venerdì 8 gennaio 2010

JAMES CAMERON TI ACCUSO DI PLAGIO

Un paraplegico si connette telepaticamente con una forma di vita creata artificialmente per procedere in una missione esplorativa su un lontano pianeta. La permanenza su di esso, unita al senso di libertà e forza potenziata del suo «avatar» artificiale lo porteranno a vivere sempre più a stretto contatto con i nativi fino a diventare uno di loro.
Vi ricorda qualcosa? Magari la trama di Avatar, il prossimo, attesissimo film di James Cameron?
E invece si tratta della storia raccontata nel 1957 dallo scrittore danese Poul Anderson nel breve racconto intitolato Call me Joe.

Non crediamo serva sottolineare le evidenti similitudini tra la vicenda di Ed Anglesey, protagonista del racconto di Anderson, e quella di Jake Sully, il veterano di guerra che nel film di Cameron ha il volto di Sam Worthington. È interessante notare, però, che non si tratta della prima volta per il regista americano in tema di «plagi», veri o presunti. Già con Terminator, Cameron si trovò costretto a riconoscere l’esistenza di somiglianze tra alcuni elementi della sua pellicola e due episodi della serie fantascientifica Outer limits scritti da Harlan Ellison. Risultato: Ellison fu aggiunto nei credits del film.
Invece il grandioso film Titanic e un plagio del Titanic, Latitudine 41 Nord(1958)
-La scena del iceberg e uguale identica nel inquadratura.
-Durante l'affondamento, un uomo indugia prima di mettersi in salvo, corre attraverso il salotto di prima classe e chiede al progettista Thomas Andrews: "Non ha intenzione di provare a salvarsi, Mister Andrews?". Questa sequenza venne replicata parola per parola nel film Titanic di James Cameron, dove i due protagonisti Jack Dawson e Rose DeWitt Bukater prendono il posto dell'uomo del film di Baker. In realtà, fu uno steward l'ultima persona a vedere Andrews vivo, e a porgli tale domanda.
- Bernard Fox che nel film interpreta la vedetta che per prima vide l'iceberg, prese parte anche al film Titanic di James Cameron del 1997, interpretando il ruolo del colonnello Archibald Gracie.
continua.

3 commenti:

DAIDE ha detto...

Da quando Avatar, il film evento dell’anno, è uscito in tutte le sale del mondo, sbancando i botteghini e ottenendo premi e riconoscimenti, è iniziata la corsa alla denuncia per plagio da parte di scrittori, registi e case di produzione di ogni dove, contro James Cameron.

Questa volta è il caso di una casa di produzione torinese, la Lanterna Magica, e del suo cartone animato chiamato “Aida degli alberi” risalente al 2001 e distribuito da Medusa.

A svelarlo oggi è il quotidiano Cronaca Qui che riprende l’analisi minuziosa della sceneggiatura del film rispetto al cartone torinese effettuata dal mensile Focus, in prossima uscita in edicola il 25 Gennaio.

In un’intervista di CronacaQui con il regista del cartoon fantasy Guido Manuli, autore del lungometraggio la cui trama in effetti presenta alcune somiglianze con il film super-tecnologico lanciato da Cameron, vengono sottolineate le assonanze sospette con la realizzazione del cartone uscito nel 2001 con scarso successo di pubblico. Ecco alcuni punti che fanno sospettare il plagio:

1) L’idea: la contrapposizione di due mondi, uno tecnologico e l’altro naturale, in cui gli abitanti di Petra, popolazione tecnologica senza scrupoli, vuole appropriarsi del prezioso legno di Arborea, grande albero dove vive Aida della foresta, con i suoi fratelli. Il re di Petra si innamora però di Aida e, tra una vicissitudine e un’altra, finisce per passare dall’altra parte. Gli esseri abitanti della foresta erano stati ideati da Manuli come metà uomo e metà felino, ma con la pelle blu. Proprio come gli Avatar alieni di Cameron.

2) Le scenografie: ritraggono la natura della foresta in modo sorprendentemente simile al film del regista americano. Così come lo sono le inquadrature e la particolare visuale adottata nel cartone.

3) La visione naturalistica: il ritratto della società sana e pacifica che è ancora in sintonia con la madre terra, contrapposta con quella tecnologica, fomentatrice di guerre e cattiverie gratuite.

Anche Medusa Distribuzione, oltre alla casa produttrice torinese Lanterna Magica, sta pensando a querelare il fortunato regista americano. Sarà la sete di giustizia o di oro a muovere le azioni di tutti i querelanti che ogni giorno si sentono chiamati in causa nell’annosa questione dell’Avatar-plagio mania? Sarebbe stato lo stesso se la pellicola fosse stata un flop, anzichè un successo multimilionario?

Adesso la parola andrà certamente ai giudici.

DAIDE ha detto...

Avatar è Balla coi Lupi

La verità è che pure James Cameron, che non è un coglione ipocrita, lo sapeva benissimo di averlo già visto da qualche altra parte il suo film, tant’è che lo ammetteva candidamente e sornione, da gran paraculo, nelle decine di interviste che hanno fatto da corollario allo straordinario -quello sì- viral marketing, cui si deve principalmente, a mio avviso, l’incommensurabile successo del film. Cameron stesso dichiarava che Avatar è Balla coi Lupi (1990). E io chi sono per non credergli?

“Yes, exactly, it is very much like that. You see the same theme in “At Play in the Fields of the Lord” and also “The Emerald Forest,” which maybe thematically isn’t that connected but it did have that clash of civilizations or of cultures. That was another reference point for me. There was some beautiful stuff in that film. I just gathered all this stuff in and then you look at it through the lens of science fiction and it comes out looking very different but is still recognizable in a universal story way. It’s almost comfortable for the audience – “I know what kind of tale this is.” They’re not just sitting there scratching their heads, they’re enjoying it and being taken along. And we still have turns and surprises in it, too, things you don’t see coming. But the idea that you feel like you are in a classic story, a story that could have been shaped by Rudyard Kipling or Edgar Rice Burroughs.” (dichiarazione di J. Cameron – fonte: io9.com)

E’ Balla coi Lupi, quindi, ma anche La Foresta di Smeraldo (1985) di John Boorman. Un film della mia infanzia, che non vedo da allora, cui sono ancora molto affezionato. E c’è anche qualcosa di Kipling e Rice Burroughs. Perché non credergli? Perché andare a pescare Pocahontas (1995), sbattere giù il relativo trailer e farsi quattro risate? Il plagio vero e proprio lo vedremo tra poco; qui al massimo si può parlare di intreccio comune e di sicuro successo.
Certo, oltre che Pocahontas, si possono tirare in ballo L’Ultimo Samurai (2003), persino Red Scorpion (1989) dove Dolph Lundgren, sovietico, che tra l’altro ci assomiglia pure a un Na’Vi, essendo roccioso e alto tre metri *che scandalo! Cameron ha copiato anche Dolph Lundgren!* si schiera con gli africani per spaccare il cu*o ai comunisti cattivi, oppressori e invasori.
La trama di tutti questi film e sono sicuro di moltissimi altri, dal successo assicurato (tranne Red Scorpion che costituisce, come da copione, l’eccezione), è sempre la stessa e si può incidere sulle tavole della legge del cinema:

Il guerriero mandato dagli invasori tra i nativi per distruggerli finisce prigioniero di questi ultimi che, però, si dimostrano molto più nobili, fieri, onesti e sinceri rispetto al popolo corrotto e avido da cui proviene; il guerriero finisce per essere adottato dai nativi che lo istruiscono alle vie della virtù, dell’onore e della temperanza e, quando si tratterà di scegliere da che parte stare, egli tradirà moralmente la sua razza per schierarsi con la minoranza più debole, ma ardimentosa che è la sua nuova famiglia.
Esplosioni, combattimenti, sesso & sentimenti, un bel po’ di retorica ambientalista e oscurantista che fa sempre bene e bla bla bla…

Perché James Cameron, che di sicuro non è l’ultimo arrivato e di belle cose ce ne ha regalate tante, si è ridotto al solito canovaccio?
Per i soldi, tanti, quelli della produzione e per i soldi, tantissimi, che sta incassando e che incasserà in futuro. E per i premi che gli pioveranno sulla testa a iosa, che fanno tanto chic e regista salvatore del mondo.

DAIDE ha detto...

Mi sono scordato L'Uomo chiamato cavallo che e ancora prima di Balla coi Lupi