Repressione in Tibet: "Più di cento morti"
LHASA (Tibet), 15 marzo 2008 - Scontri, repressione, vittime. Più di cento secondo il governo tibetano in esilio, "una decina" per Xinhua, l'agenzia ufficiale di Pechino. Molti dei cadaveri apparterrebbero a civili innocenti, che manifestavano contro le autorità cinesi nelle strade della capitale.
Da Dharamsala (India) il governo del Tibet denuncia l'uccisione o l'arresto "indiscriminati" dei manifestanti e l'instaurazione della legge marziale. La tensione nelle tre regioni del territorio rivendicato ed occupato dalla Repubblica Popolare Cinese dal 1951 resta altissima, e migliaia di tibetani in esilio stanno lasciando l'India per tornare in patria. Il primo ministro Samdhong Rinpoché ha lanciato un appello alla Cina affinché agisca con "compassione".
Da Dharamsala (India) il governo del Tibet denuncia l'uccisione o l'arresto "indiscriminati" dei manifestanti e l'instaurazione della legge marziale. La tensione nelle tre regioni del territorio rivendicato ed occupato dalla Repubblica Popolare Cinese dal 1951 resta altissima, e migliaia di tibetani in esilio stanno lasciando l'India per tornare in patria. Il primo ministro Samdhong Rinpoché ha lanciato un appello alla Cina affinché agisca con "compassione".
1 commenti:
(PS. ... veramente l'ho pubblicato io, cmq non importa ... )
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