mercoledì 17 marzo 2010

La fiaba triste di Pingping e i 74 centimetri di vita

He Pingping, 22 anni, l’uomo più piccolo del mondo (certificazione Guinness World Record 2008), è deceduto a Roma lo scorso sabato. Pingping, originario di Wulanchabu, nella Mongolia interna, regione autonoma della Cina Settentrionale, si trovava nella Capitale per partecipare al programma televisivo Show dei record, su Canale 5. Pingping era affetto dalla osteogenesi imperfetta, una patologia alle ossa che aveva limitato la sua crescita: era alto 74,61 centimetri. Secondo una prima ricostruzione l’uomo si sarebbe sentito male durante la registrazione della puntata condotta da Paola Perego, che andrà in onda il prossimo 27 marzo. Ma la produzione ha smentito. Anzi ha precisato di aver insistito affinché Pingping fosse visitato in un ospedale romano. Si attendono gli esiti dell’autopsia, ma si presume che l’uomo sia deceduto dopo complicazioni cardiache. La notizia della sua scomparsa ha fatto il giro del mondo. Ad accampare diritti di successione al record, al momento, è un altro asiatico, il nepalese Khagendra Thapa Magar, alto 56 centimetri, diciotto in meno di Pingping, ma più giovane (è nato nel 1991): dunque in teoria potrebbe ancora crescere. Il primato di tutti i tempi appartiene a un indiano scomparso nel 1997: Gul Mohammed, alto soltanto 57 centimetri.

Un diciottenne nepalese minacciava il record mondiale di He Pingping, fino a sabato riconosciuto dal Guinness World Records come l’Uomo Più Basso Del Mondo, con i suoi incredibili 74,61 centimetri di statura. Sabato Pingping è morto a Roma, dove si trovava per partecipare allo Show Dei Record. Khagendra Thapa Magar — questo il nome del nepalese — non ha fatto in tempo a inficiare il suo primato. Viene però da domandarsi cosa sarebbe stato di Pingping se quelli del Guinness avessero deciso con anticipo di espropriarlo del titolo. L’avremmo ancora visto negli show televisivi in prima serata, presentato come «Il Secondo Uomo Più Basso Del Mondo»? «Secondo? E chi se ne importa del secondo! Fateci vedere il primo!» avrebbe protestato il pubblico. No. Sarebbe tornato semplicemente He Pingping, un ragazzo cinese di ventidue anni affetto da osteogenesi imperfetta, irriconoscibile nella propria età, incomprensibile con la sua voce da pulcino, mostruoso, straziante. In prima media chiesi in regalo il Libro Dei Record e ricordo bene di quanto lo sfogliai avanti e indietro, di quanto mi soffermai sulla pagina dedicata all’Uomo Più Alto Del Mondo e poi, attonito, davanti alla foto dell’Uomo Più Basso e a quella dei Gemelli Siamesi Più Longevi, che avevano lo stomaco e l’intestino in comune e sembravano sprofondati per metà in uno specchio liquido.

Il Libro Dei Record mi suscitava la stessa soggezione meravigliata della carta di Mercatore o del planisfero celeste: era l’atlante degli eccessi del mondo. Era una collezione di assoluti. Perciò, nonostante talvolta mi impressionassero le immagini, non mi stupivo che qualche folle decidesse di frantumare una ventina di angurie con la testa o di rimanere per minuti appeso a dei ganci di ferro conficcati nella pelle. E che lo facesse davvero. Si trattava di pionieri, eroi che si spingevano in un territorio inesplorato seppure per pochi secondi e ne ricavavano in cambio un nome su un annuario. Molti anni più avanti, mi sono imbattuto nello show televisivo del Guinness World Records, in onda su Canale 5. Pingping entrava in scena con i pochi capelli conciati in una cresta e una rosa rossa in mano. Si suppone dovesse recare il fiore a Barbara D’Urso e invece si dirigeva verso il bordo del palco (applauso del pubblico), per poi tornare indietro, disorientato (altro applauso del pubblico). «Per chi è questa rosa, Pingping? È per me questa rosa?» lo incalzava allora la conduttrice, sopra il ritmo cadenzato di altri applausi. E c’era qualcosa di eccessivamente materno nella sua voce, di troppo candido, considerato che si rivolgeva a un ragazzo di vent’anni. Dammi la manina, Pingping. Non è tanto carino, Pingping? Pingping Pingping, lo ripeto ancora e ancora.

È minuscolo già nel nome, non vi sembra? Poi, L’Uomo Più Basso Del Mondo diveniva protagonista di una scenetta a base di ammiccamenti sessuali, che girovagando su YouTube ho intuito essere la cifra della sua presenza nel programma. Pingping che adocchia il seno generoso della D’Urso, le notti focose di Pingping, Pingping che approfitta della sua infelice prospettiva sull’universo mentre viene fotografato sotto le cosce di Svetlana Pankratova, La Donna Con Le Gambe Più Lunghe Del Mondo, che a lui fanno da casetta. Tutto questo fa ridere (fa ridere?), intenerisce. Perché è chiaro che nessuna donna normodotata passerebbe una notte di lussuria in compagnia di Pingping, anzi, da casa sospettano tutti quanti che Pingping non sia affatto in grado di soddisfare una donna. Povera piccola mascotte. Quella volta, prima di cambiare canale, ho pensato alla fiaba crudele di Dumbo, L’Elefante Con Le Orecchie Grandi. I pagliacci lo travestono da neonato e poi lo costringono a saltare dal soffitto di una casa in fiamme dentro una bacinella di fango, con un sonaglio stretto nella proboscide. Grande ovazione del pubblico all’atterraggio. Terminato lo spettacolo, i clown si liberano dei ridicoli abiti di scena e si levano il trucco, Dumbo ha ancora le sue orecchie grandi e le usa per nascondersi.

È vero, He Pingping ha dato un senso alla osteogenesi imperfetta, ha tratto la propria sopravvivenza da un limite, per un soffio è morto da Primo, da star e tutti quanti, alla notizia della sua scomparsa, abbiamo sentito piangere «un pezzettino di cuore», come ha detto Barbara D’Urso intervistata da TgCom. Ma nel teatrino di Canale 5, negli applausi compassionevoli di chi è grazie al cielo dalla parte dei normali, c’era qualcosa di inaccettabile, di penoso, nel senso più proprio del termine. Almeno Dumbo, alla fine della storia, riusciva a volare.
corriere.it

1 commenti:

DAIDE ha detto...

Ma la Perego e una porta sfiga.