sabato 23 agosto 2008

Quando osservi qualcuno, lo sguardo si sofferma su...


La teoria che gli occidentali focalizzano più facilmente la loro attenzione sull'individuo, mentre la civiltà orientale rivolge lo sguardo al gruppo trova adesso un nuovo supporto scientifico.

Una volta si credeva che il modo in cui le persone riconoscevano e osservavano i volti altrui, fosse un comportamento comune a tutto il genere umano, a prescindere dalla razza o dalla cultura.

Negli ultimi anni, tuttavia, numerose ricerche hanno rivelato che gli occidentali e gli orientali sviluppano una percezione del mondo e dell'ambiente assai diversa.

I primi infatti sarebbero più concentrati sui dettagli individuali, mentre gli asiatici focalizzano l'attenzione nel rapporto tra i particolari.

E' stato dimostrato, ad esempio, che nel leggere l'espressione del volto di un uomo, alle cui spalle vi siano altre persone, mentre un americano si concentra sulla figura in primo piano, il giapponese coglie anche i tratti delle persone retrostanti, per poter meglio distinguere il soggetto interessato.

Per capire come la cultura di appartenenza influenzi il modo in cui riconosciamo i volti delle persone, gli scienziati hanno confrontato il movimento degli occhi di 14 osservatori caucasici e 14 orientali.

L'esperimento è stato condotto monitorando il moto delle pupille sullo schermo di un computer dove apparivano dei volti, attraverso un sistema di eye tracking.

La ricerca è stata recentemente realizzata presso il dipartimento di psicologia dell'Università di Glasgow.

«Abbiamo scoperto che esistono notevole differenze su come i soggetti appartenenti alle diverse culture muovono il proprio sguardo» spiega Roberto Caldara, il ricercatore che ha condotto lo studio, in un articolo pubblicato su Live Science.

«L'esperimento ha rilevato che mentre gli occidentali tendono a fissare la propria attenzione su singoli dettagli, quali gli occhi o la bocca, gli asiatici soffermano lo sguardo sul naso, ovvero la parte centrale del viso, quella che consente di avere una più estesa visione d'insieme».


La differenza è imputabile a questioni genetiche?
Niente affatto, si tratta di comportamenti che si formano nel contesto sociale e culturale in cui cresce un individuo.
La natura 'sociale' dello sguardo è infatti confermata, ad esempio, dal fatto che in diverse culture asiatiche guardare una persona direttamente negli occhi è indice di grande maleducazione.

Curioso, non trovate anche voi?