venerdì 14 marzo 2008

Cina - Appello Amnesty

Repubblica popolare cinese: fermiamo le esecuzioni!

Data di pubblicazione dell'appello: 29.02.2008
Status dell'appello: attivo


Ogni anno in Cina, migliaia di persone vengono messe a morte. Non è tuttavia possibile conoscere il numero certo di esecuzioni perché i dati sulla pena capitale rimangono un segreto di Stato. Particolare preoccupazione destano anche il continuo afflusso di denunce su processi irregolari e di natura persecutoria e il massiccio uso della tortura per estorcere confessioni.

Le autorità cinesi hanno recentemente introdotto un’importante riforma, ripristinando il potere della Corte suprema del popolo di riesaminare tutte le condanne a morte. Ciò dovrebbe comportare una riduzione del numero delle esecuzioni e garantire che la pena capitale sia applicata secondo criteri più uniformi.

Tuttavia, la Coalizione mondiale contro la pena di morte (Wcadp) e la Rete asiatica contro la pena di morte (l’Adpan), organismi abolizionisti di cui fa parte Amnesty International, sottolineano che l’impatto di questa riforma potrebbe essere effettivamente valutato solo se vi fosse trasparenza, unica garanzia anche per l’equità dei processi. Per questo motivo, i due organismi chiedono al Congresso nazionale del popolo di abolire il segreto di Stato su tutte le informazioni relative alla pena di morte.

Basandosi su rapporti pubblici, Amnesty International ha accertato che nel 2006 siano state condannate a morte almeno 2790 persone e almeno 1010 siano state le sentenze eseguite. I numeri effettivi sono, senza dubbio, notevolmente superiori.

All’inizio del 2006, Liu Renwen, professore di diritto penale, ha stimato che ogni anno, in Cina, hanno luogo 8000 esecuzioni. La Fondazione Dui Hua, che ha sede negli Usa, ha calcolato, in base a informazioni ricevute da fonti cinesi attendibili, che nel 2006 vi siano state dalle 7500 alle 8000 esecuzioni.

Secondo Amnesty International, il 63% del totale mondiale delle esecuzioni di cui si è a conoscenza ha avuto luogo in Cina.

Il codice penale cinese prevede la pena di morte per 68 crimini, inclusi reati non violenti come l’evasione fiscale, l’appropriazione indebita, la riscossione di tangenti e alcuni reati connessi al traffico di droga.

Alla vigilia della sessione del Congresso nazionale del popolo, che si svolgerà dal 5 al 16 marzo, Amnesty International chiede alle autorità cinesi di fornire statistiche ufficiali sul numero totale di condanne a morte ed esecuzioni e adottare misure che riducano il numero dei reati punibili con la pena di morte, in vista della totale abolizione della pena capitale.

Partecipa alla nostra azione, scegliendo una di queste possibilità:

- Firma on line questo appello


0 commenti: