FRANZONI IN CARCERE, PG CHIEDE L'INDULTO
FRANZONI IN CELLA,VEDRA' FIGLI SEI VOLTE AL MESE
PRIMO GIORNO IN CARCERE SORVEGLIATA A VISTA DA DUE AGENTI
(Di Leonardo Nesti)
BOLOGNA - Da quando è in carcere, alla Dozza di Bologna, Anna Maria Franzoni ha un unico pensiero, i suoi bambini. Lo aveva detto anche ai carabinieri che ieri sera l'hanno arrestata e lo ha ribadito ai dirigenti del carcere bolognese, che però l'hanno parzialmente rassicurata. Annamaria potrà vedere Davide e Gioele, di 12 e 5 anni, sei volte al mese. Il primo giorno di carcere, per Anna Maria Franzoni, è trascorso fra gli adempimenti
burocratici, le visite mediche di ingresso e un lungo colloquio con lo psicologo, che ha valutato anche possibili inclinazioni depressive o suicide. Chi l'ha incontrata in carcere è stato colpito dal suo sguardo che non ha lasciato trasparire nessuna emozione. Jeans, maglia scura, scarpe basse, capelli curati, è stata alloggiata in una cella singola dove, per il momento, è sorvegliata a vista da due agenti. Con quello sguardo perso nel vuoto, "come se non accadesse a lei", come ha commentato un avvocato bolognese che l'ha incontrata, in mattinata, nei corridoi del carcere. Nel suo primo giorno nel carcere bolognese dove è reclusa per scontare la condanna di 16 anni per l'omicidio del figlio Samuele, Anna Maria non ha potuto incontrare nessuno, nemmeno il suocero, Mario Lorenzi, arrivato con un borsone per lasciarle un po' di effetti personali e che, uscendo dal carcere, non ha avuto la forza di rivolgere né una parola né un gesto ai giornalisti che lo stavano interpellando. Nel pomeriggio due consiglieri regionali, Paolo Nanni (Idv) e Gabriella Ercolini (Pd), hanno visitato il carcere, ma non sono riusciti ad incontrarla. Sono stati loro a riferire della sua sistemazione e dell'assicurazione, data dalla vice direttrice del carcere, della possibilità dei sei incontri mensili con i figli. "Per il momento - ha detto Nanni - non ha avuto nessun contatto nemmeno con le altre detenute. E' stata sistemata in una cella singola, anche se non grandissima. Sono sicuro che sarà trattata bene". Lungo la strada che costeggia il carcere, dalla parte opposta all'ingresso delle auto, è stato sistemato uno striscione, colorato da un grappolo di palloncini, con scritto 'Dipingetevi la faccia di un rosso vergogna, liberate una mamma innocente'. A disporlo sono state due persone che non conoscerebbero Anna Maria Franzoni, ma che hanno detto di aver voluto dare questa testimonianza perché convinti della sua innocenza. Anche se non ci sono stati molti contatti con gli altri detenuti, il clima, nei suoi confronti, non sarebbe di particolare ostilità. Prevarrebbe, fra gli ospiti della Dozza, un sentimento di compassione. Il suo arrivo ha, naturalmente, movimentato la vita del carcere bolognese: una pattuglia di polizia penitenziaria è stata impegnata per tutto il giorno a tenere a distanza telecamere e fotografi, mentre ieri sera quasi tutti i detenuti hanno fatto le ore piccole davanti alla tv per seguire i programmi di approfondimento che le principali reti hanno dedicato al caso Cogne ed alla loro nuova compagna di carcere.
COGNE: A RIPOLI TORNA DAVIDE,INTORNO SILENZIO RABBIOSO
DON MARCO, 'NON DICO NIENTE, SONO COSE TROPPO INTIME'
(Dell'inviata Michela Suglia)
RIPOLI SANTA CRISTINA (BOLOGNA) - Sono i bambini del paese che giocano a pallone o corrono dietro ai cagnolini gli scampoli di normalità a Ripoli Santa Cristina. Compreso Davide, il primogenito di Anna Maria Franzoni che nel pomeriggio, con un elicotterino in mano, è tornato nella casetta di fronte alla sua, quella dell'amica Elisabetta Armenti. La stessa dove ieri ha salutato la mamma, portata via dai carabinieri dopo la condanna della Cassazione per l'omicidio di Samuele. Per il resto, il borgo sull'Appennino bolognese si é chiuso in un silenzio rabbioso e carico di delusione. Riserbo assoluto da don Marco, il parroco del paese che ieri é corso dalla mamma di Cogne subito dopo il verdetto. "Mi trovo a Roma per un corso, sarò a Ripoli domani - ha spiegato ai cronisti via cellulare - ma non dico niente. Sono cose troppo intime, preferisco tenermele per me". No comment anche su Stefano Lorenzi, il marito di Anna Maria, e sul futuro dei bambini. A chi gli ha chiesto quando il compagno di Anna Maria potrebbe raccontare qualcosa di questa brutta storia, il prete ha risposto: "Credo che debba passare tanto, tanto tempo prima che possa parlarne". In silenzio per tutto il giorno anche Elisabetta Armenti. L'amica che, in nome dell'innocenza di Anna Maria, aveva creato un comitato, dopo il verdetto finale ieri sera è crollata. E dopo l'arresto è scoppiata in lacrime sfogandosi con gli amici più intimi e urlando contro i giudici. A invocare silenzio in mattinata è stata anche Ilaria, una delle sorelle della donna che è in carcere da un giorno. Anche lei, raggiunta al telefono, si è limitata a dire: "Non mi chieda niente, grazie". Stesso copione con i genitori di Stefano Lorenzi. Nonno Mario è arrivato a Ripoli in mattinata, poi un salto al carcere di Bologna dove è entrato con un borsone azzurro in spalla (all'interno c'erano probabilmente vestiti per la nuora, presi precedentemente da casa da due amiche). Dei nipotini nessuna traccia, fino al pomeriggio, quando è spuntato Davide accompagnato da un'amica di famiglia. Ma senza Gioele, forse da qualche parente. Nessuna voglia di parlare nemmeno a Monteacuto Vallese, il paesino dei Franzoni, pochi tornanti di distanza da Ripoli. Non lo fa Giorgio, il papà di Annamaria: verso le 10 ha sceso velocemente le scale della sua villa e si è infilato in macchina in direzione dell'agriturismo che gestisce con la famiglia (illuminato e aperto). Bocche cucite anche nell'unico minimarket del paese. Meglio parlare del tempo o degli acciacchi degli anziani, piuttosto. Poche battute ma piene di delusione, invece, dalla titolare di un albergo-ristorante alla Sterlina, località a pochi chilometri da Ripoli, che conosce bene i Franzoni. "Qui se avessero fatto un referendum, anche con voto segreto, almeno il 60% della gente avrebbe votato per l' assoluzione di Annamaria. In ogni caso, nonostante i dubbi", ha detto l'albergatrice. "Domenica scorsa Anna Maria è venuta a mangiare la pizza qui con la famiglia. Mi sembrava tranquilla. E io ho pensato 'Meno male che ha quel marito, non ci sono tanti uomini cosi'".
1 commenti:
Non siamo noi, gente comune a poterci permettere di giudicare l'innocenza o la presunta colpevolezza di una donna.
La morte di un bambino è diventato un fatto mediatico senza il rispetto per la sofferenza e per i protagonisti di tale vicenda.
Ho sempre guardato e continuerò a guardare con ostilità ciò che scrivono i giornalisti senza tenere conto di quello che l'opinione pubblica sostiene, la quale, gran parte delle volte giudica, punta l'indice, basandosi solo per ciò che sente dire.
Certe vicende mi toccano in particolare, in quanto la mia professione futura sarà quella di essere una criminologa.
E come tale, da professionista, mi baserò sui dati di fatto.
Una buona domenica e grazie ancora per essere passato dal mio blog.
Manuela.
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