mercoledì 28 gennaio 2009

CONFINDUSTRIA: 250MILA POSTI A RISCHIO

ROMA - ''Duecentocinquantamila posti di lavoro a rischio nei prossimi sei mesi, a partire dagli operai''. Le organizzazioni del settore delle costruzioni e dell'impiantistica che fanno capo a Confindustria lanciano insieme un allarme per le infrastrutture. Chiedono al governo di aprire un confronto per mettere a punto insieme un ''piano straordinario di rilancio infrastrutturale'', che hanno gia' impostato, e che intendono presentare al ministro Altero Matteoli. Come ''misura di emergenza'', indica il vicepresidente di Confindustria per il settore, Cesare Trevisani, le imprese del settore chiedono l'avvio in tempi strettissimi delle opere immediatamente cantierabili. Un pacchetto di interventi che richiede 7-8 miliardi di spesa pubblica, pari allo 0,5% del prodotto interno lordo, per aprire subito 167 cantieri (al 30-35% grandi opere, per il resto medio-piccole). Ogni miliardo di spesa pubblica - e' stato spiegato nel corso di una conferenza stampa - puo' salvare 23mila posti di lavoro. Poi serviranno ''misure strutturali''


MARCEGAGLIA: ALLARME INFRASTRUTTURE, FARE DI PIU'
ROMA - Per le infrastrutture ''bisogna fare di piu''': le risorse pubbliche per i cantieri nel 2009 e le misure prese dal governo nell'ambito del decreto anti-crisi ''sono insufficienti''. Il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, sostiene cosi' l'allarme lanciato oggi dalle associazioni di settore. All'importanza ''di recuperare il gap infrastrutturale con gli altri Paesi'', ha sottolineato la leaderd egli industriali - si e' aggiunta oggi, ''in tempi di crisi'', la necessita' di rilanciare la spesa pubblica nel settore delle costruzioni perche' ''e' una delle leve migliori per dare una spinta alla domanda'' e dare ''una risposta anticiclica'' alla debolezza dell'economia. Ed e' ''importante - come hanno chiesto oggi tutte le associazioni di settore del sistema di Confindustria - partire dalle opere immediatamente cantierabili'' perche' cosi' l'effetto volano sull'intera economia ''e' immediato''.

Confindustria, con tutte le singole associazioni del settore delle costruzioni e dell'indotto, lavora a ''proposte per interventi che rendano la realizzazione delle opere piu' veloce, piu' efficiente, piu' efficace'', sottolinea il presidente di Confindustria riferendosi alla richiesta - avanzata questa mattina - di aprire un dialogo con il governo per mettere a punto insieme una serie di misure gia' delineate dalle imprese. Servono ''iter piu' veloci e risorse adeguate per rendere una serie di opere immediatamente cantierabile''. ''C'e' un problema di risorse che per il 2009 sono insufficienti''. Ed il decreto anti-crisi del governo, che nell'insieme ''e' apprezzabile'', su questo fronte ''e' insufficiente: bisogna fare di piu''', avverte Emma Marcegaglia. Confindustria ritiene ''di importanza strategica gli investimenti nelle infrastrutture sia per affrontare l'emergenza della crisi sia per porre le condizioni per uno sviluppo strutturale ed una crescita solida del Paese''. Investimenti che''sono importanti di per se' perche' il nostro Paese soffre soffre di un gap infrastrutturale importante'', ma lo sono ancora di piu' oggi perche' rappresentano ''una delle leve migliori'' per rimettere in moto l'economia e dare ''una risposta concreta'' alla crisi economica.





TORINO - La crisi del settore auto "é molto seria" ma non riguarda solo Torino ma piuttosto "il sistema Paese" ed è per questo che servono "sostegni economici da parte del Governo" perché nel momento in cui Germania, Francia e altri Paesi danno "massicci" aiuti all'industria dell'auto sarebbe sbagliato "non mettere i nostri produttori in grado di competere ad armi pari". Lo ha detto questa mattina il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, intervenendo alla trasmissione "Mattino Cinque" su Canale 5. "Sono preoccupato - ha detto Chiamparino - anche perché conosco la situazione che è molto seria. L'auto, insieme alla telefonia, credo sia uno dei settori portanti dell'economia italiana a nord e sud. Quando dico a nord non penso solo a Torino. Qui c'é la testa ma certamente il corpo dell'auto non é più a Torino". Sui sostegni al settore Chiamparino ha detto di "essere stato uno dei primi a sollevare la questione". "Ho sentito che si parla di 300 milioni - ha detto il sindaco - e mi sembra poco visto che Sarkozy in Francia mette cinque miliardi. C'é un problema di pari opportunità in campo internazionale".



IERI INCONTRO A PALAZZO CHIGI TRA GOVERNO E VERTICI FIAT
TORINO - Sergio Marchionne, Luca Cordero di Montezemolo e John Elkann hanno incontrato a palazzo Chigi il governo ieri, alla vigilia del tavolo dedicato alla crisi del settore automobilistico, mentre le prime indiscrezioni sull'entità dell'intervento messo a punto per il settore auto - 260 milioni di euro - suscitano perplessità nel mondo politico.

Dopo i timori espressi dallo stesso amministratore delegato del Lingotto sui 60.000 posti a rischio nel comparto, nelle fabbriche sale la preoccupazione e gli operai di Pomigliano d'Arco bloccano la circolazione stradale. Ad attendere i vertici della Fiat, a Roma, ci sono i ministri Giulio Tremonti (Economia), Claudio Scajola (Sviluppo Economico), Maurizio Sacconi (Welfare) e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Sulla crisi del settore auto "il governo apra gli occhi e decida", sollecita il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, che invita l'esecutivo "a convincersi che non può affrontare crisi come quelle attuali con misure tampone come ha fatto finora".

Quanto all'allarme sull'occupazione, Epifani non ha dubbi: "Non deve stupire che c'é una sintonia di valutazione, perché Marchionne sa com'é la situazione. Quanto ha detto corrisponde a quello che abbiamo detto già noi". Chiede interventi a tutela della produzione e dell'occupazione il segretario generale dell'Ugl, Renata Polverini, la Uil sollecita risorse per l'innovazione e incentivi a sostegno della domanda. Nel governo, il ministro per la Semplificazione Legislativa, Roberto Calderoli, insiste a ribadire il suo "no ad interventi in aiuto solo di una singola azienda", mentre si dice disponibile a un sostegno per l'intero settore. Un comparto che, osserva il sottosegretario alla Presidenza, Paolo Bonaiuti, "rimane sempre uno dei principali componenti della ricchezza nazionale". Per il presidente dell'Udc, Rocco Buttiglione, "260 milioni per il settore dell'auto in Italia sono pochi. La Fiat va appoggiata e la Lega sbaglia". "Alla fine inevitabilmente si farà un favore alla Fiat disponendo degli aiuti, ma creando irritazione in tutti gli imprenditori piccoli e medi", osserva Massimo D'Alema, mentre il leader del Pd, Walter Veltroni, sollecita "sostegni all'auto, ma nella direzione di un rinnovamento ecologico" e invita "a non isolare la crisi dell'auto da quella del sistema industriale". Pierluigi Bersani, ministro dell'Economia nel governo ombra del Pd, chiede che con gli aiuti "si eviti di fare danni".

Gli annunci di chiusura temporanea degli stabilimenti diffusi da tutti i principali gruppi automobilistici fanno prevedere, in base all'analisi dell'istituto Ihs, un calo della produzione in Europa nel primo trimestre dell'anno. Il gruppo Fiat dovrebbe subire rispetto allo stesso periodo del 2008, un taglio del 19% alla produzione, mentre nella Ue il calo dovrebbe attestarsi al 25% con una perdita globale di 950 giorni lavorativi. A Piazza Affari, in attesa del tavolo di Palazzo Chigi e degli annunci del governo, il titolo Fiat, nonostante il parziale recupero in Borsa del comparto, chiude in calo dell'1,14% a 3,67 euro.

3 commenti:

DAIDE ha detto...

Se le cose vanno male si parte sempre dai operai perché non vi tagliate lo stipendio politici.

cieloeinfierno ha detto...

concordo..

purtroppo chi si trova con un contratto determinato o per cooperativa.. non può fare altro che aspettare..

buona serata e felice mercoledi

Kylie ha detto...

Concordo Daide, io inizierei dall'alto. Se le cose vanno male sarà almeno una volta colpa di chi dirige?