L'ECSTASY E DEMENZA
L'ecstasy come la demenza: una delle sostanze d'abuso più diffuse fra i giovani provoca nel cervello alterazioni del tutto simili a quelle prodotte dalla demenza, e in particolare quelle che si verificano nella malattia di Alzheimer. Apprendimento e memoria risultano essere le capacità più colpite, anche quando si assume una sola pasticca. Risulta dalla ricerca italiana pubblicata online sul Journal of Neuroscience e condotta nei laboratori del Neuromed, l'Istituto neurologico mediterraneo di Pozzilli (Isernia).
"Facendo studi di neurotossicità dovuti all'ecstasy ci siamo chiesti se l'uso dell'ecstasy potesse determinare un danno ai neuroni", osserva la coordinatrice della ricerca, Carla Busceti. Nello studio, durato due anni, sono state somministrate a topi dosi di ecstasy equivalenti a quelle che hanno effetto sul cervello umano: da una pasticca di 120 milligrammi, come quella che un giovane può consumare una sera in discoteca, a una pasticca somministrata per sei giorni consecutivi. Dopodiché si è osservato che cosa era avvenuto nel cervello.
"Abbiamo osservato delle alterazioni nella struttura che sostiene la cellula, chiamata citoscheletro", spiega Carla Busceti. Il citoscheletro è composto da una proteine organizzate in una struttura molto ordinata, ma l'ecstasy agisce modificando una di queste proteine, chiamata Tau. Di conseguenza la struttura che sostiene la cellula si altera e comincia ad aggregarsi all'interno della cellula formando grovigli del tutto simili a quelli che sono nel cervello delle persone colpite da demenza. Queste alterazioni, prosegue la ricercatrice, sono localizzate soprattutto nella struttura del cervello che controlla memoria e apprendimento, chiamata ippocampo. In altre parole, i "grovigli" della proteina alterata finiscono per bloccare il circuito in cui si formano i ricordi. Basta una pasticca presa una sola volta per provocare alterazioni come queste.
"In questo caso - osserva l'esperta - le alterazioni sono transitorie e reversibili". Lo stesso accade quando la somministrazione avviene per sei giorni consecutivi, anche se in questo caso gli effetti sono prolungati. "Il problema è capire fino a quando questi effetti restano reversibili", dice Busceti. C'é, insomma, una soglia oltre la quale le alterazioni diventano permanenti? E anche nel caso di effetti reversibili, ci sono comunque altre conseguenze che possono comparire a lungo termine? A queste domande cercherà di rispondere la seconda fase della ricerca.
"Ma in ogni caso - rileva la ricercatrice - non ci sono dubbi che quanto abbiamo osservato sia motivo di allarme. Abbiamo visto infatti che, per quanto reversibile, il meccanismo di alterazione delle cellule nervose può essere innescato anche da una sola pasticca". E' plausibile, conclude, ritenere che soggetti che fanno ripetutamente uso di ecstasy, anche in un singolo episodio occasionale, possano andare incontro a serie riduzioni della capacità di apprendere e memorizzare.
1 commenti:
Meditate gente...meditate...
Fra 10 anni, avrenmo le città popolate da zombie....
Ma quello è lo scenario più ottimistico...
Se penso che questi idioti te li ritrovi già adesso a guidare l'auto... e a schiantarsi su quelli che se ne vanno per i cavoli loro...
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