martedì 6 aprile 2010

Gente che ha vinto milioni di euro e poi e morta in miseria

Il fornaio inglese e gli altri milionari improvvisi finiti in miseria

Le storie - Due torinesi si amavano da poveri, li ha separati la lotteria

«I soldi se li è presi il diavolo»
La sfortuna bacia i vincitori

Il fornaio inglese e gli altri milionari improvvisi finiti in miseria

Keith Gough con la moglie Louise ai tempi della vincita
Keith Gough con la moglie Louise ai tempi della vincita
ROMA — Improvvisamente ricchi, per sempre infelici. Perché anche vincere alla lotteria può rivelarsi una vera disgrazia. Com’è capitato all’ex fornaio inglese Keith Gough. Cinque anni fa aveva centrato un jackpot da 9 milioni di sterline (oltre 10 milioni di euro), si era comprato villa e Bmw, stipendiava giardiniere e autista. L’altroieri è morto d’infarto a 58 anni, triste, solo, senza più moglie, amici e soldi, sperperati in scommesse, alcol, truffatori e accompagnatrici. Piangeva: «La lotteria mi ha rovinato la vita».

Non per guastare la Pasquetta al giovanotto foggiano di 23 anni in gita a Termoli che ieri con 5 euro al Gratta & Vinci ne ha presi 500 mila, ma di sfortunatissimi fortunati ne abbiamo parecchi anche nostrani. Per l’emigrante Salvatore Spampinato, i 4 miliardi di lire del Superenalotto diventarono un incubo. Carico di soldi, tornò nell’estate del 1998 nella sua Gela, ma ad accoglierlo trovò non striscioni ma i boss che pretendevano congruo contributo. Per invogliarlo, incendiarono casa del suocero. Andò peggio a Salvatore Ferrante, falegname baciato dal Totogol (3 miliardi e 300 milioni di lire) e ammazzato a colpi di pistola in un garage a Palermo. Stessa città, altra storia. Quella dell’infermiere che centrò il 5 + 1, rottamò la 127 e si presentò in clinica con la Mercedes. E presto furono botte, minacce, persecuzioni, versamenti forzosi ai mafiosi del posto. «Maledetti soldi, mi hanno rovinato la vita».

Ritrovarsi di colpo nababbi dà alla testa. Un settantenne di Castiglione delle Stiviere, convinto che la vincita gli avesse attirato il malocchio, prese a martellate moglie e figli. Se l’è goduta poco Rocco Corrado, pensionato di 74 anni di Amendolara, morto d’infarto l’anno scorso pochi giorni dopo aver messo in banca 1 milione al Gratta & Vinci.

Nemmeno ai celebri 99 sistemisti di Peschici (63 miliardi di lire nel 1998) è andato tutto bene. Un reportage di Oggi ripercorre le disavventure dell’improvvisamente ricco Matteo D’Aprile: i compaesani (chi sennò) gli hanno incendiato l’auto, un’altra gliel’hanno rubata, la moto gettata in un cassonetto. Un investimento sbagliato, un incendio nel podere e i soldi, racconta mamma Maria, «se ne sono proprio iuti (andati), se li è presi il diavolo». Matteo è tornato a raccogliere olive. Iella sul collega di sistema Giovanni Tavaglione. Il suo locale è bruciato e pure la villetta.

Ci pensi bene Caterina Gentile, 45 anni, disoccupata di Reggio Emilia, che una settimana fa credeva di aver vinto 34 milioni al Superenalotto (ma la Rai aveva mandato in onda i numeri dell’estrazione precedente) e ora ha fatto causa. La dea bendata nel 2000 ha rovinato la vita a Salvatore e Maria, 57 e 43 anni, operaio lui, domestica a ore lei, Paperoni a Torino col Superenalotto da 11 miliardi e rotti. Erano poveri ma si volevano bene. Con i soldi arrivarono pure i guai. Sono finiti in tribunale a litigarsi i soldi e si odiano. Lui meno: «Se tornasse con me, sarei pronto a dividere, potrei avere donne bellissime ma la amo ancora».
CORRIERE DELLA SERA

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