LIECHTENSTEIN
Il possesso di un conto corrente in un "paradiso fiscale" non equivale automaticamente ad una confessione di evasione tributaria. La cartella esattoriale scatta però se i redditi depositati su conti esteri fruttuosi non vengono indicati in un apposito prospetto della dichiarazione dei redditi. E, in questo caso, la sanzione può variare dal 5 al 25%: in pratica, l'importo non dichiarato rischia di essere "assorbito" dalla multa del fisco in quattro anni. I titolari di conti all'estero, inoltre, potevano "sanare" l'esportazione illegale utilizzando il cosiddetto "scudo fiscale", previsto negli anni passati, per mettersi in regola pagando una mini-sanzione.
IL CONTO ALL'ESTERO: I cittadini residenti in Italia che posseggono investimenti all'estero o che hanno trasferito da e verso l'estero denaro, titoli di stato e anche beni di valore, devono dichiararlo al fisco. Va in questo caso compilato il quadro RW della dichiarazione "Unico" che richiede, tra l'altro, il codice fiscale del soggetto attraverso cui è stato effettuato il trasferimento e anche l'indicazione dello Stato estero del trasferimento. Obbligatoria è anche l'indicazione di depositi posseduti nel corso degli anni, se questi forniscono redditi che poi vanno indicati negli appositi quadri per essere tassati. Nel caso di mancata indicazione, al di la della provenienza del denaro (cioé se questo sia conseguente ad evasione fiscale o meno), scatta una multa che va dal 5 al 25%.
SCUDO FISCALE: Era l'altra possibilità che nel 2002 e nel 2003 era prevista per mettersi in regola con le esportazioni illegali di capitali, pagando una "tassa" del 2,5% o del 4% sugli importi non dichiarati. La sanatoria era possibile, anche in forma anonima, seguendo due modalità: la prima riportando in Italia i capitali; la seconda mantenendo all'estero ma dichiarandoli. I contribuenti che hanno tenuto i capitali all'estero, però, avrebbero dovuto compilare, nel caso di investimento o di attività estere di natura finanziaria, il quadro RW negli anni successivi all'utilizzo dello "Scudo".
ULTERIORI VERIFICHE: Una volta fatte le verifiche incrociate con le dichiarazioni dei redditi - che già possono portare all'invio di una cartella esattoriale - gli ispettori del Fisco stanno ovviamente verificando quanto dichiarato dai contribuenti con i conti in "paradisi fiscali". E se dovesse emergere che gli importi depositati derivano da guadagni non dichiarati, ovviamente potrebbero richiedere il pagamento delle relative imposte con sanzioni e interessi.
C'é anche Pasquale De Vita, presidente dell'Unione Petrolifera, ex componente del consiglio d'amministrazione dell'Agip e dell'Aci, con un milione di euro, nella lista dei depositi bancari in Liechtenstein. Ci sono diversi manager della sanità e di gruppi farmaceutici, professionisti e imprenditori, anche nomi già comparsi in inchieste giudiziarie. La somma più alta evidenziata è di 476 milioni che sarebbe di Alberto Sergio Aleotti, di 85 anni, originario di Fiesole, alla guida di un gruppo farmaceutico. Vi sono poi un imprenditore di Bolzano, Anton Pchiler con 35 milioni di euro, e Raffaele Carlo Maria Santoro, con 5 milioni di euro, con un passato professionale nell'Eni e coinvolto nel '93 in tangentopoli in una inchiesta che allora era coordinata dal Pm Antonio Di Pietro. Nella lista compare anche il senatore Mario D'Urso con 250 mila euro. Un altro professionista, con 650 mila euro è l'avvocato Tommaso Addario che viene indicato nella lista che è stata all'esame dell'Agenzia delle entrate, coinvolto in passato nello scandalo Italcasse.
MILVA NELLA BLACK LIST
Vi sarebbe anche il nome della cantante Milva, al secolo Maria Ilva Biolcati, nell'elenco dei nomi della cosiddetta black list di presunti titolari di conti correnti nel Liechtenstein, al vaglio della Procura di Roma e della Direzione nazionale antimafia.
Secondo quanto si e' appreso, il nome della cantante, che sarebbe titolare di un conto corrente, comparirebbe insieme a quello di altri personaggi del mondo dello spettacolo e, in particolare, accanto a quello di due attori che ebbero un momento di grande popolarita' attorno agli anni Settanta-Ottanta. Sui nomi della lista sono in corso indagini della Guardia di finanza, oltre che dell'Agenzia delle entrate, per verificare eventuali profili penali. Ma, al momento, gli accertamenti non consentono di azzardare alcuna ipotesi. L'indagine della Procura di Roma verte soprattutto su reati valutari e la stessa Procura della capitale nei prossimi giorni inviera' per competenza territoriale ad una decina di procure del centro-nord, specie in Lombardia, Veneto e Toscana, le posizioni di pertinenza.
''Si', lo so''. Cosi' la cantante Milva ha risposto all'ANSA, che l'ha raggiunta telefonicamente, dopo la diffusione della notizia che il suo nome e' comparso nelle liste sui conti nel Liechtenstein all'esame della Procura di Roma. La cantante non ha voluto aggiungere alcun altro commento.
1 commenti:
Beh, penso che si dovrebbe rendere pubblica la lista dei nomi...almeno per sapere se qualche "furbetto" si è pure candidato alle elezioni..
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