Rosa Celestina De Assis, 60 anni, si sono aperte le porte di una vicenda da vero e proprio film horror…

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mercoledì 28 settembre 2011

ROMA, 15 OTTOBRE 2011. MANIFESTAZIONE NAZIONALE

La giornata del 15 ottobre vedrà mobilitazioni in tutta Europa, nel Mediterraneo e in altre regioni del mondo, contro la distruzione dei diritti, dei beni comuni, del lavoro e della democrazia compiuta, con le politiche anticrisi, a difesa dei profitti e della speculazione finanziaria. Le persone non sono un debito.

Anche in Italia è già stata raccolta da tanti soggetti organizzati, alleanze sociali, gruppi informali e persone che hanno dato vita al Coordinamento 15 ottobre . Non vogliamo fare un passo di più verso il baratro in cui l’Europa e l’Italia si stanno dirigendo e che la manovra del Governo continua ad avvicinare. Vogliamo un’altra economia, un’altra società e una democrazia vera.

Il Coordinamento 15 ottobre si mette al servizio della riuscita della mobilitazione. Curerà unitariamente le caratteristiche, la logistica e l’organizzazione della manifestazione nazionale di Roma e ne definirà le sue parti comuni.

Il suo obiettivo è favorire la massima inclusione, convergenza, convivenza e cooperazione delle molteplici e plurali forze sociali, reti, energie individuali e collettive che stanno preparando e prepareranno la mobilitazione con i propri appelli, le proprie alleanze, i propri contenuti.

Ci impegniamo insieme a costruire una manifestazione partecipata, pacifica, inclusiva, plurale e di massa, il cui obiettivo è raccogliere e dare massimo spazio alla opposizione popolare, alle lotte e alle pratiche alternative diffuse nel nostro paese.La manifestazione partirà alle ore 14.00 da Piazza della Repubblica e arriverà a Piazza San Giovanni.

Sarà una tappa della ripresa di spazio pubblico di mobilitazione permanente, come si sta realizzando in tutta Europa e nel Mediterraneo, che è necessario mettere in campo per cambiare l’Italia e il nostro continente.

Invitiamo i cittadini e le cittadine, nativi e migranti, le lavoratrici e i lavoratori, i soggetti organizzati, i gruppi, le reti formali e informali a partecipare attivamente al 15 ottobre, a coinvolgere le proprie comunità, a organizzare la partecipazione al corteo di Roma.

Il Coordinamento 15 ottobre invita a costruire in tutto il territorio la partecipazione italiana alla giornata europea e internazionale "UNITED FOR GLOBAL CHANGE" e a convergere nella giornata nazionale di mobilitazione a Roma.



MANIFESTAZIONE NAZIONALE

sabato 15 ottobre



Partenza ore 14 - Piazza della Repubblica

ROMA

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Censimento Istat 2011, questionario

Ha preso il via il 15esimo censimento della popolazione italiana.
A tutti gli italiani verrà spedito un modulo cartaceo, da compilare anche su internet, sul sito censimentopopolazione.istat.it.
Il questionario verrà spedito via posta ordinaria, e potremo scegliere se compilarlo in modo cartaceo oppure online. Per la compilazione via web bisognerà attendere il 9 Ottobre, utilizzando una password presente sulla prima pagina del questionario.
Sono 61milioni i cittadini interessati, italiani e stranieri, residente nella Penisola.
Nel questionario troveremo domande che riguardano l’ambiente, il combustibile utilizzato per il riscaldamento dell’abitazione o la presenza di eventuali impianti a energia rinnovabile, i telefoni cellulari disponibili, e connessioni ad internet nella abitazioni.
Per coloro che non avranno consegnato il questionario via Internet, o via Posta entro il 20 Novembre, riceveranno a casa un rilevatore comunale che solleciterà la restituzione.
Per il 31 Marzo 2012 sono previsti i primi risultati, mentre la versione completa sarà disponibile entro il 31 Dicembre 2012.
Il questionario è obbligatorio per legge, e dopo 3 tentativi da parte dei rilevatori, c’è la diffida, in seguito l’Istat può procedere con sanzioni amministrative, che vanno da 200 a 2000 euro.

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lunedì 26 settembre 2011

Giudice: Stop a messa in onda di BAILA!

ROMA (Ansa) - Stop alla messa in onda di 'Baila!', il nuovo show di Canale 5 condotto da Barbara D'Urso che avrebbe dovuto debuttare questa sera.

Il giudice Gabrielle Muscolo del tribunale civile di Roma ha accolto l'istanza presentata da Milly Carlucci, assistita dall'avvocato Giorgio Assumma, per sospetto plagio ai danni di 'Ballando con le stelle', richiesta alla quale si e' poi associata anche la Rai, inibendo la trasmissione del programma.Nell'ordinanza, pubblicata oggi, il giudice ''inibisce a Rti (Mediaset) a Endemol Italia, a Roberto Cenci (regista e direttore artistico) e a tutte le parti resistenti la trasmissione dello spettacolo con titolo 'Baila!' o con qualunque altro titolo'' che abbia alcune caratteristiche descritte nella memoria presentata da Mediaset.

Cologno Monzese ha sempre sostenuto che 'Baila!' e 'Ballando con le stelle' sono due programmi completamente diversi. Lo show di Raiuno e' tratto dal format della Bbc 'Strictly come dancing'; 'Baila!' e' ispirato al format messicano 'Bailando por un sueno'.

Decisione giusta? Per la Carlucci, sicuramente sì.

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domenica 25 settembre 2011

Coca cola vs Pepsi:è guerra per la «bottiglia sinuosa»

La prima accusa la seconda di averle copiato il design.
La vicenda finisce al tribunale di Melbourne

australia

Coca cola vs Pepsi:è guerra
per la «bottiglia sinuosa»

La prima accusa la seconda di averle copiato il design.
La vicenda finisce al tribunale di Melbourne

MILANO - Copiare è bello - e se la formula si rivela vincente perchè non provarci? La guerra è scoppiata in Australia. Presto potrebbe rimbalzare in America e in Europa. La disputa potrebbe avere conseguenze a livello globale. Ancora una guerra a colpi di carta bollata tra gli storici rivali delle bibite gassate, la superpotenza mondiale Coca-Cola e la concorrente di sempre, la Pepsi. Coca-Cola ha fatto causa a Pepsi per la sua nuova bottiglia curvilinea. È «sostanzialmente identica o ingannevolmente simile» a quella oramai leggendaria che esce dalla fabbrica di Atlanta, accusa Coca-Cola. La posta in gioco è la supremazia nel mercato mondiale delle bibite.DISPUTA - Da un parte c’è il gigante Pepsico (Pepsi, Gatorade, Tropicana), dall’altra il colosso Coca-Cola-Company. Le due multinazionali combattono una battaglia infinita. Stavolta l’oggetto del contendere è la nuova bottiglia in vetro messa in produzione da Pepsi. Che ricorda fin troppo quella storica della Coca-Cola, la contour. La questione è arrivata davanti alla Corte federale australiana di Melbourne, ha rivelato domenica il quotidiano Sunday Telegraph. La prima udienza si sarebbe tenuta già il 15 settembre scorso, tuttavia, le due società non hanno voluto rendere pubblica la battaglia legale. Poco chiaro rimane per ora il motivo per il quale Coca-Cola abbia scelto di depositare la querela in Australia e non negli Stati Uniti.

CONTOUR - La società di Atlanta accusa il suo rivale Pepsico di violazione del marchio e condotta fraudolenta. Chiede un risarcimento danni per un importo che ancora non è stato reso noto. Ma potrebbe aggirarsi su diverse centinaia di milioni di dollari. Da quasi 100 anni Coca-Cola vende la sua bibita gassata nella tipica bottiglia, chiamata contour, con la forma sottile e sinuosa. Il prototipo fu brevettato nel 1916, Coca-Cola ne acquistò i diritti nel 1937 e appena nel 1960 l'Ufficio Brevetti americano considerò la contour un vero e proprio trademark, di proprietà della Coca-Cola Company, proteggendo questo oggetto dalle imitazioni. La società di Atlanta controlla in Australia circa il 70 per cento del mercato delle bevande a base di cola.
corriere.it

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sabato 24 settembre 2011

Baila!" sarà sospeso

La trasmissione è stata citata in giudizio da Milly Carlucci per il presunto plagio di "Ballando con le stelle"

TELEVISIONE

«Oggi» rivela: «"Baila!" sarà sospeso»

La trasmissione è stata citata in giudizio da Milly Carlucci per il presunto plagio di "Ballando con le stelle"

Barbara D'Urso
Barbara D'Urso
MILANO - La decisione è ufficialmente slittata a lunedì 25. Ma da indiscrezioni raccolte dal sito del settimanale Oggi il Tribunale civile di Roma sarebbe in procinto di sospendere Baila, la trasmissione su vip danzatori condotta da Barbara D'Urso su Canale 5. LA CAUSA -Il debutto del nuovo show di Canale 5 condotto dalla D'Urso era atteso proprio per il 26 settembre in prima serata. Il ricorso è stato presentato da Milly Carlucci e dalla Rai per sospetto plagio ai danni di Ballando con le stelle. Nei giorni scorsi il regista e direttore artistico del programma, Roberto Cenci, ha parlato anche di «situazione paradossale», dal momento che «è stata intentata una causa prima ancora di vedere il programma». Su Baila! pende anche la causa per illecita concorrenza intentata nei giorni scorsi dalla Bbc, che possiede i diritti di Strictly Come Dancing al quale è ispirato Ballando con le stelle. Per Baila!, invece, Endemol e Rti hanno acquisito in licenza, e riadattato per il mercato italiano il format messicano Bailando por un Sueno.

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venerdì 23 settembre 2011

«Superata la velocità della luce»

MILANO - C'è la conferma ufficiale: la velocità della luce è stata superata. I neutrini sono più veloci della luce di circa 60 nanosecondi su una distanza di 730 km (6 km/secondo in più). Il risultato è ottenuto dall'esperimento Cngs (Cern Neutrino to Gran Sasso), nel quale un fascio di neutrini viene lanciato dal Cern verso i Laboratori del Gran Sasso dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).

L'ESPERIMENTO - Il risultato si deve alla collaborazione internazionale «Opera», che con i rivelatori che si trovano nei Laboratori del Gran Sasso ha analizzato oltre 15.000 neutrini tra quelli che, una volta prodotti dall'acceleratore del Cern Super Proton Synchrotron, percorrono i 730 chilometri che separano il Cern dal Gran Sasso. I dati, che saranno presentati nella giornata di venerdì a Ginevra, dimostrano che i neutrini impiegano 2,4 millisecondi per coprire la distanza, con un anticipo di 60 miliardesimi di secondo rispetto alla velocità attesa. L'analisi dei dati, raccolti negli ultimi tre anni, dimostra che i neutrini battono di circa 20 parti per milione i 300.000 chilometri al secondo ai quali viaggia la luce. CAUTELE - «Abbiamo sincronizzato la misura dei tempi tra il Cern e il Gran Sasso con un'accuratezza al nanosecondo e abbiamo misurato la distanza tra i due siti con una precisione di 20 centimetri», ha detto Dario Autiero il ricercatore che presenterà i dati al Cern. «Nonostante le nostre misure abbiano una bassa incertezza sistematica e un'elevata accuratezza statistica - ha aggiunto - e la fiducia riposta nei nostri risultati sia alta, siamo in attesa di confrontarli con quelli provenienti da altri esperimenti». Il Cern stesso rileva in una nota che «considerando le straordinarie conseguenze di questi dati, si rendono necessarie misure indipendenti prima di poter respingere o accettare con certezza questo risultato. Per questo motivo la collaborazione Opera ha deciso di sottoporre i risultati a un esame più ampio nella comunità». I dati saranno quindi presentati venerdì pomeriggio in un seminario nel Cern di Ginevra e lunedì in un seminario nei Laboratori del Gran Sasso. «Quando un esperimento si imbatte in un risultato apparentemente incredibile e non riesce a individuare un errore sistematico che abbia prodotto quella misura, la procedura standard è sottoporlo ad una più ampia indagine», ha osservato il direttore scientifico del Cern, Sergio Bertolucci. «Se questa misura fosse confermata - ha aggiunto - potrebbe cambiare la nostra visione della fisica, ma dobbiamo essere sicuri che non esistano altre, più banali, spiegazioni. Ciò richiederà misure indipendenti».

Vacilla la teoria di Einstein?

L'ESPERIMENTO - Inaugurata nel 2006 per studiare il fenomeno dell'oscillazione (che porta i neutrini a trasformarsi da un tipo a un altro fra quelli che appartengono alle tre famiglie note), la collaborazione Opera è condotta da un gruppo di ricerca che comprende circa 160 ricercatori di 11 Paesi (Belgio, Croazia, Francia, Germania, Israele, Italia, Giappone, Corea, Russia, Svizzera e Turchia).
CORRIERE.IT

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giovedì 22 settembre 2011

Urcis 6h

Mentre stavamo approntando agli ingressi di Orzinuovi dei “piccoli” totem di benvenuto da 4 metri d’altezza, le iscrizioni hanno ormai abbondantemente superato le 300 e stanno ormai procedendo spedite verso quota 400! Sappiamo che per il mondo endurance non è un momento facile ed avere una così sentita partecipazione ci inorgoglisce.

Per ringraziarvi, con un ulteriore sforzo organizzativo a cui eravamo pronti anche se solamente nelle nostre più recondite speranze, abbiamo deciso di allargare il numero di iscritti fino a 460.

Il contatore qui in parte è quindi stato aggiornato con i nuovi posti disponibili. Caso mai si riuscisse a terminarli, non chiedetecene però degli altri.

Gli spazi ed i servizi previsti ci impongono lo stop per mantenere un adeguato livello qualitativo ad ogni iscritto e su questo non transigiamo.

Ricordiamo inoltre, che fino alla prossima domenica la quota d’iscrizione non varia. Solo negli ultimi 6 giorni prima del via, ci sarà un aumento di 5 € per quota.

Il percorso è stato completamente tracciato, seppur alcuni tratti verranno resi transitabili solo nell’ultima settimana. Tanti i bikers che abbiamo incontrato nel fine settimana mentre ne provavano l’attuale conformazione e di cui abbiamo raccolto impressioni e suggerimenti.

Giusto un paio di dritte. Il guado in gara ovviamente non ci sarà, mentre la zona prima della discesina tecnica verrà livellata e resa più scorrevole. Per il resto i lavori sono in corso e le sorprese non mancheranno.

Infine ringraziamo i soliti civili ed illustri frequentatori dei boschi dell'Oglio che ripuliscono nottetempo il percorso della Urcis.

Ve lo abbiamo però già spiegato, i cartelli non sono erbacce e vanno quindi lasciati. Anche se non siete in grado di leggere cosa c'è scritto, dovreste comunque capire che le frecce indicano un percorso che deve essere seguito. Sebbene voi sappiate perfettamente a quale paese andare e quindi dei cartelli non ne avete certamente bisogno, per tanti bikers che vengono da lontano sono invece importanti.

Vabbè, certo che anche noi siamo furbi. Se non sanno leggere, come possiamo sperare che passino di qua? Vorrà dire che se dovesse ricapitare, andremo a spiegarglielo di persona....Se domenica 02 Ottobre il palcoscenico sarà tutto per la "URCIS 6h" e, speriamo, per i 450 bikers che la animeranno, abbiamo invece voluto dedicare il giorno precedente, non ad un'estenuante attesa, ma ad un'ulteriore giorno di festa, cercando di coinvolgere più partecipanti possibili ed accendendo di fatto le luci della ribalta con ventiquattr'ore di anticipo.

Ecco nel dettaglio cosa ci attende SABATO 01 OTTOBRE:

Urcisdomani

Si comincia presto, nel primissimo pomeriggio, con lo spazio dedicato ai più piccoli, a coloro che diventeranno i protagonisti delle future Urcis. Ritrovo alle 14,15 per i bambini (maschietti ma anche femminucce!) dagli 8 ai 14 anni nel campo fettucciato dietro il castello all'ingresso di Barco (quello dove viene dato il via alla gara), con parcheggio riservato nella Cascina Ferrari, la prima che si incontra. Ovviamente niente agonismo, solo "gare" promozionali per far provare l'emozione di una corsa in mtb anche a loro, sempre nella massima sicurezza. Il c.o. infatti assicurerà tutti i bambini partecipanti e fornirà a chi eventualmente non ne fosse in possesso il caschetto di protezione obbligatorio (si ringrazia Sachesghinghem per la fornitura). Percorso semplice, privo di pericoli e tracciato sull'erba, ma sufficiente per divertirsi con le ruote grasse. Alle 14,30 il via alla categoria 8/9 anni, quindi a seguire le altre classi d'età. Medaglia e maglietta con il logo della "Urcis di domani" per tutti i partecipanti, oltre alla meritata merenda offerta per il post gara. Lasceremo spazio anche a coloro che ancora intimoriti, vorranno provare liberamente insieme al proprio genitore, quindi consigliamo anche a mamme e papà di venire attrezzati di mtb.

PedalataAlle 15,45 ecco il ritrovo presso il campo sportivo di Barco, per tutti coloro che vogliono godersi una salutare pedalata in nostra compagnia, lungo un percorso adatto a tutti i tipi di biciletta, tranquillamente fattibile anche dal più ostinato dei sedentari e vivamente consigliato alle famiglie. Non abbiamo la fortuna di avere i tesori di Roma e paragonarci alla biciclettata promossa per la 24ore capitolina, però anche noi abbiamo qualcosa da mostrare ai vari ospiti o da far conoscere anche ai più distratti residenti. Si parte alle 16,00 per raggiungere in mezz'oretta Soncino, lungo la nuova ciclabile del Parco Oglio Nord. Giro della cinta muraria medioevale e tappa per la visita del bellissimo Castello e della sorprendente chiesa di S.Maria delle Grazie in compagnia della guida messa a disposizione dal Parco Oglio Nord. Sfilata per il centro storico e passando dai bastioni murari a nord si prende rotta verso Orzinuovi, utilizzando la pista ciclabile che dalla cascina Arrighini porta direttamente in centro. Si passerà quindi l'antico confine tra Granducato di Milano e Repubblica di Venezia, testimoniato all'arrivo in Piazza Garibaldi e al Castello transitando sotto la porta di S.Andrea, dalle effigi del leone di S.Marco. Breve sosta e altrettanto breve spostamento fino al salotto orceano, Piazza Vittorio Emanuele, dove le varie Associazioni di Volontariato locali offriranno un gradito rinfresco ai partecipanti. Alle 18,45 tutti di nuovo in sella per ritornare a Barco prima del calare della sera ed arrivare giusto in tempo per l'inizio della festa.

UrcisfestaGli scorsi anni, aver lasciato gli amici già arrivati a Barco per la gara del giorno dopo senza la possibilità di fare nulla, giusto nervosamente in attesa della partenza, non ci è piaciuto. Quindi, quest'anno si cambia e si fa festa! Ovviamente a modo nostro, senza prenderci mai troppo sul serio e lasciando che la solita gogliardia e lo spirito di socialità degli enduracer faccia il resto. Accompagnati dalla spettacolare cucina del Gruppo dei Carbonari, gli stessi che da sempre si occupano dello spiedo finale, ci sarà la possibilità di assaggiare le specialità bresciane o magari una croccante pizza tutti insieme nel cortile dell'Oratorio di Barco protetti dalle tensostrutture che prepareremo.

Kdf_01 Inoltre, una festa non è tale se non c'è della buona musica che l'accompagna. Quindi dalle 21,30/22.00 ecco l'esibizione (già, perchè non è solo un semplice concerto...) dei mitici "Kei del Furmai" , divertentissima band di "roch (scritto proprio con l'h...) nostrano". Un medley, o meglio come loro stessi affermano, un “minestrone” di rock, pop, liscio, ska, reggae, dance, folk, blues con famose canzoni ricantate in dialetto soncinese, un misto di bresciano, bergamasco e cremonese!!!

A mezzanotte poi, tutti a nanna (soprattutto noi del c.o. che ancora non sappiamo "come" e "se" arriveremo a domenica sera...), che dopo un simile antipasto, la "URCIS 6h" sarà ancor più gustosa!

Il Comitato Organizzatore "Urcis 6h"

30/08 - Pernottare alla Urcis 6h

Importantissime info per chi, arrivando da lontano, ha deciso di pernottare il sabato e/o la domenica in zona.

Per chi volesse una sistemazione d'avventura, già dalla mattina di sabato potrà accomodarsi nello spazio riservato a tende e camper. Quest'anno completamente illuminato e con la possibilità di usufruire degli spogliatoi con servizi e docce fino alle 23,00 di sabato e a partire dalle 08,00 di domenica (ricordiamo che per la notte resteranno comunque aperti i servizi della zona ristoro e i wc chimici appositamente installati).

Per chi invece volesse una sistemazione a 3 stelle, abbiamo invece stipulato una convenzione con l'"ORZI HOTEL" (sito di riferimento: www.orzihotel.eu - Num. Tel. 030/9460198) situato ad Orzivecchi a circa 5 km. da Barco. Trattamento di pernottamento con prima colazione e possibilità di deposito per le mtb a prezzi scontatissimi: € 45,00 per la singola, € 60,00 per la doppia ed € 75,00 per la tripla!! Contattare direttamente la direzione dell'hotel per la prenotazione delle camere.

Infine per chi volesse una sistemazione "di gruppo", in alternativa sarà possibile alloggiare presso il convitto in fase di completamento (l'inaugurazione sarà il 30 Settembre, quindi nuovo nuovo) nella sede del Parco Oglio Nord a Torre Pallavicina (una decina di km. da Barco). Ovviamente riservata a gruppi numerosi in quanto priva di vere e proprie camere, ma certamente adatta per i team che volessero una sistemazione collegiale a prezzi decisamente stracciati. Siamo tuttora in attesa di conoscere i prezzi in convenzione, comunque gestiremo direttamente noi del C.O. le eventuali prenotazioni, quindi fate pure riferimento ai nostri recapiti per ulteriori informazioni

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I R.E.M. si sciolgono, fine di una band storica

Everybody hurts, "Tutti soffrono", cantavano i R.E.M. E oggi a soffrire sono proprio i fan del gruppo. Perché con un annuncio a sorpresa sul loro sito, dopo 31 anni di attività la band americana annuncia lo scioglimento.Ai nostri fan e ai nostri amici: come R.E.M., come amici di una vita e co-cospiratori, abbiamo deciso di smettere di essere una band. Ce ne andiamo con grande senso di gratitudine, di compiutezza, e di stupore per tutto ciò che abbiamo realizzato. A chiunque sia mai stato toccato dalla nostra musica va il nostro più profondo ringraziamento per averci ascoltato". Così recita lo scarno comunicato, che suggerisce una separazione consensuale, senza screzi.

Rem, trent’anni di carriera: ecco le foto più belle

La band, una delle più importanti nella storia del rock degli ultimi decenni, ha prodotto 15 album, tra i quali “Murmur”, “Reckoning”, Document, “Out of Time” e “Automatic For the People”. E sono tantissime le canzoni che ebbero un successo clamoroso: da “Losing my religion” a “Everbody Hurts”. La loro ultima opera, “Collapse Into Now”, era uscita solo lo scorso marzo. Si sa che i R.E.M. hanno passato l'estate in uno studio di Athens, in Georgia, ma non si sa ancora se uscirà un album «postumo». Per il momento, It's the End Of the World As We Know It.

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mercoledì 21 settembre 2011

Lo sposo dice no sull'altare: "Mi tradisce con il testimone"

Colpo di scena a Monopoli, in provincia di Bari. Era tutto pianificato nel minimo dettaglio nella Basilica Maria Santissima della Madia. I due rampolli delle famiglie bene della città si stavano per sposare. Alla fatidica domanda, la sposa ha detto sì, senza alcuna esitazione. Quando è toccato allo sposo la risposta è stata una sorpresa: «No», ha detto l’uomo sull’altare, come riporta il sito del quotidiano La RepubblicaIn Chiesa è sceso il silenzio, la musica si è fermata. Il sacerdote, don Vincenzo, ha voluto sapere: «Figliolo, posso chiederti il motivo di questa drastica decisione?». E così l'uomo che stava per sposarsi ha infilato gli anelli in tasca e, rivolgendosi a parenti e amici ha detto: «Chiedetelo alla sposa e al suo testimone, il perché di questa scelta».
I dettagli della tresca tra la quasi moglie e l'amico del cuore sono stati raccontati durante il ricevimento dimezzato, fatto comunque per festeggiare il ritorno al celibato del l’uomo tradito.

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Il tema in classe di un bambino del 1913 aveva previsto il futuro

Prevedere il futuro? A volte è possibile, anche tra i banchi di scuola. Nell'Inghilterra dei primi anni del Novecento, un bambino di 12 anni, Edgar Codling, immaginò in un compito in classe come sarebbe stato l'anno 2000. Il risultato? Molte delle profezie contenute nel tema, ritrovato solo ora grazie a un gruppo di volontari, si sono rivelate esatte.

Era il 1913, un anno prima dello scoppio della Prima guerra mondiale, e Codling, proveniente da Hillington, nel Norfolk, aveva previsto che alla fine del secolo gli aerei sarebbero stati diffusi tanto quanto le automobili e che le biciclette, all'epoca molto costose, sarebbero diventate un oggetto alla portata di tutti. "Nel 2000 - aveva scritto Edgar nel suo tema - le bici saranno prodotte per somme di denaro contenute. E gli aerei diventeranno comuni come le macchine". Mai previsione fu più azzeccata.Ma non finisce qui. Il giovane Edgar, pur privo della sfera di cristallo, aveva immaginato un vero e proprio boom dei viaggi e uno sviluppo dei quotidiani, che avrebbero trovato nel loro prezzo basso una delle ragioni principali del loro successo. Nel suo elaborato si legge infatti che "gli aerei saranno usati per motivi d'affari ma anche per i viaggi di piacere. I quotidiani saranno molto economici".

Sullo sviluppo della tecnologia nel terzo millennio, le previsioni del piccolo Nostradamus inglese non erano quindi distanti dalla realtà. Le sue doti di veggente però non funzionavano altrettanto bene a proposito dell'emancipazione femminile, visto che nel suo compito scrisse: "Le suffragette forse otterranno il diritto di votare, ma probabilmente non ce la faranno".

Il tema di Edgar è venuto alla luce come parte di una mostra sullo sviluppo della scolarizzazione negli ultimi 200 anni. I volontari che hanno lavorato al progetto, durato due anni, hanno fatto indagini e foto in tutte le scuole di campagna ancora esistenti nel Norfolk e costruite prima del 1950. In questo modo, il team che ha svolto le ricerche ha scoperto una serie di compiti in classe simili a quelli del piccolo Edgar Codling.

L'indagine si è concentrata anche sugli archivi dell'Ufficio del registro del Norfolk, nei quali sono presenti anche progetti architettonici, diari, registri scolastici, libri sulle punizioni e quaderni degli allievi. Alcuni di questi reperti sono stati inclusi nella mostra

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martedì 20 settembre 2011

Una bottiglia con acqua e candeggina per illuminare il buio di Manila


L'invenzione di un ingegnere del Mit è già stata installata
sui tetti di 10 mila abitazioni senza luce delle Filippine

TECNOLOGIA CONTRO LA POVERTA'

Una bottiglia con acqua e candeggina
per illuminare il buio di Manila

L'invenzione di un ingegnere del Mit è già stata installata
sui tetti di 10 mila abitazioni senza luce delle Filippine

L'installazione della bottiglia-lampadina
L'installazione della bottiglia-lampadina
MILANO – Basta prendere una bottiglia di plastica, riempirla d’acqua e di candeggina e si può avere un po’ di luce nelle baracche di Manila, quel tanto per guardarsi in faccia, quel tanto per uscire da quel buio terribile, e anche simbolico, di una condizione di vita disumana. Questa è la promessa di un’invenzione geniale, la «Solar Bottle Bulb» , e di un progetto dal nome suggestivo ed esplicativo, Un litro di luce (Isang Litrong Liwanag), che rispecchia i principi delle cosiddette Appropriate Technology, movimento ideologico che si basa sulle tecnologie semplici, appropriate ed eco-sostenibili con cui il filosofo ed economista Ernst Friedrich «Fritz» Schumacher sognava di migliorare il mondo più povero. UNA VITA SENZA LUCE - Nei quartieri più poveri della capitale delle Filippine le abitazioni sono così vicine da rendere impossibile la costruzione di finestre e l’elettricità è troppo costosa. Per questo per ben 3 milioni di case (se così si possono chiamare gli slum di Manila) la vita domestica si svolge prevalentemente al buio, con tutte le conseguenze psicologiche e sulla salute che si possono immaginare. Ma ora grazie alla semplice invenzione della Solar Bottle Bulb la luce entra in molte baracche dei bassifondi di Manila.

Le bottiglie viste dall'esterno dei tetti
Le bottiglie viste dall'esterno dei tetti
ACQUA E CANDEGGINA - Le bottiglie di plastica anziché finire nella pattumiera diventano una fonte di luce economica e sostenibile: vengono riempite di acqua e candeggina e fissate a un foro nei tetti di lamiera ondulata. A questo punto il contenuto delle bottiglie, colpito a 360 gradi dai raggi solari, genera una rifrazione orizzontale fornendo un’illuminazione paragonabile a quella di una normale lampadina da 55 watt. A importare l’innovativa tecnologia è stato Illac Diaz, dell’organizzazione no-profit My Shelter Foundation , che ha creato il progetto denominato Isang Litrong Liwanag (un litro di luce).

DA HAITI A MANILA - L’ideatrice dell’economico sistema di illuminazione è invece Amy Smith, ingegnere del Massachussets Institute of Technology, che lo aveva messo a punto per illuminare le abitazioni più povere di Haiti. Nelle Filippine le bottiglie-lampadine vengono vendute e installate al prezzo di un solo dollaro e ne sono gia state distribuite 12 mila che regalano luce a 10 mila abitazioni in cinque province dello stato asiatico. L’illuminazione offerta dalle Solar Bottle Bulb dura tutto il giorno e viene promossa come una scelta migliore rispetto ad altre soluzioni: meglio di una finestra, che potrebbe essere infranta nella stagione dei tifoni, meglio delle candele e meglio degli allacciamenti illegali alla rete elettrica. Diaz sta nel frattempo progettando di estendere il progetto ad altre 36 città delle Filippine.

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lunedì 19 settembre 2011

Nasa, un satellite sta cadendo sulla Terra Lanciato 20 anni fa per lo studio dell'atmosfera. Pesa 6,5 tonnellate e potrebbe precipitare già il 23 sett

Il cielo talvolta inquieta. Nel giro di qualche settimana, ma forse già il 23 settembre, un corposo satellite scientifico della Nasa cadrà sulla Terra, e, come sempre accade in questi casi, c’è chi teme che possibili frammenti possano arrivare in superficie provocando danni. L’oggetto è il satellite per lo studio dell’atmosfera UARS portato in orbita esattamente vent’anni fa, nel settembre del 1991 con lo shuttle Discovery del quale riempiva quasi l’intera stiva essendo lungo 12 metri e largo poco più di quattro. Massiccio anche nel contenuto, raggiungeva le sei tonnellate e mezza. L'IMPATTO- Ecco perché qualcuno immagina che certe parti non riescano a disintegrarsi completamente quando precipiterà definitivamente nell’atmosfera sbriciolandosi nella vampata dell’attrito. La Nasa lo sta seguendo, ma non potendolo gestire con assoluta perfezione qualcosa potrebbe sfuggire. Però i controllori stanno facendo di tutto per governarne la caduta in modo da provocarla quando si troverà a sorvolare l’Oceano Pacifico come sempre accade in questi casi. Intanto lentamente si abbassa e quando incontrerà gli strati atmosferici più densi il suo tuffo senza speranza si farà rapido e definitivo. La Nasa informando di quanto sta succedendo e pur non essendo in grado di indicare il giorno preciso, garantisce che nulla di pericoloso si verificherà ricordando che da mezzo secolo numerosi satelliti piovuti sulla Terra alla fine della loro vita non hanno mai causato danni alle persone o alle cose. Non si può tuttavia dimenticare che il satellite militare sovietico Cosmos 954 per la sorveglianza oceanica e dotato di un reattore nucleare, cadde nel gennaio 1978 in zone per fortuna disabitate del Canada e che il recupero immediatamente avviato da americani e canadesi con l’ «Operation Morning Light» portò alla raccolta di dodici pezzi di non trascurabile entità, alcuni dei quali carichi di radioattività.

UN LAVORO PREZIOSO- Ma, ovviamente, non è il caso di UARS (Upper Atmosphere Research Satellite) che non ha reattori atomici a bordo e che comunque viene in qualche modo ancora seguito. Pur essendo stata la sua vita piuttosto difficile ancora prima di essere lanciato, per la scienza dell’atmosfera rimarrà uno strumento che ha fatto storia. Intanto era partito con anni di ritardo perché lo scoppio dello shuttle Challenger nel 1986 provocava la paralisi dei voli. Una volta lanciato cominciava presto a soffrire di disturbi al pannello di celle solari che forniva energia e in seguito a vari sensori per cui veniva in qualche occasione interrotta la sua attività finendo poi per funzionare solo parzialmente. Tuttavia i suoi dieci strumenti scientifici (sei sono ancora funzionanti) hanno compiuto un lavoro prezioso. E’ stato UARS infatti, tra i numerosi risultati, a compilare la prima mappa del clorofluorcarburi che distruggono la fascia di ozono atmosferico proteggendo dalla radiazioni ultraviolette e rilevandone anche le variazioni stagionali. Decifrava in seguit i vortici atmosferici nelle zone polari, il ruolo di particelle energetiche nella chimica della stratosfera e per la prima volta misurava i venti dallo spazio. Nel team di scienziati che lavoravano con i dati ricevuti al centro Goddard della Nasa c’era anche il premio Nobel Paul Crutzen. Volava a seicento chilometri d’altezza ma dal 2005 non era quasi più utilizzabile perché troppo acciaccato. Doveva lavorare per tre anni e invece diventava il satellite atmosferico più longevo mai lanciato. Ora la sua storia e il suo tormentato ruotare intorno alla Terra si sta per concludere. Speriamo senza lasciare cattivi ricordi finali.
CORRIERE.IT

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domenica 18 settembre 2011

TIRAMOLLA


Tiramolla è un personaggio dei fumetti ideato nel 1952 da Roberto Renzi e apparso per la prima volta l'8 agosto del 1952 sul mensile Cucciolo delle Edizioni Alpe. I primi disegni furono di Giorgio Rebuffi. Il nome della rivista era riferito all'omonimo personaggio, che, insieme a Beppe rappresentava il principale amico di Tiramolla.[modifica] La storia di Tiramolla

Essendo caduto da piccolo in un grande contenitore di caucciù, Tiramolla ha acquisito la capacità unica di potersi allungare a suo piacimento, anche per svariati chilometri. Corpo esile estendibile, viso ovale, gambe lunghissime, un cilindro sempre in testa e papillon, fanno di Tiramolla un super eroe carismatico.
[modifica] Le prime riviste degli anni '50

Il 15 luglio del 1953 viene realizzata la prima testata indipendente da Cucciolo, in una veste grafica all'avanguardia per i tempi: Tiramolla. Al disegnatore Rebuffi si affianca Umberto Manfrin nel ruolo di sceneggiatore: verranno inseriti nuovi personaggi, primo fra tutti il maggiordomo Saetta, a seguire il cagnolino Ullaò e l' Ammiraglio, il nipote Caucciù in possesso delle medesime qualità elastiche dello zio e altri personaggi di ispirazione satirica, quali il Ragionier Rossi (da molti considerato un simbolo della pedanteria italiana) e l'Avvocato del Diavolo (ispirato al celebre Perry Mason). Da non dimenticare infine Pugacioff, lupo irascibile, prepotente e con un marcato accento russo (si narra che abbia attraversato tutta la steppa a piedi). Dopo un buon successo iniziale, le vendite, dopo la morte dell'editore Caregaro, diminuirono progressivamente fino al completo ritiro dal mercato alla fine degli anni Ottanta.

Alcuni di questi albi furono esportati anche in Grecia.
[modifica] Il revival degli anni Novanta

Pochissimo dopo, nell'agosto 1990, venne reintrodotta la testata, ma edita da un'altra casa editrice, la Vallardi. Il fumetto aveva un'uscita settimanale (ma l'indicazione degli anni di edizione riprendeva quella degli albi del passato) e includeva numerose rubriche, giochi e news per ragazzi (su ispirazione del consolidato Topolino italiano), ma il tentativo di rendere i personaggi più "moderni" non rese quanto sperato. Nonostante i numerosi collaboratori d'eccezione già affermati nel campo dell'editoria fumettistica, la buona campagna pubblicitaria, Tiramolla scomparve dalla scena editoriale italiana a metà 1993.

Il rilancio del personaggio fu anche accompagnato dalla produzione di una serie a cartoni animati: Tiramolla Adventures
wikipedia.

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FANTACALCIO DI CONIOLO 2011/2012


Commenti,inchieste tutto per voi ogni Martedi

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giovedì 15 settembre 2011

Caius, l'uomo che spaventa gli Usa

Il 31enne è accusato di aver rapito e ucciso tre persone.
Si è fatto un impianto sulla fronte per avere le corna

le foto hanno fatto il giro del mondo. A 19 ANNI SUCCHIò IL SANGUE DI UNA RAGAZZA

Caius, l'uomo che spaventa gli Usa

Il 31enne è accusato di aver rapito e ucciso tre persone.
Si è fatto un impianto sulla fronte per avere le corna

Caius Veiovis, 31 anni, in tribunale (Ap)
Caius Veiovis, 31 anni, in tribunale (Ap)
MILANO - Un tatuaggio sulla fronte: «666». Poi un impianto sottocutaneo per avere le «corna» come Satana. E un piercing con due punte che attraversa il setto nasale. Caius Domitius Veiovis - il nome se l'è fatto cambiare all'anagrafe nel 2008, prima si chiamava Roy Gutfinski - dice di essere un discepolo del diavolo e ha fatto di tutto per assomigliare al Principe delle tenebre. L'uomo, 31 anni, è accusato, con altri due complici, di aver rapito e ucciso tre persone in Massachusetts. E quando è apparso in tribunale, le sue foto hanno fatto il giro del mondo. Secondo la polizia Caius, come i suoi presunti complici, potrebbe far parte degli «Hells Angel», un gruppo di motociclisti. L'uomo però si autodichiara un vampiro e un satanista, e ha fatto di tutto per assomigliare, anche fisicamente, al diavolo. Le tre persone uccise sarebbero tutte amici. E uno di loro avrebbe dovuto testimoniare contro la setta. L'accusa per Veiovis e i complici è di rapimento, omicidio e intimidazione di testimoni. I complici di Veiovis sarebbero Adam Lee Hall, 34 anni, degli Hells Angels, e David Chalue, 44 anni. I tre uomini uccisi, David Glasser, Edward Frampton e Robert Chadwell, erano scomparsi da due settimane; i loro resti sono stati trovati il 28 agosto dalla polizia. Nello Stato del Massachusetts, la pena per omicidio di primo grado è il carcere a vita.

Veiovis a 19 anni, quando si chiamava ancora Roy Gutfinski
Veiovis a 19 anni, quando si chiamava ancora Roy Gutfinski
SUCCHIO' IL SANGUE DI UNA RAGAZZA - Veiovis ha già scontato 7 anni e mezzo di carcere per una condanna a 10 anni, comminata nel 2000, per aggressione aggravata. All'epoca si chiamava Roy Gutfinski, aveva 19 anni e l'aggressione era stata di tipo «vampiresco»: insieme con la sua ragazza, sedicenne, aveva succhiato il sangue di un'altra 16enne, consenziente. A praticare il taglio sulla schiena della ragazza, con un rasoio, sarebbe stata la fidanzata di Gutfinski: poi i due succhiarono insieme il sangue dalla ferita mentre si baciavano. La vittima, che non presentò denuncia, fu medicata con 32 punti di sutura. Al processo, nel 2000n l'accusa sostenne che Gutfinski faceva parte dei «Goths», una banda che indossava abiti neri, praticava l'automutilazione e beveva sangue umano. Lui, che all'epoca aveva ancora l'aspetto di un normale adolescente, dichiarò tranquillamente di essere un adoratore di Satana e un vampiro: «Bevo il mio sangue e quello degli altri, più spesso che posso», disse in aula. Il suo appartamento era completamente buio e assomigliava a una tana; le finestre erano oscurate, c'erano ossa sparse ovunque, fotografie di cadaveri appese alle pareti, lame di rasoio, un serpente in un acquario, un libro di anatomia e un'ascia. LI IMPIANTI SOTTOCUTANEI - Dopo l'arresto, in attesa della condanna, Gutfinski si praticò numerosi tagli di rasoio sulle braccia, e le sue ferite furono medicate con 200 punti. Dopo aver scontato 7 anni di reclusione (tre anni della pena erano in sospeso) uscì dal carcere nel 2007 per un periodo di prova di 4 anni. Da allora non ha fatto altro che entrare e uscire di prigione, per continue violazioni della libertà vigilata, fino all'8 luglio 2010, quando è uscito per aver scontato la pena. Nel frattempo aveva iniziato a farsi praticare gli impianti sottocutanei, tre per parte, sulla fronte, a forma di corna, e i numerosi tatuaggi, anche sul volto.

IL CAMBIAMENTO DI NOME - Gutfinski ha inoltre fatto richiesta più volte per cambiare nome e cognome. La sua prima scelta del 2003, «Diszade Trash Horror», fu rifiutata dal giudice. Nella richiesta, Gutfinski si autodefinì un adepto della religione Satanista. «Voglio rompere ogni legame con la chiesa cristiana, e un passo importante verso questo obiettivo è cambiare legalmente il mio nome», aveva scritto. Con la successiva richiesta, presentata nella contea di Knox, ottenne di cambiare il suo nome in Caius Domitius Veiovis. «Adottato da piccolo, non ho parenti di sangue e non condivido la nazionalità espressa dal cognome che mi hanno attribuito», scrisse nella richiesta. «E' stato a lungo un peso per me e sento che il nuovo nome, che ho scelto accuratamente dopo lunga riflessione, rappresenti più correttamente la mia individualità e nazionalità. Questo nome si accorda inoltre con le mie convinzioni religiose». La prossima udienza per Gutfinski-Veiovis è fissata il 12 ottobre, perché il suo avvocato d'ufficio non si è potuto presentare all'udienza del 13 settembre.

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mercoledì 14 settembre 2011

Lago d'Aral

L'Aral (in russo Aralskoje More, Аральскοе мοре; in kazako Арал Теңізі) è un lago salato di origine oceanica, situato alla frontiera tra l'Uzbekistan (nel territorio della repubblica autonoma del Karakalpakstan) e il Kazakistan. Erroneamente è chiamato mare d'Aral, poiché possiede due immissari (Amu Darya e Syr Darya) ma non ha emissari che lo colleghino all'oceano; è infatti un bacino endoreico.

Il nome deriva dal chirghiso "Aral Denghiz", che significa "mare delle isole", a causa delle numerose isole che erano presenti nei pressi della costa orientale.

Geograficamente si pone ad est dell'altipiano dell'Ust-Urt che lo separa dal Mar Caspio. In origine il lago faceva parte di un vasto oceano che comprendeva anche il Mediterraneo ed il Mar Nero e che, ritirandosi, ha generato, oltre all'Aral, anche il Mar Caspio. Ne sono testimoni le numerose conchiglie fossili di cui è disseminato il deserto del Karakum, che si trova a sud.

Il lago ha sempre mostrato importanti variazioni nel suo livello in tempi storici ma con periodi del tutto non compatibili con quelli del ciclo di Brückner, ovvero 35 anni. Proprio in tempi recenti, sul fondo prosciugato del lago sono riapparsi i resti, risalenti al XIII-XIV secolo, di un'antica città[1]. È da considerarsi errata l'idea che in tempi storici il lago sia scomparso e riapparso più volte. Le variazioni di cui si ha certezza sono quelle che lo hanno visto diminuire fino all'anno 1880. Da quel momento fino al 1908 si era osservato un innalzamento della superficie di circa 3 metri, nonostante fossero già stati avviati, seppur in piccola scala, i lavori di deviazione dei due immissari. Accertato invece è che nell'antichità avesse un emissario che portava le sue acque fino al mar Caspio e che fungeva da via navigabile collegata alla "via della seta".Il lago d'Aral è vittima di uno dei più gravi disastri ambientali provocati dall'uomo. L'evento è stato tra l'altro definito dal politico statunitense Al Gore, nel suo libro "Earth in the balance", come il più grave nella storia dell'umanità.

Originariamente infatti, il lago era ampio all'incirca 68.000 km², ma dal 1960 il volume e la sua superficie sono diminuiti di circa il 75%. Nel 2007 il lago era ridotto al 10% della dimensione originaria[2]. Questo è stato principalmente dovuto al piano di coltura intensiva voluto dal regime sovietico dell'immediato dopoguerra. L'acqua dei due fiumi che tributavano nel lago è stata prelevata, tramite l'uso di canali e per gran parte della lunghezza dei fiumi stessi, per irrigare i neonati vasti campi di cotone delle aree circostanti. Sin dal 1950 si poterono osservare i primi vistosi abbassamenti del livello delle acque del lago. Già nel 1952 alcuni rami della grande foce a delta dell'Amu Darya non avevano più abbastanza acqua per poter sfociare nel lago. Il piano di sfruttamento delle acque dei fiumi a scopo agricolo aveva come responsabile Grigory Voropaev. Voropaev durante una conferenza sui lavori dichiarò, a chi osservava che le conseguenze per il lago sarebbero state nefaste, che il suo scopo era proprio quello di "far morire serenamente il lago d'Aral". Era infatti così abbondante la necessità di acqua che i pianificatori arrivarono a dichiarare che l'enorme lago era ritenuto uno spreco di risorse idriche utili all'agricoltura e, testualmente, "un errore della natura" che andava corretto. I pianificatori ritenevano che il lago, una volta ridotto ad una grande palude acquitrinosa sarebbe stato facilmente utilizzabile per la coltivazione del riso. Per far posto alle piantagioni, i consorzi agricoli non hanno lesinato l'uso di diserbanti e pesticidi che hanno inquinato il terreno circostante. Nel corso di quattro decenni la linea della costa è arretrata in alcuni punti anche di 150 km lasciando al posto del lago un deserto di sabbia salata invece del previsto acquitrino. A causa infatti della sua posizione geografica (si trova al centro dell'arido bassopiano turanico) è soggetto a una forte evaporazione che non è più compensata dalle acque degli immissari. L'impatto ambientale sulla fauna lacustre è stato devastante. Il vento che spira costantemente verso est/sud-est trasporta la sabbia, salata e tossica per i pesticidi, ha reso inabitabile gran parte dell'area e le malattie respiratorie e renali hanno un'incidenza altissima sulla popolazione locale. Le polveri sono arrivate fino su alcuni ghiacciai dell'Himalaya.

La costruzione della diga Kokaral ha tuttavia invertito il processo di ritiro delle acque che ora si stanno riavvicinando alla costa originaria. Le autorità Kazake sperano, nei prossimi anni, di poter riportare in funzione l'industria della pesca nella città di Aralsk.
[modifica] Le conseguenze sull'economia della zona (ex) costiera
Quel che rimane del porto di Aralsk
Il lago d'Aral visto dalla Sojuz nel 2005
Una immagine del giugno 2006. Si vede chiaramente a nord il piccolo Aral completamente separato dal grande Aral. Si può notare come la superficie del piccolo Aral sia aumentata dall'immagine precedente che risale al 2004. In particolare questa foto riprende una tempesta di sabbia e sale che porta le polveri verso Sud.
Un'immagine di Marzo 2010. Rispetto all'immagine precedente si può notare la quasi scomparsa della parte orientale del Grande Aral, ormai ridotto ad una piccola striscia nella zona occidentale.

I numerosi insediamenti di pescatori che vivevano del pesce del lago sono stati via via abbandonati fino al 1982, anno della definitiva cessazione di ogni attività direttamente correlata alla pesca nel lago. Gli stabilimenti di lavorazione del pesce hanno continuato comunque a funzionare per molti anni grazie allo sforzo del governo di Mosca che aveva ordinato che parte del pesce pescato sul Mar Baltico fosse trasportato e lavorato presso gli impianti di inscatolamento di Moynaq in Uzbekistan. A lungo andare, tuttavia, gli irragionevoli costi di questa pratica ne imposero il fermo. Ogni attività produttiva legata al pesce ha quindi avuto termine. Nel corso degli anni sia la città di Moynaq (situata a sud del lago, in Uzbekistan, nel territorio della repubblica del Karakalpakstan) che la città di Aralsk (situata a nord-est del lago, in Kazakistan) sono diventate meta di un lugubre turismo che cerca le carcasse delle navi arrugginite abbandonate in quello che ora è un deserto di sale ed una volta era un florido lago.

A tutt'oggi, al di là di alcuni accordi formali tra loro, i governi delle nazioni che insistono nell'area interessata (oltre al Kazakistan e all'Uzbekistan anche il Tagikistan, il Turkmenistan, il Kirghizistan ed in parte l'Afghanistan) non hanno intrapreso significative azioni comuni per ripristinare l'afflusso delle acque verso il bacino del lago. Il motivo è che la coltivazione del cotone impiega ormai una quantità di lavoratori cinque volte maggiore di quella che una volta era impiegata nella pesca, che peraltro era concentrata nei soli Kazakistan ed Uzbekistan. Inoltre i terreni che le acque del lago hanno scoperto ritirandosi hanno mostrato di essere ricchissimi giacimenti di gas naturale. Nel corso del 2006 un importante accordo per lo sfruttamento del sottosuolo del lago è stato raggiunto tra il governo dell'Uzbekistan, la società russa LUKOil, la Petronas, la Uzbekneftegaz e la China National Petroleum Corporation. Un eventuale ritorno dell'acqua al livello originario sulla riva uzbeka renderebbe complicato questo genere di attività.
[modifica] La base militare abbandonata

Per anni una grave preoccupazione era costituita dall'installazione militare sovietica abbandonata dal 1992, i cui resti si trovano tuttora su quella che una volta era l'isola di Vozroždenie. In quella base infatti venivano condotti esperimenti di armamenti chimico-batteriologici. A causa dell'abbassamento del livello del lago, tale isola ormai era di fatto diventata parte della terraferma e facilmente raggiungibile. La presenza di fusti di antrace e di altri agenti tossici era nota e confermata sia dalle autorità ex-sovietiche, sia dalle autorità uzbeke, sia da quelle statunitensi incaricate di indagare sulla effettiva pericolosità del luogo. Tale installazione è stata bonificata definitivamente nel 2002 con uno sforzo congiunto delle autorità del Kazakistan e dell'Uzbekistan coadiuvate da consulenti statunitensi. Periodici sopralluoghi vengono via via effettuati nella zona per accertare l'eventuale persistenza di agenti tossici.
[modifica] I tentativi di recupero

Il lago, prosciugandosi, si è diviso, dal 1987, in due laghi distinti. Quello a sud, e quello (molto più piccolo) a nord. Il lago a nord ("Piccolo Aral"), dopo alcuni lavori di bonifica, è stato completamente isolato dalla parte sud con la costruzione, finanziata dalla Banca Mondiale, della diga chiamata Kokaral e nuovamente ricongiunto, seppur con un afflusso ridotto, all'antico affluente Syr Darya. La costruzione della diga è stata completata nel 2005. Essa è una parte di un progetto più grande che punta alla riqualificazione della parte kazaka del lago. Il completamento dei lavori, che tra l'altro prevedono una forte riduzione degli sprechi idrici del Syr Darya in modo da far arrivare al lago quanta più acqua possibile, è previsto per la fine del 2008[3].

I risultati del lavoro sono stati notevoli. Dal 2003 al 2008 la superficie del Piccolo Aral è passata da 2.550 km² a 3.300 km². Nello stesso periodo la profondità è passata da 30 a 42 metri.[4]. In alcuni villaggi è ripresa l'attività di pesca dopo che alcune specie di pesci erano state reintrodotte proprio per tentare di rendere la pesca nuovamente praticabile. Nel 2011, secondo le dichiarazione del presidente kazako Nursultan Nazarbayev, la quantità di pescato del Piccolo Aral è arrivata a 6000 tonnellate.[5] Le acque del lago, inoltre, sono risultate abbastanza pulite da essere potabili e la salinità è tornata livelli simili a quelli pre-1960.

La costruzione di una nuova e più grande diga è allo studio. Sarebbe anch'essa finanziata per l'85% dalla Banca Mondiale e per il 15% dal governo del Kazakistan. L'obiettivo della nuova diga sarebbe quello di riportare il livello del "Piccolo Aral" fino a consentirgli di bagnare e rendere nuovamente operativo, entro il 2015, il porto di Aralsk, che al momento è ancora a circa 25 km di distanza dal lago[6]. La nuova diga non andrebbe a sostituire l'attuale Kokaral bensì andrebbe ad integrarsi in un complesso sistema di nuove costruzioni e canalizzazioni localizzate principalmente nella baia di Saryshaganak, alla cui estremità sorge la città di Aralsk. I lavori, che ammonterebbero a 191 milioni di dollari, consisterebbero nella costruzione di un canale che porti l'acqua dal Syr Darya direttamente nella baia. La baia sarebbe poi chiusa dalla nuova diga. Nel giro di poco tempo, il livello dell'acqua dovrebbe tornare a bagnare il porto di Aralsk[7].

C'è da considerare tuttavia il fatto che il "Piccolo Aral" giace completamente sul suolo del Kazakistan e la sua divisione ha, in pratica, condannato a morte il "Grande Aral", che invece giace in gran parte in Uzbekistan. Le autorità dell'Uzbekistan ritengono che ormai la situazione sia talmente compromessa che l'unica soluzione sia quella di investire nel rinverdimento del deserto lasciato dal lago evaporato invece di provvedere ad un suo eventuale nuovo riempimento. Stanno avendo un discreto successo delle opere di rimboschimento di Haloxylon ammodendron, un arbusto noto anche con il nome di "albero del sale", in grado di vivere in ambienti aridi e dalla salinità elevata. Secondo un piano curato da autorità tedesche, uzbeke e kazake, nel giro di 10 anni circa 300.000 ettari saranno rimboschiti con questo tipo di vegetazione. L'obiettivo è quello di ridurre del 60%-70% la velocità del vento al suolo durante le frequenti tempeste di sabbia in modo da ridurre sensibilmente la quantità di polveri che i venti portano nei dintorni.

Ciononostante, l'esistenza di soluzioni per riportare il lago al livello originario è stata dimostrata in più occasioni da ingegneri idraulici e studiosi di varie parti del mondo. Oltre al sistema delle dighe e dell'ottimizzazione dello sfruttamento dell'acqua dell'Amu Darya e del Syr Darya, si è proposto:

* l'utilizzo di varietà di piante di cotone che richiedono un'irrigazione minore[8];
* la realizzazione di canali che devino nell'Aral parte delle acque dei fiumi Volga, Irtyš e Ob'. Questa soluzione riporterebbe il lago al suo livello originario entro un massimo di 30 anni, ma i lavori implicherebbero un costo dai 30 ai 50 miliardi di dollari USA[9];
* la costruzione di un acquedotto che, previa desalinizzazione, porti acqua all'Aral dal mar Caspio[10]
.wikipedia.

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lunedì 12 settembre 2011

Muore a 39 anni Andy Whitfield l'attore di «Spartacus»

Andy Whitfield, attore di «Spartacus: sangue e sabbia», è morto domenica a Sydney, in Australia. Aveva 39 anni ed è stato ucciso da un linfoma non Hodgkin.

LE PAROLE DELLA MOGLIE - «In una bellissima e soleggiata mattina, circondato dalla sua famiglia, tra le braccia della sua innamorata moglie, il nostro bellissimo giovane guerriero Andy Whitfield ha perso la sua battaglia lunga diciotto mesi contro il cancro - si legge in una nota diffusa dalla moglie Vashti -. È morto pacificamente, circondato dall'amore. Grazie a tutti i fan, il cui amore e supporto lo hanno aiutato ad andare avanti fino a questo punto. Sarà ricordato come un uomo, padre e marito esaltante, coraggioso e cortese». Molti i messaggio lasciati sulla pagina di Facebook dell'attore. Come quello di Raquel Sevilla: «Che tragedia. Era un vero eroe. Riposa in pace Andy».

Muore a 39 anni il protagonista di «Spartacus» Muore a 39 anni il protagonista di «Spartacus» Muore a 39 anni il protagonista di «Spartacus» Muore a 39 anni il protagonista di «Spartacus» Muore a 39 anni il protagonista di «Spartacus» Muore a 39 anni il protagonista di «Spartacus» Muore a 39 anni il protagonista di «Spartacus» Muore a 39 anni il protagonista di «Spartacus»

LA CARRIERA - Whitfield, nato in Galles e trasferitosi in Australia nel 1999, era diventato famoso grazie al ruolo di protagonista nella serie televisiva«Spartacus». L'attore aveva interpretato tutti i 13 episodi della prima stagione e stava per iniziare la seconda quando si è ammalato. Sperando in una sua guarigione, la produzione scelse di girare un prequel: «Spartacus - Gli dei dell'arena», in cui si sente solo, brevemente, la voce dell'attore. Lo scorso gennaio, però, quando Whitfield si è aggravato, è stata annunciata la sua sostituzione con un altro attore, l'australiano Liam McIntyre. «Siamo profondamente addolorati per la perdita del nostro caro amico e collega - ha detto Chris Albrecht, il presidente di Starz, la rete televisiva di «Spartacus» -. Siamo stati fortunati a lavorare con Andy e sappiamo che l'uomo che ha interpretato un campione sullo schermo, lo era anche nella vita».
corriere.it

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domenica 11 settembre 2011

La maratona più dura del mondo con 24 mila metri di dislivello in 150 ore

Di corsa sui «giganti» della Valle d'Aosta al Tor des Geants. I concorrente più anziano ha 72 anni

VALLE D'AOSTA

La maratona più dura del mondo con
24 mila metri di dislivello in 150 ore

Di corsa sui «giganti» della Valle d'Aosta al Tor des Geants. I concorrente più anziano ha 72 anni

L'edizione 2010 (Marco Spataro)
L'edizione 2010 (Marco Spataro)
MILANO - Con circa 330 chilometri di corsa e sofferenza e 24 mila metri di dislivello partirà domenica il «Tor des Geants», il trail running più lungo del mondo che si sviluppa sulle Alpi intorno alla Valle d'Aosta. Una gara per «superatleti», capaci di sopportare la fatica, il freddo, le difficoltà dell'alta quota pur di tagliare il traguardo. Il tempo massimo per concludere la prova è fissato in 150 ore, ovvero sei giorni, sei notti e sei ore.

L'EDIZIONE 2010 - L'anno scorso il vincitore - il trentottenne meranese Ulrich Gross - ha impiegato 80 ore e 27 minuti per completare il percorso, con cinque ore di vantaggio sul secondo classificato. Sui 330 partiti nel 2010, in 179 erano arrivati alla fine. Quest'anno saranno 507 i corridori, provenienti da 23 nazioni. Le rappresentanze più consistenti sono quelle italiana, francese e spagnola, ma per partecipare alla «supermaratona» sono arrivati atleti anche da Stati Uniti, Canada, Giappone e Guyana. L'eco del successo dell'anno scorso ha infatti fatto il giro del mondo e il tetto massimo di iscritti è stato bruciato in soli sei giorni. LE TAPPE - La partenza è prevista alle 10 da piazza Abbè Henry, nel «cuore» di Courmayeur. Seguendo i sentieri delle due Alte Vie della Valle d'Aosta, i concorrenti scenderanno verso la bassa valle dal lato sud per poi tornare ai piedi del Monte Bianco dal versante opposto. Sono previste sette «basi vita», dove rifocillarsi e riposare, a circa 50 chilometri di distanza l'una dall'altra. Disseminati sul percorso anche una quarantina tra punti di soccorso, di controllo e di ristoro. Per chi vuole dormire qualche ora sono disponibili letti e brandine, per fare il pieno di energia saranno distribuiti pasta, carne e tonno in scatola, formaggio, insaccati, frutta secca, biscotti. «Niente alcolici - sottolineano gli organizzatori - ad eccezione della birra che è un ottimo integratore». Valgrisenche, Cogne, Donnas, Gressoney, Valtournenche, Ollomont sono alcune delle località attraversate dalla carovana del «Tor des geants», prima di far ritorno a Courmayeur. La corsa si sviluppa sulle pendici delle montagne più conosciute di questo spicchio delle Alpi: Monte Bianco, Rutor, Gran Paradiso, Monte Rosa e Cervino. Il punto più alto è il col Lauson, 3.296 metri di quota, con temperature che sfiorano gli zero gradi. I concorrenti avranno un braccialetto con microchip per registrare i passaggi .

L'ATTREZZATURA - Ma non è l'unico oggetto hi-tech nella dotazione del perfetto «trail runner»: si parte dalle scarpe del peso di 300 grammi (costo 150 euro) per arrivare alle calze lunghe elasticizzate per stimolare la circolazione (30 euro) e ai pantaloni 3/4 (50 euro), alla maglietta aderente in microfibra (40 euro) con ricambio, al gilet softshell (100 euro) e alla giacca antivento (50 euro), fino ai bastoncini in carbonio (100 euro), al micro zaino con camelbag (100 euro), agli occhiali da sole e alla lampada frontale, ai guanti e alla bandana, alla scorta di barrette energetiche e integratori di ultima generazione. In tutto oltre 1.000 euro di attrezzatura.

I CONCORRENTI - Il percorso è massacrante, con 24.000 metri di dislivello. I concorrenti devono attraversare 32 comuni, percorrere i sentieri di un parco nazionale e di un parco regionale, superare 25 colli sopra i 2.000 metri di quota, passare a fianco di 30 laghi di montagna. Il concorrente più anziano è Michelangelo Moraglia, 72 anni, di Sanremo, il più giovane Marco Forabosco, 24 anni, di Udine. In gara ci saranno anche i dominatori della passata stagione, i fratelli Ulrich e Annemarie Gross (prima in campo femminile), che hanno avuto la meglio sugli avversari grazie ad un'eccezionale resistenza al sonno. Ai nastri di partenza anche due fratelli di Reggio Emilia, Gabriella e Pierfrancesco Fiocchi, ma anche due coniugi di Courmayeur, Renato Jorioz e Nicoletta Savoye. Tra ai big, infine, spicca il nome di Abele Blanc, alpinista valdostano che ha conquistato tutti i 14 Ottomila della Terra. Mercoledì sono previsti i primi arrivi a Courmayeur.
CORRIERE.IT

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giovedì 8 settembre 2011

Scompare squadra di campioni di hockey

MILANO - Un aereo di linea russo Yak-42 si è schiantato al decollo a Yaroslav, causando la morte di almeno 44 persone. L'aereo era decollato dall'aeroporto di Yaroslavl diretto a Minsk. Delle persone a bordo una potrebbe essersi salvata, pur essendo rimasta ferita gravemente, secondo quanto la portavoce del ministro delle Emergenze Yelena Smirnykh ha affermato alla televisione pubblica Rossiya 24. A bordo del velivolo c'erano i membri della squadra russa Lokomotiv Yaroslavl: si stavano recando nella capitale bielorussa per il primo match della stagione della Kontinental hockey league (KHL). Tra di loro diversi campioni di hockey su ghiaccio come il portiere, lo svedese Liv, ex campione olimpico o lo slovacco Demitra ex star della Nhl. Il Lokomotiv Yaroslavl è stato negli ultimi anni per 3 volte campione nazionale rINCIDENTI - Il 21 agosto uno Yak-18 è precipitato nella regione Leningrado a nord-ovest della Russia. L’aereo poi si è incendiato e tutti e quattro dei passeggeri a bordo sono morti. E all’inizio del mese di agosto, sempre in Russia è precipitato dopo il decollo dalla località di Magadan, nell'estremo oriente della Russia, un aereo cargo Antonov-12. Anche in quell’incidente le undici persone che si trovavano a bordo, tutti membri dell'equipaggio, hanno perso la vita.

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mercoledì 7 settembre 2011

Il cinico, l'infame, il violento

l cinico, l'infame, il violento è un film poliziottesco del 1977, diretto da Umberto Lenzi, con Maurizio Merli, Renzo Palmer, Tomas Milian e John Saxon.

Il titolo del film è un omaggio di Lenzi al film Il buono, il brutto, il cattivo di Sergio Leone. La pellicola tenta una commistione tra il poliziottesco e il film di rapina, in voga in quegli anni. Incassò 1.800.000.000 di lire.[1]

Il film è il diretto seguito di Roma a mano armata, diretto da Lenzi nel 1976 ed uscì in Italia il 3 febbraio 1977[2].
Indice


* 1 Trama
* 2 Produzione
o 2.1 Riprese
* 3 Accoglienza
* 4 Colonna sonora
* 5 Collegamenti ad altre pellicole
* 6 Note
* 7 Collegamenti esterni

Trama

A Milano iniziano a proliferare rapine, furti ed altri tipi di crimine. Il tutto coincide con l'uscita di galera del perfido Luigi Maietto, conosciuto come il Cinese (Tomas Milian). Uscito di prigione, il Cinese decide di eliminare il poliziotto che con la sua testimonianza in un processo lo aveva fatto condannare all'ergastolo, cioè il commissario Leonardo Tanzi (Maurizio Merli). La sera stessa, Tanzi riceve un assalto da parte degli uomini del criminale, che gli sparano ferendogli gravemente la spalla.
I giornali dimostrano che Tanzi è stato ucciso

In giro viene messa la voce secondo cui il commissario Tanzi è stato ucciso. Il Cinese stringe un patto con il ricco imprenditore malavitoso Frank Di Maggio (John Saxon), con il quale ha intenzione di arricchirsi sino a poter diventare indipendente: Di Maggio gli dimostra però che con lui non si deve scherzare, facendolo assistere alla tortura di un uomo che prima viene preso a colpi di pallina da golf e poi viene sbranato dai cani. Il commissario Astalli, capo della polizia di Milano, consiglia a Tanzi di fuggire in Svizzera, dove non potrà più rischiare la morte. Ma Tanzi prende un treno per Roma, la grande metropoli in cui si è trasferito Maietto.
La tortura del debitore

Appena arrivato in città, lo zio di Tanzi, un piccolo negoziante, viene rapinato da due ragazzi: uno di loro viene identificato con il soprannome di "Cappuccino" (Massimo Bonetti). Dopo aver portato al sicuro suo zio e aver preso una camera in un albergo nei bassifondi, Tanzi si mette alla ricerca del criminale, che si occupa di estorcere il denaro per il Cinese, che a sua volta il delinquente porta a Di Maggio.
Il Cinese durante l'estorsione ai danni di Natali

Di Maggio ordina al Cinese di continuare il giro delle estorsioni, recandosi da Natali (Riccardo Garrone), un ricco uomo d'affari che possiede una concessionaria d'auto e ha deciso di non pagare più la protezione al boss. Il Cinese lo raggiunge in auto, con alcuni dei suoi scagnozzi, e lo convince a dare i soldi. Subito dopo gli fa spaccare una gamba.

Una sera, in discoteca, Tanzi fa amicizia con una donna, Nadia (Gabriella Lepori), picchiata da suo marito, Nicola Proietti (Gianni Musi). Il commissario picchia Proietti, allontanandolo dalla moglie, e porta la donna nell'albergo dove alloggia.

Il giorno dopo, Tanzi riesce a trovare il famigerato "Cappucino" e fa saltare fuori il nome del Cinese. Scoperto un traffico di denaro tra la Svizzera e Roma, Tanzi rintraccia Proietti nuovamente e lo picchia, rubando il numero del conto corrente. Di Maggio si vede dunque soffiati sotto il naso i soldi che doveva ricevere dalle varie estorsioni e chiede aiuto al Cinese per trovare il responsabile del furto.

Il criminale si reca allora all'ospedale, dove, con la scusa di dover far visita al suo collega Proietti, scopre che il commissario Tanzi - del cui omicidio lui era stato il mandante - è in realtà ancora vivo e vegeto e continua ad agire per conto proprio. Proietti viene ucciso dal Cinese, che mette in azione i suoi scagnozzi per cercare di uccidere il commissario.
Tanzi assiste alla morte dello zio

Essi cercano di eliminarlo tramite un fucile da cecchino ed una serie di bombe a mano lanciate da un'auto. Tanzi riesce a fermare i criminali, ma non il cecchino, che dopo aver sparato un altro colpo ferendo a morte lo zio di Tanzi, fugge.

Il commissario giura vendetta nei confronti dei banditi e lascia il luogo del delitto. La polizia inizia a sospettare di Frank Di Maggio e manda degli uomini a perquisire la casa e ad arrestarlo. Di Maggio fa chiamare il suo avvocato di fiducia, Marchetti (Marco Guglielmi) e scopre che il Cinese non ha ancora consegnato i soldi estorti nell'ultimo mese. Di Maggio impiega poco tempo a capire che il Cinese ha architettato un piano per rubare i suoi soldi e chiede al suo avvocato di farlo uscire di galera quanto prima possibile.

Dopo che la sua ragazza Nadia ha rischiato la vita per un pestaggio, Tanzi decide di metterla su un treno per Milano, una città sicuramente più sicura. Dopo aver fatto il biglietto, Nadia torna al negozio dove Tanzi si rifugia e scopre di essere pedinata da una donna misteriosa, che si rivela al commissario come la sorella del defunto Proietti, che cerca vendetta nei confronti del Cinese.

Tanzi architetta allora un piano, insieme ad un amico suo ragioniere (Gianfilippo Carcano), per far sì che siano gli stessi delinquenti ad uccidersi. Fortuna vuole che in prigione, durante la permanenza di Di Maggio, si scateni una rissa ai danni dell'uomo. Tanzi chiede ad un suo amico giudice di scagionare Di Maggio, affinché esca di prigione una volta e per tutte e non provvisoriamente.
Tanzi attraversa i raggi all'infrarosso

Tanzi manda la sorella di Proietti a parlare con gli scagnozzi di Maietto, per informarli che quella sera si svolgerà uno scambio di danaro e verrà temporaneamente disattivato l'allarme della cassaforte. Aiutato dal ragioniere, Tanzi si reca sul posto e, dopo aver attraversato un reticolo di raggi infrarossi, disattiva l'antifurto e attende l'arrivo dei ladri. Questi prendono i soldi di Di Maggio e fuggono, riuscendo ad eludere la polizia appena accorsa.

Furbamente, il Cinese ha nel fattempo convocato l'avvocato di Di Maggio a casa sua, cosicché questi testimoni poi al suo capo che il criminale non può essere coinvolto nella rapina. Rubati i soldi, i ladri li portano al Cinese, che poco dopo contatta Di Maggio, dicendo di avere recuperato la refurtiva.
Il Cinese viene beffato dai suoi scagnozzi

Il giorno dopo i delinquenti si incontrano al Ranocchia, un ristorante lungo la via Salaria. Il Cinese cerca di beffare Frank, ma questi "compra" gli scagnozzi del rivale e dunque glieli mette contro. Il delinquente viene costretto a dare i soldi a Di Maggio, mentre il suo scagnozzo dovrà ucciderlo. All'apertura della valigetta, Di Maggio scopre che dentro vi è solo carta igienica.
Il Cinese ucciso da Tanzi

Non può fare uccidere il Cinese, perché gli servono i soldi. A questo punto interviene Tanzi. Si scatena una sparatoria, nella quale perdono la vita gli scagnozzi e Di Maggio. Il Cinese viene ferito ma scappa e si rifugia in un fuoristrada. Tanzi lo insegue a piedi e lo uccide. Accorre Astalli, che conclude le azioni e loda il lavoro del collega.
[modifica] Produzione
[modifica] Riprese

Le riprese del film si svolsero unicamente a Roma.[3] Come nel precedente Roma a mano armata, sul set del film, Merli e Tomas non si incontrarono mai, eccetto che nel finale, dove tuttavia per la morte del Cinese fu utilizzata una controfigura.[4]

Durante le riprese di una sequenza d'azione, Maurizio Merli si fece male con la pistola dalla quale partì un colpo a salve.[4]

Durante un'altra sequenza, Merli ebbe un duro diverbio con l'attrice Gabriella Giorgelli e con Umberto Lenzi, in quanto la Giorgelli gli chiese se avesse tolto il caricatore dalla pistola, per realizzare la scena.[4]

Iniziò una movimentata discussione, in cui Merli tentò di dare un calcio alla Giorgelli, ma si mise in mezzo una parrucchiera, che si beccò il calcio.[4] La Giorgelli fu più sfortunata nella sequenza in cui le viene gettato sulla faccia del vetriolo: le fu gettato infatti un liquido che doveva solo emettere del fumo, ma le procurò un'allergia che le bruciò veramente la pelle.[4]
[modifica] Accoglienza

Paolo Mereghetti scrisse che il film è «scontato dall'inizio alla fine»[5] e che l'interpretazione di Maurizio Merli era pessima, «inespressiva».[5] Sempre secondo Mereghetti, l'unica attrattiva del film sono i litri di sangue spesi inutilmente.[5]

Massimo Pepoli disse invece, a proposito della pellicola, che la delusione maggiore per il pubblico era stato il trovare un Tomas Milian non più nei panni d'Er Monnezza,[6] ma in quelli di un criminale sadico qualunque.[6]

L'unica che difese il film fu Giovanna Grassi del Corriere della Sera, che lodò la bravura di Lenzi nel ricavare un buon film da un soggetto non eccezionale di Sauro Scavolini.[7] Sempre la Grassi lodò l'ironia del film e la performance di Tomas Milian, oltreché la mescolanza dei generi.[7]
[modifica] Colonna sonora
Big Fight scorre sui titoli di testa, mentre partono gli inseguimenti della polizia

Le tracce sono le seguenti:

1. Big Fight
2. L'ultima minaccia
3. Droga e paura
4. Senza via d'uscita
5. Dark Suspence
6. Pronti per l'agguato
7. Tensione notturna
8. Running To The Airport
9. A un passo dal pericolo
10. Deep Night
11. Caccia al cinese
12. Fiato sospeso
13. Autostrada della morte
14. Affanno

wikipedia

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martedì 6 settembre 2011

Sciopero generale CGIL IMPEDISCE L'USCITA DEL CORRIERE DELLA SERA

Lo sciopero nazionale della Cgil impedirà domani l'uscita del Corriere . La maggior parte degli altri quotidiani sarà in edicola. In precedenti occasioni, i lavoratori poligrafici, con grande senso di responsabilità, avevano garantito tutte le pubblicazioni. Questa volta no.

La decisione è stata presa direttamente da Susanna Camusso. Ed è stato minacciato un ulteriore sciopero nel caso si tenti di far uscire ugualmente il giornale con le maestranze presenti. Un atto grave e discriminatorio. Ho chiesto al segretario della Cgil di esaminare la possibilità di una deroga. Com'è sempre accaduto.

Le ho fatto notare che altri giornali, pur con molti dipendenti aderenti alla Cgil in sciopero - seppure in percentuale inferiore ai nostri -, appariranno regolarmente in edicola. Il Corriere no. Non ho ricevuto risposta. Educazione a parte, mi è sembrato di cogliere nelle parole della Camusso un fastidio nei confronti delle critiche e delle posizioni del Corriere che mi ha sorpreso e amareggiato. Ci siamo sempre comportati in maniera corretta con la Cgil, pur non condividendone alcune scelte. Nell'impedire l'uscita del giornale, Susanna Camusso scrive una pessima pagina della sua gestione. Nega i diritti di altri lavoratori e, soprattutto, dei lettori. Già, i diritti. Ne parlerà dal palco di Roma, domani, segretario?DI SEGUITO I COMMENTI:Non riesco a capire cosa altro ci dobbiamo aspettare per poter manifestare la nostra indignazione verso questo governo ormai nella più completa confusione che ci sta portando in una crisi senza ritorno. I distingui caro Bonanni non fanno altro che isolare sempre più la cisl; questo non è un giorno perso; pensi un pò a tutti i giorni di lavoro che i lavoratori perdono quando le aziende ti lasciano a casa quando non gli servi più. Una manifestazione civile per maggior rispetto alla dignità di chi ha fatto crescere questo paese e sui quali oggi si vuole operare per risanare uno stato gestito da approfittatori e incompetenti.
MAL VOLUTO NON E' MAI TROPPO!!!
05.09|19:53
augupaci

Egr. sig. De Bortoli, mi dispiace per il Corriere ma la linea compiacente di questo giornale verso l'estrema sinistra e CGIL è stata completamente controproducente! Legga i commenti sull'articolo dello sciopero generale; non sarebbero stati più velenosi neppure sull'Unità o sul Manifesto. Purtroppo, il vecchio e auterevole Corrierone è diventato un clone di Repubblica!
non credo nella difesa dei vostri diritti
05.09|19:53
+bici-smog

e anche se non mi pubblicherete qualcuno mi leggerà. magra soddisfazione, comunque. questo il mio pensiero: a voi dà fastidio non uscire perché escono gli altri, e a me sapeste quanto mi da fastidio che un dirigente casca in piedi quando un impiegato viene licenziato e lavorano per la stessa azienda che fallisce. che un evasore fiscale viene preavvertito delle misure di tassazione e ha tempo di uscire all'estero, e io no, perché campo di lavoro dipendente. a me dà fastidio che i sindacati non siano uniti quando si tratta di difendere le categorie più deboli perché hanno fatto un patto col governo, a me rende furiosa che i calciatori possono battere i piedini miliardari per terra perché non vogliono pagare le tasse, e vincono, mentre io o pago le tasse o pago il dentista, che gira con il bialbero in costa smeralda. a voi non interessano i diritti/doveri degli scioperanti. chissenefrega. a voi interessa che il corriere non sia in edicola ma la stampa qualsiasi si? eh, capita. l'effetto sgradevole dello sciopero generale è che tutti pensano a ciò che hanno da perdere, invece di ciò che hanno da guadagnare. chissà cosa pensa l'esercito di precari che avete in redazione. fatelo scrivere a loro cosa pensano dello sciopero.
ambiguità di certi siti
05.09|19:53
johannes de silentio

messaggio chiaro, direttore. è necessario spiegare perchè domani il giornale non potrà uscire. questo blocco all'uscita del giornale mostra ancora una volta quanto la cgil sia un partito politico, il braccio politico di repubblica e sinistra varia. sono pessimi. aggiungo alla triste schiera anche certi siti, uno su tutti: www.libero.it. nel dare la notizia del blocco all'edizione di domani del corriere, www.libero.it crea un tale alone di ambiguità da far credere che il corsera stia con la cgil. siamo al ribaltamento completo del concetto di informazione: siamo alla manipolazione. se i vecchi del fu-PCI vedessero questo, sarebbero i primi a prenderne le distanze. ha ragione il Papa: occorre una nuova classe dirigente, politica e giornalistica, che cerchi il Bene Comune, e non il proprio tornaconto personale. Buona ricerca di talenti, direttore. Con stima, una sua attenta lettrice.
la CGIL VIOLA LA COSTITUZIONE
05.09|19:51
ARNA

Ed i DIRITTI di chi vuole LAVOARE o di spostarsi liberamente nel proprio Paese. Un esempio? Tutti coloro che avevano in programma di prendere un TRENO dovranno bivaccare nelle stazioni, mentre centinaia di CORRIERE ( i cui autisti non aderiranno allo sciopero) porteranno migliaia di LAVORATORI indefessi a ROMA per la solita CAGNARA.
CORRIERE .IT

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lunedì 5 settembre 2011

Al sole dopo30 anni da cavie: gli scimpanzè e la libertà ritrovata

MILANO - I raggi del sole accarezzano la pelliccia, le gocce di pioggia cadono sul naso e per la prima volta sentono l’erba sotto i loro piedi. Dopo oltre 30 anni Alfred, David, Xsara, Susi e altri 34 scimpanzè escono dalle gelide e buie stanze del laboratorio e scoprono la libertà. In un rifugio per animali in Austria gli animali, usati come cavie per ogni sorta di test, ricominciano una nuova vita.

DALLA GABBIA AL PARCO - Salvati da un triste destino: molti di loro non hanno mai visto la luce del sole, in quanto nati e cresciuti in laboratorio. Strappati alle loro madri uccise da cacciatori in Africa sono arrivati ancora cuccioli nella Bassa Austria in piccoli contenitori. Un laboratorio di ricerca di una grossa casa farmaceutica li ha poi utilizzati per vari esperimenti: sono stati infettati con il virus dell'epatite e con quello dell'AIDS. Per anni sono rimasti in gabbie piccolissime, senza nessun contatto con gli altri animali della loro specie. Hanno visto solo persone con strane mascherine e camici protettivi simili a tute spaziali. Michael Aufhauser, fondatore del parco austriaco dove dal 2002 sono stati accolti gli animali, ha raccontato alla tv tedesca Rtl la prima uscita degli scimpanzè: «Si sono abbracciati, hanno riso. Immaginate, rimanere imprigionati per tutto questo tempo e poi d'improvviso si apre la porta». Il nuovo impianto, con un recinto all'aperto che si estende su circa 2500 metri quadrati e che è costato 3 milioni di euro, si trova a Gänserndorf, a qualche chilometro da Salisburgo. Da quasi dieci anni il rifugio per animali di Gut Aiderbichl accoglie gli animali in difficoltà.
corriere.it

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domenica 4 settembre 2011

Abatantuono fa il razzista La Lega: fango sul Veneto

VENEZIA – Il suggerimento giusto l’ha dato Diego Abatantuono: «Teniamolo presente per il futuro: si esce con un trailer, nasce la polemica e il lancio del film è bello che fatto. Scherza ma non troppo il protagonista di Cose dell’altro mondo di Francesco Patierno, in concorso nella sezione Controcampo italiano, presentato al lido in contemporanea con l’uscita nelle sale e anticipato da una polemica (scatenata appunto dalla visione sul web del trailer) culminata con un’interrogazione parlamentare presentata da Massimo Bitonci della Lega Nord. Lo stesso che come sindaco di Citadella firmò un’ordinanza contro il kebab. Ordinanza che ottenne il plauso del governatore Zaia: «Bitonci ha fatto bene a presentarla perché solleva un problema del fatto che comunque bisogna finire di inondare i veneti e la gente del Nord di infamia. Vogliono dipingerci come zulù, con tutto il rispetto per gli zulu, ma è ora di finirla». COSE DI QUESTO MONDO - «Una polemica nata sulla fiducia, senza aver visto il film», commenta Abatantuono che nel film è Golfetto, un’imprenditore veneto con fabbrichetta piena di lavoratori immigrati e rete tv in cui si lancia in monologhi contro gli stranieri a base di slogan tipo: «Conviviamo con i fondamentalisti islamici, gli zingari, i fancazzisti albanesi: prendete il cammello e andate a casa». Cose di questo mondo, dunque, direttamente ispirate a personaggi realmente esistenti. La questione, spiega il regista del film, il napoletano Francesco Patierno, è «che il film non è ideologico. E gli applausi con cui è stato accolto in sala qui a Venezia, lo dimostrano. Il tema è il nostro rapporto con chi è diverso da noi. E parla di sentimenti, non ideologia: segue le vicende di tre persone che hanno relazioni dirette con alcuni stranieri e delle loro reazioni emotive nel momento in cui non ci sono più». E, comunque, sottolinea Patierno: «I leghisti non rappresentano tutto il Veneto». Concorda Abatantuono, che ricorda che il film è una favola. «Il mio personaggio è ispirato alla realtà, può succedere davvero che uno dica cose simili, e questo lo rende inquietante. Quello che non può succedere è l’epilogo del film, la scomparsa degli extracomunitari». Non ideologico, ma molto simbolico, sostiene Valerio Mastandrea, uno degli interpreti. «Io non credo che non sia ideologico. Non parlo di appartenenza politica, ma credo con l’attenzione che dimostra ai risvolti emotivi della nostra relazione con gli stranieri ha un punto di vista. Quando si ipotizza un mondo senza immigrati, si pensa solo alle conseguenze produttive. Il film aiuta a pensare a quelle sentimentali».

RICONOSCIMENTO - Il film arriva oggi nelle sale: già da lunedì, analizzando i dati del box office si potrà notare se gli abitanti del Veneto avranno seguito il consiglio lanciato via web da alcuni concittadini: boicottare il film. Qualche difficoltà nel girarlo c’è stata: il sindaco di Treviso Gobbo negò il permesso di girare in città, permesso invece accordato dal primo cittadino di Bassano del Grappa. La pellicola, vale la pena ricordarlo, ha ottenuto il riconoscimento di film di interesse culturale nazionale da parte del Ministero per i Beni culturali, oggi diretto dal Veneto Galan. Ed è distribuita Medusa, che ha anche appoggiato la Rodeo Drive nella produzione.

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giovedì 1 settembre 2011

QUALITA’ DELLA VITA/ In Australia e Canada 7 delle 10 migliori città al mondo

E’ Melbourne, in Australia, la città dove si vive meglio in assoluto. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’Economist Intelligence Unit, che ha stilato una classifica sulla qualità della vita in 140 città a livello mondiale.



TOP 10 DELLA VIVIBILITA’ - Nella top ten oltre a Melbourne compaiono Vienna, capitale dell’Austria, Vancouver in Canada, Toronto (sempre in Canada), Calgary (Canada), Sydney (Australia), Helsinki in Finlandia, Perth (Australia), Adelaide (Australia) e Auckland (Nuova Zelanda). Su dieci delle migliori città quindi quattro si trovano in Australia e tre in Canada. E come osserva il rapporto dell’Economist, non si tratta affatto di un caso. Secondo gli esperti infatti “sembra esserci una correlazione tra la tipologia delle città che si trovano in cima alla classifica. Quelle che ottengono i migliori risultati sono centri di medie dimensioni in Paesi ricchi con una densità della popolazione relativamente bassa. Questo può incoraggiare la diffusione di strutture per le attività ricreative, senza comportare gli alti livelli di criminalità delle metropoli sovrappopolate. Ed è per questo che sette delle città inserite nella top ten si trovano in Australia e Canada, Paesi la cui densità della popolazione è pari rispettivamente a 2,88 e 3,40 persone per chilometro quadrato”. Ma quali sono invece le città al mondo dove si vive peggio?



LE 10 CITTA’ PEGGIORI - Il centro con la qualità della vita in assoluto più bassa è Abidjan, in Costa d’Avorio. Ma nella classifica delle dieci peggiori città al mondo ci sono anche Teheran in Iran, Douala in Camerun, Karachi in Pakistan, Tripoli in Libia, Algeri in Algeria, Lagos in Nigeria, Port Moresby a Papua Nuova Guinea, Dhaka in Bangladesh e Harare in Zimbabwe.L’EUROPA PEGGIORA - E se può non stupire che sei su dieci dei centri peggiori si trovino in Africa, osservando l’intera classifica si osserva che in generale le città europee registrano un abbassamento della qualità della vita. A causarlo è stata l’attuale crisi dell’eurozona, che ha colpito soprattutto la Grecia dove le misure per l’austerity e le conseguenti proteste hanno provocato una riduzione del 2,5% nel punteggio sulla vivibilità assegnato ad Atene. Quest’ultima è infatti la sola città dell’Europa Occidentale a essere sotto la soglia dell’80%, con un punteggio al di sotto di quelli di San Juan a Puerto Rico e a Montevideo in Uruguay.Curiosità
QUALITA’ DELLA VITA/ In Australia e Canada 7 delle 10 migliori città al mondo
Redazione

mercoledì 31 agosto 2011

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QUALITA’ DELLA VITA/ In Australia e Canada 7 delle 10 migliori città al mondo Lo skyline di Melbourne

GUERRA E QUALITA’ DELLA VITA - Ma anche la Primavera araba ha avuto conseguenze sul livello della vivibilità generale degli Stati interessati dalle rivolte in Medio Oriente e Nord Africa. Le guerre civili iniziate in molti di questi Paesi dal dicembre 2010 hanno portato a una riduzione dei punteggi soprattutto per quanto riguarda la stabilità sociale, uno dei fattori che influenzano la qualità della vita. Anche se, osservano sempre gli esperti dell’Economist, in alcuni Paesi l’allentamento delle restrizioni politiche può compensare lievemente il declino. La ricerca non include però città come Kabul e Baghdad, che molto probabilmente sarebbero risultate agli ultimi posti. Guerre e conflitti infatti sono spesso responsabili dei punteggi più bassi. E questo perché la minaccia di conflitti armati causa non solo la violazione dei diritti civili, ma danneggia anche le infrastrutture, rende gli ospedali sovraffollati e rende difficoltoso reperire beni di consumo, servizi e attività ricreative. Sono 13 in particolare le città dell’Africa settentrionale a sub-sahariana dove sono in corso gravi episodi di violenze legate alla criminalità, alla guerra civile, al terrorismo o alla guerra

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