martedì 19 febbraio 2008

Psoriasi: studio italiano-disagi psichici per 46% malati, per lo piu' donne

4 commenti:

DAIDE ha detto...

Roma, 14 feb. (Adnkronos Salute) - Macchie e lesioni sulla pelle, ma anche un forte disagio psichico che in molti casi sfocia in sintomi veri e propri, come ansia e depressione. La psoriasi colpisce il corpo e l'anima di chi ne soffre, circa tre milioni di italiani, e troppo spesso i medici non considerano entrambi i lati della medaglia. E' l'allarme che arriva da uno studio italiano, chiamato 'Psychae' (Psoriasis: SurveY for the Control of Anxiety and dEpression), condotto in 39 cliniche dermatologiche universitarie seguendo circa 1.600 pazienti psoriasici e presentato oggi a Roma, in occasione dell'apertura del congresso della Società italiana di dermatologia medica, chirurgia estetica e della malattie sessualmente trasmesse (Sidemast).

Dai risultati dell'indagine, sostenuta da Novartis, emerge che il 46% dei pazienti presenta un disagio psicologico e che l'11% soffre di una vera e propria patologia psichica. In entrambi i casi sono risultate più colpite le donne rispetto agli uomini: il 54% delle rappresentanti del 'gentil sesso' contro il 40% di quelli del 'sesso forte' presenta un disagio mentale, mentre il 17% delle donne contro il 7% degli uomini manifesta una vera e propria sofferenza psicopatologica. E nella popolazione psoriasica, fino al 7,5% dei malati ha pensieri suicidi.

"C'è da notare - ha spiegato Alberto Caputo, ricercatore di Scienze relazionali in psichiatria all'università di Milano - che il malessere dei pazienti spesso non è correlato con l'estensione della malattia sul loro corpo: c'è chi, pur con lesioni minime, soffre profondamente per la propria malattia. Ecco perchè il dermatologo deve valutare la gravità della psoriasi così come l'impatto psicologico che essa può avere, prescrivendo non solo medicinali a uso topico, ma anche terapie considerate 'aggressive' come i farmaci sistemici, se, pur con piccole lesioni, il paziente soffre di ansia e depressione".

Insomma, l'approccio al malato non deve essere 'topografico', cioè basato solo sull'estensione delle lesioni cutanee, bensì 'olistico'. "Il pianeta psoriasi è il pianeta dello stigma - ha sottolineato Mara Maccarone, presidente dell'Associazione per la difesa degli psoriasici (Adipso) - e per i malati diventa il pianeta del disagio psicologico che, per molti, è l'anticamera dei sintomi depressivi. Anche se è ancora radicata la convinzione che sia una malattia contagiosa, oggi il paziente psoriasico è abbastanza supportato: esistono farmaci che consentono di controllare la malattia, anche se l'accesso ai nuovi medicinali biologici è ancora un percorso a ostacoli, e ci sono strutture in tutta Italia dove è possibile rivolgersi. In ogni centro Psocare, però, ci dovrebbe essere anche uno psicologo in grado di affrontare il problema del disagio. Perchè la cura, come la malattia, comincia dalla mente".

madman ha detto...

Bell'articoletto Daide,
devo tuttavia precisare una cosa che a mio parere non è trascurabile: scientificamente la psoriasi è in buona parte dei casi (a parere non solo mio ma anche di acuni studiosi) una malattia psicosomatica e quindi
1 non considero "malato" chi ha la psoriasi.
2 le cure topiche per la stessa sono quasi completamente inutili, visto che comunque una volta interrotte si ripresenta il sintomo.
Il tuo stesso articolo lo dice
-oggi il paziente psoriasico è abbastanza supportato: esistono farmaci che consentono di controllare la malattia-"CONTROLLARE" purtroppo non significa curare, non fidiamoci perciò di tutto quello che le ditte di farmaci ci propinano!!!
Trovo comunque interessante che nei centri da te citati sia presente uno psicologo che possa veramente capire la causa del problema che nella maggior parte dei casi sembra essere di origine psicosomatica; una delle cure infatti che veniva prescritta fino a pochi anni fa era la vacanza al mare e assolutamente non in montagna.
Mentre inizialmente si pensava che raggi UV e iodio compissero il miracolo della scomparsa della sintomatologia dovuta alla psoriasi, oggi si è più portati a credere che lo sviluppo della socialità e della comunicazione che si ha in estate al mare, unita anche al fatto che con l'estate diminuiscono le inibizioni e quindi anche le paure, porti ad un "rilassamento" sia fisico che psicologico che porta alla diminuzione e in alcuni casi alla sparizione completa del sintomo per tutta la durata della vacanza e oltre SENZA L'AUSILIO DI FARMACO ALCUNO.
La vacanza in montagna al contrario (ampi spazi e poca gente) semra schiacciare la psiche umana relegando ancora di più l'uomo nel suo essere piccolo e fragile aumentandone il senso di solitudine, e guarda caso anche i sintomi della psoriasi.

Chiedo scusa per essermi dilungato troppo, e a chi si considera veramente "malato" di psoriasi, ma la valutazione -coscente- e -da più punti di vista- di una sintomatologia è sempre la cosa migliore.
Scusate ancora.

yanmaneee ha detto...

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Unknown ha detto...

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