mercoledì 24 marzo 2010

«Rosso per le bestemmie in campo? Violata la libertà di espressione»

MILANO - Le nuove norme decise dalla Federcalcio italiana contro le bestemmie dei calciatori sono una «violazione dei diritti fondamentali per la libertà di espressione». La FifPro, l'organizzazione internazionale che rappresenta i giocatori professionisti, protesta in maniera molto ferma contro il nuovo giro di vite deciso in Italia dalla Figc, che prevede anche il rosso diretto per parole blasfeme e la squalifica - in caso di episodi non visti dall'arbitro - grazie alla prova televisiva. Dall'entrata in vigore delle nuove norme già più di uno gli episodi: i primi a farne le spese sono stati il tecnico del Chievo, Domenico De Carlo, e il giocatore del Parma David Lanzafame

DIRITTI FONDAMENTALI - «Come chiunque altro i giocatori hanno il fondamentale diritto di espressione» spiega sul sito della FifPro Wil Van Megen, avvocato del sindacato internazionale, che sottolinea come anche nel caso delle bestemmie deve valere il principio che «ognuno ha il diritto di dire ciò che vuole, anche se può essere spiacevole». Il legale ricorda inoltre che «in base alle norme nazionali e alla legislazione internazionale, la libertà di espressione può essere rivista soltanto con un atto del Parlamento. Il potere di una federazione sportiva non può essere estesa ai diritti fondamentali. Se la Figc vuole punire questo, lo può fare solamente con l'appoggio del Ministero della Giustizia. Ma vorrei far notare che nessun governo ha fatto qualcosa del genere negli ultimi 100 anni».

CONI - Non si fa attendere la reazione di Gianni Petrucci. «La FifPro ha perso un'occasione per tacere» dichiara il presidente del Coni. Era stato proprio Petrucci a sollecitare un intervento della Figc contro le bestemmie in campo.
corriere.it

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