mercoledì 13 gennaio 2010

Guatemala: il presidente non è il mandante dell'omicidio di Rosenberg

L'avvocato ha assoldato un killer per farsi uccidere e in questo modo accusare il capo dello Stato

Il presidente del Guatemala, Alvaro Colom, con la moglie (Reuters)
Il presidente del Guatemala, Alvaro Colom, con la moglie (Reuters)
WASHINGTON (USA) - Questa è una storia da film. La scena è il Guatemala. Nei primi giorni di maggio l’avvocato Rodrigo Rosenberg registra un drammatico video nel quale afferma: «Se verrò ucciso, i mandanti del mio omicidio sono il presidente Alvaro Colom, la moglie e il suo segretario personale». Poi consegna il filmato in mani sicure. Il 10 maggio il legale viene assassinato mentre è in giro in bicicletta. L’agguato provoca furiose proteste, dimostrazioni di piazza ed una richiesta di incriminazione per il presidente Colom, esponente di centro-sinistra in lotta con l’elite del paese. L’attentato all’avvocato sembra il classico «delitto di stato». Oltre all’inchiesta locale, parte un’indagine affidata alle Nazioni Unite che, dopo mesi di analisi e verifiche, è arrivata ad una clamorosa conclusione: Rosenberg ha pianificato il suo omicidio. E per portare a termine il piano ha ingaggiato con l’aiuto di due cugini un killer che poi ha eseguito la missione. Ma i parenti – hanno accertato gli inquirenti - non sapevano chi fosse l’obiettivo, pensavano di doversi occupare di «un nemico».

COMPLOTTO - La svolta nell’inchiesta è stata resa possibile dall’analisi dei tabulati telefonici. Si è scoperto che Rosenberg ha utilizzato due cellulari: uno per inviare messaggi di minaccia a se stesso, l’altro per tenere i contatti con il sicario. L’avvocato era molto depresso ed aveva problemi familiari. Una situazione aggravata dall’uccisione di un importante imprenditore, Kalil Mousa, e della figlia Marjory che aveva una relazione con Rosemberg. Un delitto misterioso all’origine di sospetti e polemiche nei confronti del presidente Colom. Nelle settimane precedenti all’agguato Rosenberg aveva comprato due tombe – una per sé e l’altra per Marjory -, quindi aveva sistemato i suoi affari per non lasciare pendenze ed aveva annunciato che si sarebbe ritirato dall’attività. Un’uscita di scena pianificata fino all’ultimo dettaglio con l’obiettivo finale di portare all’incriminazione del presidente e ad un’inevitabile destituzione.
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