martedì 26 gennaio 2010

Fiat, 2 settimane di cassa ovunque I sindacati: è una contraddizione

MILANO - La produzione è inferiore al fabbisogno interno, ma ciò nonostante la Fiat prevede due settimane di cassa integrazione e al tempo stesso annuncia la distribuzione di dividendi ai soci. Tanto basta per scatenare i sindacati che parlano di contraddizioni da parte del Lingotto e che si preparano a fronteggiare i malumori dei lavoratori, che ancora oggi in diverse fabbriche del gruppo hanno dato vita ad azioni di protesta.

LO STOP ANNUNCIATO - Tutti gli stabilimenti della Fiat Auto si fermeranno due settimane, l'ultima di febbraio e la prima di marzo. La cassa integrazione interesserà Mirafiori, Melfi, Termini Imerese, la Sevel, Cassino e Pomigliano, in totale circa 30.000 lavoratori. L'azienda spiega che la decisione è dovuta all'andamento degli ordini a gennaio che, «dopo il periodo positivo di fine 2009, si stanno drasticamente ridimensionando a un livello ancora più basso di quello registrato a gennaio dell'anno scorso, quando il mercato era in grave crisi». L'azienda prevede che «questo andamento negativo continui», e ritiene quindi necessario «adeguare i livelli produttivi alla domanda».

«FIAT CONTRADDITORIA» - «La crisi non è per niente finita. Forse abbiamo toccato il fondo ma sul fondo stiamo ancora camminando - ha commentato Giorgio Cremaschi, della direzione Fiom, ai microfoni di Cnrmedia -. La ripresa di cui parlano Confindustria e governo è troppo leggera per poter risolvere i problemi occupazionali. E in questa situazione non si possono chiudere gli stabilimenti perchè in momenti come questo si sa quando si chiude ma non si può capire quando si potrà riaprire». «È un segnale da parte della casa torinese che fa riflettere - ha poi sottolineato Eros Panicali, segretario nazionale della Uilm -. Molto probabilmente perchè in attesa di un nuovo provvedimento da parte del governo sugli ecoincentivi, ma ciò dimostra che il mercato italiano risente del rinnovo di questo provvedimento dell'esecutivo». «Siamo preoccupati - ha aggiunto - e non ce lo aspettavamo. Un segnale contraddittorio dato che la Fiat produce sul territorio nazionale meno macchine di quelle che potrebbero essere acquistate. Insomma, la casa torinese non ha problemi di sovrapproduzione ma chiede la cassa integrazione ordinaria». E il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, esorta il gruppo ad aumentare la produzione fino ad almeno 1 milione e 100 mila auto, a fronte delle 900 mila-un milione come da previsioni di Marchionne: «E' la dimensione per salvare tutti gli impianti. Questo risolverebbe anche il problema di Termini Imerese». «La Fiat a caccia di incentivi invece di aumentare la produzione» ha invece commentato il commento del vicesegretario generale Usae (Unione Sindacati autonomi europei), Leopoldo Guidi.

LE PROTESTE - Intanto le proteste degli operai non cessano. I 38 ex lavoratori della Fiat di Pomigliano d'Arco (Napoli), sono scesi dal tetto del municipio e hanno protestato durante tutta la giornata per le strade cittadine, creando notevoli disagi al traffico veicolare. I manifestanti, che erano saliti sul tetto del Comune minacciando di darsi fuoco, sono poi scesi nella stanza del sindaco Antonio Della Ratta, occupandola, ed hanno quindi deciso di effettuare un corteo per le strade della cittadina partenopea.

IN SICILIA - Intanto, più a sud, si inasprisce la protesta dei lavoratori dello stabilimento di Termini Imerese (Palermo) e dell'indotto. Le tute blu hanno bloccato in mattinata l'ingresso dei tir davanti i cancelli della fabbrica, impedendo l'ingresso ai mezzi pesanti che trasportano i pezzi di assemblare. L'obiettivo è quello di terminare le scorte e di bloccare così la produzione della Lancia Ypsilon. Intanto continua la protesta di un gruppo di operai della «Delivery Email», che da otto giorni vivono sul tetto di un capannone, dopo essere rimasti senza lavoro a causa della revoca della commessa all'azienda da parte del Lingotto. Le mogli degli operai stamani hanno organizzato un sit-in davanti ai cancelli della fabbrica.

IN BORSA - Nel frattempo, dopo una mattinata ancora in calo dopo lo scivolone del 3,69% di martedì, giorno dell'annuncio dei conti del 2009, i titoli della Fiat recuperano a Piazza Affari: il Lingotto, a metà pomeriggio, è tornato sopra alla parità e guadagna lo 0,5% a 9,5 euro anche grazie al recupero dell’indice Ftse It All, che si è portato sulla parità rispetto all’andamento negativo precedente.
corriere.it

0 commenti: