mercoledì 13 gennaio 2010

Berlusconi: «La crisi economica non consente la riduzione delle tasse»

Il premier dopo il Consiglio dei ministri: «Si impone
però una semplificazione del fisco da fare in un anno»

Silvio Berlusconi (Ansa)
Silvio Berlusconi (Ansa)
ROMA - Annuncia il via libera del Consiglio dei ministri al piano carceri («In passato si sono fatti condoni e amnistie, noi vogliamo creare una situazione che duri nel tempo»). Spiega la rinuncia del governo a presentare il cosiddetto decreto blocca-processi («C'è una sentenza della Corte Costituzionale, e riteniamo che possa essere applicata direttamente senza bisogno di interpretazione»). Lancia una stoccata all'opposizione («Ci accusano di non aver fatto nulla, ma è esattamente il contrario visto che dagli studi fatti emerge che mai nessun governo ha fatto quanto abbiamo fatto noi in 19 mesi»). Ma soprattutto, dopo il dibattito degli ultimi giorni, Silvio Berlusconi approfitta della conferenza stampa dopo il Consiglio dei Ministri per sgomberare il campo da ogni equivoco sulla riforma fiscale: «Con la crisi attuale - è il succo del suo discorso - una riduzione delle tasse è fuori discussione». Il Cavaliere è netto: «Non intendiamo assolutamente introdurci in questa campagna elettorale per le elezioni regionali e amministrative con delle promesse di riduzioni delle imposte».

SEMPLIFICAZIONE - Il premier annuncia però che l'esecutivo sta lavorando per una semplificazione del sistema impositivo: il primo provvedimento di taglio che sarà attuato appena possibile, ma non ora, sarà l'introduzione del quoziente familiare. «Nessuno di noi ha parlato di 2 o 8 imposte - afferma il Cavaliere. - Una semplificazione del sistema tributario e fiscale si impone, ma sarà un lavoro lungo, duro. Anche i commercialisti si mettono le mani nei capelli quando devono interpretare queste norme. Sarà un lavoro lungo e duro, spero possa essere sufficiente un anno, ma è un lavoro improbo che abbiamo cominciato ad affrontare».

NIENTE FOLLIE - Sul tema interviene anche Giulio Tremonti. Il sistema fiscale attuale, spiega il ministro dell'Economia intervenendo più tardi a "Porta a Porta", «non è molto efficace e non è molto giusto». «Io e il presidente del Consiglio - sottolinea - pensiamo sia giusto aprire un grande dibattito. Per essere giusti ed efficienti come paese dobbiamo porci la sfida di un grande cambiamento del sistema fiscale. L'ideale sarebbe un sistema fiscale efficiente e giusto». E la riduzione della pressione fiscale? «Ci troviamo davanti a una fase economica molto complicata e Berlusconi questo lo sa bene. Non possiamo fare stupidate, follie».


GIUSTIZIA E TV - Davanti ai giornalisti Berlusconi torna anche a parlare di giustizia. «Nella riforma che stiamo esaminando - afferma -riproporremo l'inappellabilità delle sentenze di assoluzione di primo grado». E poi: «Quando si parla di processo breve c'è una calunnia e una menzogna di fondo. Con le modifiche che faremo, il processo in Italia resta comunque lungo, tra i più lunghi d'Europa, ma almeno ci saranno tempi certi». Non manca, da parte del premier, una critica a certe trasmissioni televisive che «fanno diminuire l'attenzione e la percezione della politica». «Non a caso l'apprezzamento dei politici e al 7% - spiega - mentre quello per le istituzioni è sempre elevato. Ciò è dovuto ai pollai e alle risse che si vedono sulle televisioni, pubbliche o private che siano». Al termine della conferenza stampa, il premier, dopo aver ribadito di subire continuamente attacchi politici («E sul piano giudiziario - dice - le aggressioni sono parificabili a quelle di piazza del Duomo, se non peggio») si congeda con una battuta in latino: «Non prevalebunt».
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