domenica 21 febbraio 2010

Festival di Sanremo 2010 - Quinta puntata di sabato 20 febbraio 2010

Si vuole l’inizio coreografico, ma Ezralow va in confusione e si mette a gridare “dimmi quando, dimmi quando”. Grida sconnesse dalla regia, poi lui, vestito da mago, incontra dei bambini sul red carpet e li fa ballare tra loro come un novello pifferaio magico. Si finisce tutti sul palco (in settecento circa), raggiunti dalla bionda padrona di casa, sempre a suo agio con gli under 15. Ma anche con gli under in generale, si tiene giovane lei. Ringraziamenti di rito (più per scaramanzia ormai) e spiegazione del meccanismo (da 10 si passerà a 3, tra cui il televoto sceglierà il vincitore assoluto). Una veloce lettura ai codici e si parte. L’ordine di esibizione, per la cronaca, è stato estratto a sorte.

Valerio Scanu, “Per tutte le volte che…” è il primo ad esibirsi. Il sardo è l’unico cantante in gara ad essersi esibito in ogni singola serata del Festival. Bella voce, come sempre, seppure si sia contato qualche errore di intonazione (cali più o meno vistosi) un po’ per tutto il brano. In conclusione Antonella gli chiede come si faccia a far l’amore in tutti i laghi, “non è che vengono i reumatismi?”. Clap.


Noemi, “Per tutta la vita” ha optato per una sobria mise zebro-leopardata con una collana fatta con le unghie della donna del Guinness dei Primati. Più sorridente e rilassata rispetto alle altre sere, porta a casa un’altra ottima esibizione, lasciando l’impressione di voler dare proprio il tutto per tutto.

Brutto momento per la marchetta di “Tutti pazzi per amore”, con Solfrizzi presentato come un fantomatico superospite mondiale e introdotto con un balletto in stile Jay-oh di cui avremmo fatto volentieri a meno.

Marco Mengoni, “Credimi ancora”. Capelli tirati indietro (che lasciano intravedere una leggera stempiatura) e smoking con rosa bianca d’ordinanza per l’elegantissimo Marco, che sfoggia anche una vena enorme all’altezza della fronte. Il “vincitore del campionato di X Factor” (Antonella dixit) estasia ancora con una performance all’altezza delle precedenti. Boato dalla galleria, dove vengono avvistati anche Milly Carlucci e Max Giusti.

Povia, “La verità”. A inizio esibizione le due violoncelliste si minacciano reciprocamente puntandosi contro l’archetto, mentre la simpaticisssssima Monia Russo ha pensato bene di pettinarsi sostituendo i petardi ai consueti bigodini. La canzone è una di quelle che dal primo ascolto ad oggi hanno guadagnato, a mio avviso, di più. Resta il suo indegno lucrare su temi delicati, ma c’è da riconoscere l’ottima musicalità e il bel testo.

È il momento del tributo a Michael Jackson. Antonella Clerici annuncia il balletto in suo onore (con il coreografo e i ballerini che hanno lavorato per lui per ultimi) con l’aria di chi è appena venuto a conoscenza della sua morte. Bella coreografia, comunque. “Quasi che Michael rivivesse con noi”, dichiara poco lucida la conduttrice.
Noto solo ora, con colpevole ritardo, le plafoniere alle orecchie della conduttrice.

Malika Ayane, “Ricomincio da qui”. Entra sculettando come una modella di Armani, con un look un po’ da Pin-up della Garbatella. Al contrario di chi l’ha preceduta, stasera Malika appare un po’ sottotono: a fronte della partenza delicata urla un po’ troppo sul ritornello e non crea “l’atmosfera” delle altre sere. Molto timida anche lei al momento dell’intervista: tolto il principe quest’anno sembrano tutti umili.

Irene Grandi, “La Cometa di Halley” cambia registro rispetto ai timorati che l’han preceduta e arriva urlando “buonaseraaaa” al microfono. Sembra un po’ la Zanicchi a Musicfarm 2, troppo famosa rispetto agli altri e molto sicura di sé per questo. La sua resta una delle canzoni più belle di quest’anno e ha forti chance in chiave vittoria. La Clerici non si vergogna ad ammettere che le scrivono le domande: “un autore mi ha detto di chiederti…”.

Mi mancavano gli aggiornamenti esponenziali di Antonellina: già 300 mila telefonate arrivate da casa. Avran sbagliato numero.

Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici, “Italia amore mio”. Neanche il tempo di annunciarli e già sgorgano fischi da ogni paese del mondo. “I più discussi, molto odiati ma anche molto amati”, sostiene Antonella. Sì, dai call center sono molto ben voluti in effetti. Pupo non si spiega perché le contestazioni siano arrivate preventivamente. Forse perché la canzone faceva schifo già preventivamente.

Irene Fornaciari e i Nomadi, “Il mondo piange”. Un’altra canzone che (seppur bella fin da martedì) è cresciuta serata dopo serata. Ho rivalutato positivamente la figlia di Zucchero e di Slot dei Goonies, bella voce e buona presenza scenica, in effetti.

Arriva Lorella Cuccarini per la marchetta del suo musical, “Il pianeta proibito”. Partivo con tutte le prevenzioni del caso, ma la scenografia, le coreografie, la danza e la sincronizzazione della Cuccarini hanno reso un’atmosfera incredibile. Veramente tutto bellissimo e inaspettato. A questo punto se mi regalassero due biglietti per andare a vederla prenderei almeno in considerazione l’idea di non bruciarli.

Simone Cristicchi, “Meno male”. Confermo il giudizio che diedi la prima sera: bel testo, in alcuni punti sfiora la genialità, il ritornello è troppo demenziale e abbassa il livello generale del brano. Non è da podio. Nell’intervista Lorella chiede “è vero che volevi andare a Parigi per convincere Carla Bruni a venire?”, lui la gela: “non so se gli italiani sarebbero stati contenti di questo”. Effettivamente no.

Arisa, “Malamoreno” chiude il gruppo delle 10 canzoni finaliste. Boato del pubblico al momento dell’ingresso delle Sorelle Marinetti, di cui ieri abbiamo sentito fortemente la mancanza. Rimane l’unico pezzo in grado di lasciare un minimo senso d’allegria e non d’angoscia, di tristezza, di malinconia o di pena (Pupo-Filiberto, per non fare nomi). Arisa ringrazia tutti e lascia il palco.

Sono solo le 22.30 e sono già state esaurite le esibizioni di tutti i finalisti. Antonella scende in platea e trova un Facchinetti ignobilmente servile: Francesco s’alza in piedi e fa i complimenti alla conduttrice in nome di tutta l’Italia. La Carlucci, anche lei in prima fila, dà voce a un pensiero comune: “alla faccia di ciò che pensavano tutti, è stato un successo”. Antonella ride e conferma di essere stata dello stesso avviso fino a poco tempo fa. L’importante è crederci, insomma.
Due chiacchiere anche con Bianca Guaccero, Pino Insegno, tutti sembrano avere un programma da pubblicizzare e preannunciare. Così, ad occhio, vedo male quello di Insegno.
Improvvisamente sul palco è comparso un esercito di mille persone, che si rivelano essere vari ed eventuali stipendiati Rai, lì per ricevere un applauso inter-aziendale. Un nero pubblicitario ci viene incontro per concludere questo interminabile momento auto celebrativo.

Bisogna ribadire che l’originale è su Raiuno: salgono sul palco i bambini di Ti Lascio Una Canzone, ma le prime due ragazze hanno il microfono spento ed è subito effetto pesce nella boccia. Antonella ferma tutto e le rimanda dietro il led, si riparte. Due voci invidiabili, a onor del vero, su “E’ tutto un attimo” della Oxa, poi è il turno di due ragazzi (uno è Gabriele Tufi, l’altro non lo conosco) e, a seguire, delle talentuose (e già celebri) Veronica Liberati e Simona Collura. Spazio anche per Mario Scucces (dell’anno scorso), per le piccole Viola e Sofia e per Luigi Fronte ed Ernestino (che ormai di simpatico e naturale non ha più nemmeno gli zigomi). Luigino dà della grassona a mamma Clerici neanche troppo velatamente e abbozza un passo di jive (è a Ballando con le Stelline dalla Carlucci), poi la padrona di casa indaga sulle vite private degli adolescenti e si scopre che due stavano assieme ma si sono lasciati. “Però siamo rimasti amici”, dice uno, mentre la bionda alle sue spalle scuote la testa facendoci capire che lo vorrebbe cordialmente morto. Il tempo di ricordare che è “l’originale” e anche i bimbi ci salutano.

Antonella presenta Mary J Blige (una che in patria non vorrebbero neanche per Dancing with the Stars) con il clamore che si riserverebbe a un duetto tra Ratzinger e Lady Gaga. Voce ancora in forma per Meriggei, che viene poi intervistata da Antonella in modalità “come stai? / com’è avere Obama presidente? / hai mangiato?”.

Alle 23.12 Antonella chiude il televoto.

Al ritorno dalla pubblicità la regina del Festival si presenta in modalità gonna-vaporosa-nascondi fianchi. Prima del verdetto c’è tempo per l’esibizione di Tony Maiello, vincitore ieri tra i giovani. Vestito come un Croupier del casinò (aveva comprato la giacca in prospettiva di un fallimento a Sanremo?), ci ricanta “Il linguaggio della resa”, onestamente non certo la canzone migliore tra la Nuova Generazione. Anche oggi Tony gioca a “ciapanò” con le note, ma ormai ci siamo abituati.

Arriva la busta, ma Antonella vuole dire i sette esclusi anziché i tre finalisti. Vanno a casa: Povia, Arisa, Irene Grandi, Simone Cristicchi, Irene Fornaciari, Malika Ayane, Noemi.

Vanno in finale Pupo, Filiberto e Canonici, Valerio Scanu e Marco Mengoni.

Verdetti VERGOGNOSI. L’orchestra è in piedi a protestare, il pubblico in platea seppellisce letteralmente di fischi l’annuncio. Volano gli spartiti degli orchestrali, Antonella è in seria difficoltà. Un Sanremo distrutto sul finale. Il pubblico urla “venduti”, ma Antonella si discolpa: “è stato il televoto”. Filiberto ha affittato ogni dispositivo portatile da Trento a Catania.

Parte la superfinalissima. Il notaio assiste all’estrazione dell’ordine dei 3 finalisti da una palla di vetro. Prima si esibirà Marco Mengoni, poi Valerio Scanu e infine i tre miracolati.

Entra Maurizio Costanzo, che non mancherà di dire la sua sui recenti avvenimenti. Il primo pensiero è per Mike Bongiorno (e parte la standing), poi apprezza la scenografia moderna, poi preme per fare la marketta di Bontà Sua, il nuovo programma in partenza su Raiuno prossimamente. Maurizio intervista degli operai rimasti senza lavoro: uno spaccato della crisi del paese che trova un ottimo bacino d’ascolti nei 10 milioni che staranno guardando il Festival. A metà intervista interviene anche il segretario del PD Bersani (ma che ci fa lì?), ma il pubblico rumoreggia, Costanzo s’arrabbia e zittisce i contestatori, poi prende la parola il ministro Scajola, che riceve anche qualche applauso.
Antonella rientra sul palco e cerca di uscire dai confini della tribuna politica, “questo è il Festival di Sanremo”. Sì, e non è mai stato così dannatamente divertente.

Si torna alle esibizioni.

Marco Mengoni, “Credimi ancora” sembra dispiaciuto, si affaccia sul palco timidamente e chiede scusa. Sei l’unica cosa buona che ci resta, Marco. Canta (sbagliando l’attacco) e scende fino al livello dell’orchestra; Marco dà veramente tutto e si fa sanguinare la bocca. Mamma mia.

Valerio Scanu, “Per tutte le volte che…” entra con l’aria di chi ancora non può crederci. Canta da seduto (forse per contrastare con Marco che ha macinato i chilometri sbattendosi a destra e a sinistra) e lo fa meglio della prima esibizione delle 20.40.

Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici, “Italia amore mio”. Si teme l’aggressione in diretta, vista la mole delle contestazioni. I tre ridacchiano sotto i baffi, in effetti sono state le contestazioni tipicamente italiane a renderli così amati e a trascinarli esattamente a questo punto della gara. Una canzone inutile, fischi copiosi.

La banda dei carabinieri stempera un po’ di tensione, poi Antonella arriva sul palco e all’alba delle 00.32 chiude il televoto per il vincitore. L’orchestra abbozza la gag con le solite “tagliatelle di Nonna Pina”, ma non c’è veramente nulla da ridere. C’è da piangere.

Antonella annuncia il vincitore del premio "Mia Martini" della critica, che viene assegnato a Malika Ayane. Almeno quello.

I finalisti risalgono sul palco. Tutti ringraziano qualcuno, Filiberto le segretarie dei call center. Pupo non molla il microfono e pubblicizza I Raccomandati. Fa anche bene, è il suo momento d'oro.

Busta.

Vince il sessantesimo festival... VALERIO SCANU Eh? Prego?

Sono allibito. Scanu ri-esegue il suo pezzo. Maria piazza un suo concorrente sul gradino più alto del podio per il secondo anno di seguito.

La Clerici ci è obiettivamente rimasta male, a Mengoni ha detto "la tua canzone si sentirà ovunque, diventerai una star.

Finisce qui il Sanremo 2010, Antonella ringrazia e saluta tutti. Messaggi personali per il compleanno della figlia, che compie 1 anno oggi e un "Eddy ti amo" che ricorda molto il "Gigi ti amo" che l'anno scorso fece la (s)fortuna della Tatangelo.

Il regista la richiama in centro studio per farle vedere un video e consegnarle un premio. A cosa, al peso?

Mah.

1 commenti:

Enrico ha detto...

Il mondo piange vorrei sapere per che...Ha vinto il call center di Amici.Poi vi domandate chi sono questi.