sabato 19 aprile 2008

Giovannino Guareschi

(Popolis.it)
Parma - Chi ha più di cinquant'anni se li ricorda bene Don Camillo e Peppone. Per tanti quei due strani personaggi diventarono idoli con tonaca e baffoni. Quanto ci piaceva veder correre Fernandel-Don Camillo in bicicletta su e giù per i grandi argini del Po. E quanto ci sbalordivano i baffi di Peppone. E quel crocifisso parlante? Chi se lo dimentica più! E non sapevano, noi piccoli ignoranti, che dietro quella coppia formidabile c'erano altri due indimenticabili baffoni: quelli di Guareschi, Giovannino Guareschi.

Partono il 19 aprile con una mostra, le celebrazioni per il centenario della nascita di Giovannino Guareschi. La 'festa di compleanno' con l'inaugurazione di un museo e di un monumento si terra' dall' 1 al 4 maggio a Fontanelle di Roccabianca (dove l'autore della saga di Don Camillo e Peppone nacque l'1 maggio 1908), proseguira' in giugno a Brescello, in provincia di Reggio Emilia, con una rassegna cinematografica dedicata al 'Mondo piccolo', e si trasferira' poi a Bologna con mostre, incontri e retrospettive. In novembre Parma dedichera' a Guareschi un convegno internazionale che indaghera' sulle molteplici forme attraverso cui si espresse: letteratura, cinema, giornalismo, grafica. Il centenario si chiudera' a Busseto.

Guareschi si e' sempre definito un umorista, e la mostra di Parma (Galleria San Ludovico, fino al primo giugno) ripropone il suo primo giornale umoristico, Bazar, e poi 'Straparma', 'La Cometa', e le testate su cui pubblicavano i suoi maestri, da Latino Barilli a Erberto Carboni a Cesare Zavattini. Zavattini in particolare influenzo' la sua formazione, e lo invito' a collaborare a 'Il Tevere', uno dei piu' importanti quotidiani nazionali dell'epoca, e alla 'Gazzetta di Parma'.

GuareschiLa rassegna riscostruisce l'ambiente culturale e letterario parmigiano tra la fine degli anni Venti e l'inizio dei Trenta, quando nei caffe' letterari si incontravano Pietro Bianchi e Attilio Bertolucci, e racconta una citta' di provincia con i suoi personaggi tipici, i cambiamenti sociali, il gusto dello sberleffo. Il visitatore e' accolto da un'immagine di Parma disegnata da Guareschi nel 1929, con i vigili che volano in mezzo a palloni aerostatici e ragazze abbordate da giovani in aereo.

La biblioteca Palatina ospita una collaterale con i numeri unici satirico-umoristici parmigiani, mentre il Castello dei Burattini propone le caricature realizzate da Guareschi e da altri artisti conterranei.

Con questa mostra inedita la città di Parma celebra uno dei più amati scrittori italiani, famoso in tutto il mondo per aver inventato personaggi immortali come don Camillo, Peppone e il Crocifisso che parla. L’evento si inserisce all’interno delle celebrazioni dedicate a Guareschi, nato a Fontanelle di Roccabianca nel 1908, ed è accompagnato da due eventi collaterali che si terranno al Museo Il Castello dei Burattini e alla Biblioteca Palatina di Parma. Tutte le esposizioni sono realizzate in collaborazione con Club dei Ventitré e MUP Editore, e sono a cura di Giorgio Casamatti e di Guido Conti.

Figlio di una maestra elementare e di un rivenditore di macchine agricole, Giovannino studia e si forma a Parma. Convittore del Collegio Maria Luigia, frequenta in seguito da esterno il Liceo classico Romagnosi anche se la sua vera scuola saranno i caffé letterari parmigiani, la tipografia Fresching di piazza Ghiaia - dove si stampavano la “Gazzetta di Parma” e i giornali umoristici - e le strade della città, che Guareschi attraversa in bicicletta facendo l’umile mestiere del cronista.

La mostra documentaria “Giovannino Guareschi. Nascita di un umorista” sarà la prima tappa di una serie di eventi destinati a celebrare il centenario della nascita dello scrittore emiliano, e intende riscoprire le origini e la formazione culturale di uno straordinario umorista, che ha raccontato il mondo con la parola scritta e il disegno satirico. I numeri unici satirici e i giornali umoristici della goliardia parmense che si pubblicavano dai primi del Novecento e che sopravvissero al fascismo, sono la tradizione su cui si forma Giovannino.

Esposte le testate su cui pubblicavano i suoi maestri, da Latino Barilli a Erberto Carboni, da Cesare Gobbo a Carlo Bisi e Cesare Zavattini, che tanta parte avrà nella sua formazione, riconoscendone il talento e invitandolo a collaborare a “Il Tevere”, uno dei più importanti quotidiani nazionali degli anni Trenta, e alla “Gazzetta di Parma”. Su questa straordinaria tradizione Giovannino Guareschi inventa il suo primo giornale umoristico, “Bazar”, di cui usciranno otto numeri.

Il percorso espositivo ricostruisce l’ambiente culturale e letterario parmigiano tra la fine degli anni Venti e l’inizio degli anni Trenta, quando i caffé letterari della città rappresentavano il vero luogo d’incontro tra pittori, artisti, scrittori di diverse generazioni.

Parma, in questi anni, può essere riconosciuta, insieme a Milano e Firenze, una delle capitali della cultura italiana in cui si formeranno personalità di primo piano nel campo dell’arte, come Erberto Carboni, Attanasio Soldati, Carlo Mattioli, Remo Gaibazzi, del giornalismo come Pietro Bianchi, della letteratura come Antonio Delfini e Attilio Bertolucci, del cinema come Cesare Zavattini.

Il 1929 rappresenta un anno di passaggio con la partenza di Zavattini dalla città, la diaspora di alcuni intellettuali, la recente fusione della “Gazzetta di Parma” con il “Corriere Emiliano”, il crollo di Wall Street e la crisi economica che si riflette in provincia ma è anche l’anno in cui Giovannino comincia a lavorare come grafico disegnando le testate dei suoi giornali umoristici. “Bazar”, “Straparma”, “La cometa” rappresentano una vera palestra per Guareschi e sono fondamentali per capire l’apporto innovativo e originale che Giovannino darà alla redazione del Bertoldo quando, nel 1937, si sposterà a Milano.

“Giovannino Guareschi. Nascita di un umorista” è una mostra divertente che racconta una città di provincia con i suoi personaggi tipici, i cambiamenti sociali, con il gusto dello sberleffo e della presa in giro che la caratterizzava. Accoglie il visitatore un’immagine di Parma, la città della sua giovinezza, come Guareschi l’ha sognata nel 1929. Ricorda la Metropolis di Fritz Lang, è elicoidale, moderna e favolosa così come la disegnano gli architetti futuristi che immaginano città moderne con grattacieli svettanti verso il cielo.

Qui c’è tutto il nostro Giovannino, che immagina i vigili che volano in mezzo a palloni aereostatici, gelatai con clacson il cui suono ricorda la parola “Krafen” e deliziose ragazze abbordate dai giovani in aereo. C’è anche un cinese che vende collanine a “due lile” e una prostituta volante.

I giornali umoristici a cui collabora negli anni Trenta ospitano caricature di personaggi parmigiani: orologiai e avvocati, amministratori e federali, bellone e donnine allegre. Il mondo di Giovannino è quello della sua città, che qui rivive, in cui abbiamo ritagliato le sagome dei suoi personaggi, ripopolato i Caffè letterari, raccontato di giovani intellettuali, pittori, artisti ricchi delle loro idee e della loro intelligenza ma “poveri in canna”. C’è il mondo della società bohémienne parmigiana... un mondo che, nonostante la dittatura, era apertamente proiettato verso la modernità e impegnato nella difesa della libertà di espressione.