martedì 26 febbraio 2008

GRAVINA, "ORRIBILE MORTE PER I FRATELLINI"

GRAVINA IN PUGLIA (BARI) -"Abbiamo la sensazione, benché debba essere confortata con i dati tecnici, che abbiano subito un'orribile morte. Per quanto riguarda i due corpicini, dobbiamo confermare ragionevolmente che si tratta di Ciccio e Tore". Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Bari, Emilio Marzano, uscendo dalla casa padronale abbandonata in cui sono

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DAIDE ha detto...

stati trovati i due cadaveri.

Intanto i due carri funebri con le bare dei fratellini di Gravina sono usciti della casa padronale abbandonata dove sono stati trovati i cadaveri. La gente affacciata ai balconi ha salutato con un applauso il passaggio delle bare con i resti di Ciccio e Tore. I corpi verranno portati al Policlinico, dove domani mattina, nell'Istituto di medicina legale dell'Università di Bari, la madre di Ciccio e Tore, Rosa Carlucci, dovrà fare il riconoscimento ufficiale dei resti.

FORSE PER UN PO' VIVI IN CISTERNA
Voci che filtrano tra le maglie degli investigatori, mezze conferme cominciano a delineare nettamente l'ipotesi che i due fratellini possano aver avuto una morte lenta, una morte atroce, peggiore di quella che sarebbe toccata loro se fossero morti a causa della caduta nel pozzo. Da alcuni dati emergerebbe infatti che, per qualche tempo, i bambini possano essere rimasti vivi nella cisterna. I corpi non sono in corrispondenza dell'imboccatura del pozzo, che è larga poco meno di un metro per un metro. Non sono quindi rimasti fermi dopo essere precipitati giù - gettati o caduti - per i 22 metri del cunicolo che dal terrazzo porta alla cisterna sotto l'edificio. I corpi infatti sono entrambi da un lato, a una distanza l'uno dall'altro di una quindicina di metri. Di qui la ricerca - confermata stamane dal questore - di possibili luoghi di accesso alla cisterna diversi dall'imboccatura del cunicolo sul terrazzo. I due corpi inoltre sarebbero stati trovati rannicchiati, in posizione fetale. Qualcuno azzarda una descrizione, ma, su questa, nessuna conferma: uno con le mani giunte tra le gambe, l'altro col pollice in bocca. Uno dei due corpi certamente non ha le scarpe ai piedi: esse sono slacciate e poste in modo ordinato vicino al corpo. La posizione delle scarpe escluderebbe anche che i corpi possano essere stati spostati da una massa d'acqua piovana penetrata nella cisterna - che attualmente è del tutto asciutta - nei due inverni trascorsi dalla scomparsa dei fratellini.

QUESTORE: "LE ACCUSE AL PADRE SONO ANCORA VALIDE"
"L'impianto accusatorio al momento rimane in piedi. Non è una questione di principio perché finora parliamo di indizi molto gravi". Lo ha dichiarato il questore di Bari, Vincenzo Speranza, parlando con i giornalisti in riferimento alle indagini sulla scomparsa dei fratellini di Gravina, aggiungendo tuttavia, tra varie altre considerazioni: "Non mi sentirei di escludere la caduta accidentale".
"La magistratura - ha proseguito il questore - ha avallato ipotesi investigative e sufficienti indizi di colpevolezza nei confronti del padre dei ragazzini, e poi c'é tutta una serie di contraddizioni". Tornando all'ipotesi della caduta accidentale, Speranza ha poi aggiunto che comunque "é difficile che si possa essere verificata un'ipotesi del genere anche perché i fratellini non erano proprio piccolini che non si rendevano conto del pericolo".

DAIDE ha detto...

FRATELLINI GRAVINA, SU FRANCESCO SEGNI DI FRATTURE
"C'é qualcosa sul corpo di Francesco. Non abbiamo però completato, su Salvatore non abbiamo neppure iniziato. Per quello che vediamo noi le fratture sono solo alle gambe". Lo ha detto Vito Romano, uno dei due medici legali (l'altro è Francesco Introna) incaricati dalla Procura di Bari dell'esame autoptico sui resti di Francesco e Salvatore Pappalardi. Romano ha risposto in questo modo ai giornalisti se gli chiedevano se sui corpi c'erano segni di frattura da caduta. "Non abbiamo fatto ancora questa indagine" ha detto Romano a chi gli chiedeva se sui corpi c'erano segni di violenza. "Abbiamo fatto gli esami radiologici. Nei prossimi giorni completeremo con una risonanza magnetica e con ulteriori indagini radiologiche per poi fare l'autopsia vera e propria". Riferendosi ai tempi degli esami, Romano ha risposto: "Abbiamo 30 giorni di tempo. Il 31 marzo dobbiamo depositare la relazione. Penso che restituiremo anche per quella data i corpi". Romano ha poi aggiunto che per quanto fatto fino ad oggi "non si può dire se siano finiti lì vivi (Francesco e Salvatore, ndr). Daremo una risposta all'esito dell'autopsia. Sarà un lungo lavoro".

"CICCIO, CADUTO PER PRIMO, HA CHIESTO AIUTO A TORE"
"Probabilmente nella cisterna è caduto prima Ciccio, perché ha quasi certamente una frattura alla gamba sinistra. Ciccio può aver chiesto aiuto al fratello Salvatore, che è finito nel pozzo nel tentativo di soccorrere Francesco". E' la ricostruzione di Angela Aliani, difensore del papà dei due fratellini. Secondo il legale, i ragazzini sono caduti mentre giocavano in una stanza interrata della vecchia masseria. Lì si trova uno dei tre accessi al pozzo. Il legale ha spiegato che Francesco, "dopo essere caduto nel cunicolo del pozzo, si è trascinato per mezzo metro fino a raggiungere la cisterna". Lì è stato trovato il suo corpo. "Il cadavere di Salvatore - ha aggiunto - era a circa 15 metri di distanza, vicino ad una parete della cisterna dove si trova anche un davanzale alto un metro e mezzo. Sul davanzale sono state trovate le scarpe di Salvatore, una scarpa di Francesco e la t-shirt di Salvatore. Per terra, sotto il davanzale, si trovava il giubbottino verde di Ciccio". Il fatto che Francesco non avesse la t-shirt - secondo alcune fonti - prova la morte per assideramento che fa sentire al soggetto la sensazione opposta.

"Sotto il davanzale sul quale sono state trovate le scarpe e la t-shirt - ha spiegato il legale - erano accatastati uno su l'altro dei tufi: questo perché il davanzale è posto ad un'altezza di un metro e mezzo mentre Salvatore è alto un metro e trenta". Il fatto che almeno Salvatore abbia riposto le scarpe sul davanzale fa ipotizzare alla difesa che il ragazzino sia rimasto per ore in vita nella cisterna: ha avuto infatti la possibilità di sfruttare il raggio di luce che entrava per vedere il davanzale. "Su una parete della cisterna - ha aggiunto il legale - c'erano segni di unghiate".


LA MADRE HA RICONOSCIUTO I CORPI
La mamma li ha riconosciuti: i corpi recuperati nella cisterna di Gravina in Puglia sono quelli dei fratellini Francesco e Salvatore Pappalardi. Il riconoscimento, fatto stamani nell'Istituto di medicina legale del Policlinico da Rosa Carlucci, è il primo atto ufficiale della giornata. Il secondo è la presentazione dell'istanza di scarcerazione di Filippo Pappalardi, in carcere dallo scorso novembre, accusato del sequestro e dell'omicidio dei figli. La richiesta è stata inoltrata dall'avv.Angela Aliani all'ufficio gip.

"Sta male, molto male": Carmelo Molfetta, il legale che assiste Rosa Carlucci, è lapidario nel descrivere lo stato della donna al termine del riconoscimento. Un cordone di agenti di polizia ha cercato di impedire a giornalisti e operatori tv di avvicinarsi a lei, che era accompagnata dal compagno, Nicola Nuzzolese.

Cominceranno oggi gli esami radiologici sui corpi di Francesco e Salvatore Pappalardi, ha detto il medico legale della Procura Francesco Introna, che assieme al collega Vito Romano eseguira' tutti gli accertamenti.

Il quesito principale al quale i consulenti dovranno cercare di rispondere è se Ciccio e Tore siano finiti già morti nella cisterna o invece - come è sembrato verosimile ieri - siano morti di fame, freddo e sete. Gli accertamenti dovranno anche riguardare elementi come l'eventuale presenza di residui di cibo nello stomaco, che potrebbero aiutare a far comprendere quando è sopraggiunta la morte.

Importanti anche l'esame dei vestiti, di piccoli oggetti nelle tasche, per ricostruire le ultime ore. Contemporaneamente alle fasi del riconoscimento, il difensore di Filippo Pappalardi ha presentato istanza per la scarcerazione dell'uomo, rinchiuso nel penitenziario di Velletri (Roma). L'avv.Aliani ha tra l'altro sottolineato l'assenza di indizi e di esigenze cautelari che giustifichino la detenzione.

DAIDE ha detto...

GRAVINA, PAPPALARDI IN LACRIME ESCE DAL CARCERE
BARI - Filippo Pappalardi, il padre dei due fratellini di Gravina, è uscito dal carcere di Velletri, dopo che il giudice ha disposto gli arresti domiciliari. L'uomo ha varcato la soglia del carcere asciugandosi le lacrime con un fazzoletto a bordo di un'Audi A6 di colore blu scuro.
Pappalardi può inquinare le prove e reiterare il reato (di abbandono): per questo motivo nei suoi confronti il gip Giulia Romanazzi ha disposto i domiciliari ritenendo l'uomo "immeritevole del beneficio della scarcerazione". Esaminando i comportamenti tenuti dall'indagato, la cui personalità viene definita estremamente negativa, il giudice scrive che Pappalardi continua ad avere "la pervicace ed ostinata volontà", manifestata anche nel corso dell'ultimo interrogatorio, di "gelosa custodia della propria colpa". Inoltre in lui è assente "qualunque segnale di ravvedimento operoso, persino all'esito di un accadimento così terrificante, qual è stato quello del ritrovamento cadaverico dei propri figli; per cui neppure 'il senso di colpa' è riuscito ad avere la meglio sull'esigenza di tutela della propria linea difensiva (ovviamente finalizzata a scagionare se stesso)".

Il giudice ritiene che Pappalardi possa inquinare le prove sia perché sono in corso indagini sia perché sta per essere compiuto un incidente probatorio per raccogliere il racconto del teste-chiave; "poiché Pappalardi - ragiona il gip - ha offerto pessima prova in ordine alla capacità di astenersi da comportamenti 'contaminanti ed adulteranti', anche per questa ragione appare immeritevole del beneficio della scarcerazione". "E' pur vero - conclude - che l'ambiente familiare è stato 'istigatore'; tuttavia, la presenza di due ragazze non figlie naturali dell'indagato e protette dalla Ricupero, e di una bambina in età ancora precoce per provocare reazioni aggressive, inducono a ritenere che la detenzione domiciliare non sia del tutto inconfacente".

GIP MUTA L'ACCUSA
Viene posto ai domiciliari per il reato di abbandono seguito da morte (art.591 comma 3 del codice penale) Filippo Pappalardi per la tragica fine dei suoi due bambini. Lo ha deciso il gip del tribunale di Bari Giulia Romanazzi. Il giudice considera venute meno le contestazioni di sequestro di persona e occultamento di cadavere mosse dalla procura con l'arresto dell'uomo, nel novembre 2007.

L'art.591 del codice penale si occupa dell' "abbandono di persone minori o incapaci" e riguarda "chiunque abbandona una persona minore degli anni quattordici, ovvero una persona incapace, per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia, o per altra causa, di provvedere a se stessa, e della quale abbia la custodia o debba avere la cura". Al comma 3 dello stesso articolo, il codice penale prevede la pena della reclusione da uno a sei anni "se dal fatto deriva una lesione personale", e da tre a otto anni "se ne deriva la morte". "Le pene sono aumentate - si conclude - se il fatto è commesso dal genitore, dal figlio, dal tutore o dal coniuge, ovvero dall'adottante o dall'adottato".

L' "abbandono seguito da morte" è il reato nel quale il gip derubrica per Filippo Pappalardi l'originaria contestazione di duplice omicidio, considerando invece cadute le altre due accuse di sequestro di persona e di occultamento di cadavere. E' detto nel provvedimento depositato oggi dal gip Giulia Romanazzi, sulla richiesta di scarcerazione di Filippo Pappalardi.

ABBANDONO PERCHE' NON DENUNCIO' SCOMPARSA
La nuova ipotesi di reato avanzata dal gip - abbandono di persone minori o incapaci seguito dall'evento morte - si basa su un ragionamento che parte dal presupposto che Ciccio e Tore, la sera della scomparsa, il 5 giugno 2006, furono visti da un testimone mentre salivano sull'autovettura del loro papà, Filippo Pappalardi. Vi è l'abbandono - ha spiegato in sintesi ai giornalisti il presidente della sezione gip, Giovanni Leonardi - perché l'indagato solo due ore dopo essere stato visto con i figli ha raggiunto il commissariato di polizia, senza fare alcuna denuncia. La denuncia di scomparsa fu presentata il giorno dopo dalla mamma di Ciccio e Tore, Rosa Carlucci, mentre l'indagato si recò invece, come ogni giorno, al lavoro.

GIP, RAGAZZINI SFUGGIRONO A PADRE
Fu Filippo Pappalardi ad avvistare per l'ultima volta Ciccio e Tore in piazza delle Quattro Fontane la sera della loro scomparsa, il 5 giugno 2006: ma "i bambini, verosimilmente, per sottrarsi alla consueta aggressività paterna e ad una prevedibile consequenziale punizione, avrebbero istintivamente preferito la fuga". Lo scrive il gip Giulia Romanazzi nel provvedimento di 32 pagine con cui ha concesso gli arresti domiciliari all'indagato derubricando il reato di duplice omicidio e occultamento di cadavere in abbandono di minori seguito dall'evento morte. Pappalardi - scrive il gip - avrebbe inseguito i figli a bordo della sua autovettura, ma li avrebbe "definitivamente persi di vista (verosimilmente in zona Via Ianora, cioé proprio lungo quella strada che insistentemente, ma tardivamente, il Pappalardi ha invocato, attribuendo l' avvistamento non a se stesso ma ad altre persone)".

GIP, PADRE PENSO' A RAGAZZATA
Filippo Pappalardi credeva che la fuga di Ciccio e Tore fosse attribuibile ad "una temporanea ragazzata", quindi "é plausibile" che l'uomo abbia cercato i figli "soprattutto nella zona vicina a via Ianora" in cui i ragazzini erano fuggiti alla vista del loro papà. Lo scrive il gip Giulia Romanazzi nel provvedimento di arresti domiciliari notificato a Pappalardi. "In questa stessa prospettiva - argomenta il giudice - non appare per nulla casuale" il fatto che Pappalardi si recò al Roxy bar per un cambio di moneta, perché il bar si trova su una strada perpendicolare a via Ianora e quasi incredibilmente parallela a via della Consolazione", dove sono stati trovati, il 25 febbraio scorso, i cadaveri dei fratellini. Secondo il gip, "in questa prospettiva non è del tutto casuale" che Pappalardi "abbia fornito plurime e variegate versioni sul primissimo percorso intrapreso".