lunedì 17 ottobre 2011

SYMPHONY X + PAGAN'S MIND + DGM - Live Club, Trezzo sull'Adda (MI)

In questa ventosa giornata, mentre i Symphony X tornano finalmente a suonare in quel del nostro Belpaese, la nazionale italiana di calcio pareggiava con la Serbia. Per molte persone il calcio è tutto, per altre è solamente un contorno, mentre per alcune è veramente tempo perso: sicuramente tutta la gente presente al Live Club ha dovuto scegliere tra quello che si è rivelato un ottimo concerto e quella che, invece, non è stata una bellissima partita (per quel che mi riguarda la scelta non è stata molto difficile).

Per raccontarvi questa serata comincio dalla location: ci troviamo al Live Club di Trezzo sull'Adda (MI), locale che ancora una volta si dimostra di primo livello e che, ospitando delle band di una certa caratura ed importanti eventi di svariati generi, si attesta tra le migliori realtà della scena live del nostro Paese.

DGM
class="verde">DGM. Il gruppo è riuscito a scaldare il pubblico presente che, fortunatamente per chi ne era parte, ha deciso di non presentarsi solamente all'approssimarsi degli headliner (molte persone indossavano infatti le magliette dei DGM). Numerosi intrecci di chitarra (Simone Mularoni, che ha pure avuto un problema allo strumento, prontamente risolto) e di tastiera (Emanuele Casali) rendono l'ascolto sempre piacevole e coinvolgente, il tutto grazie anche alla convincente prova ed alle interazioni con il pubblico da parte del singer Mark Basile. Un prog complesso ma potente, condito da una carica incredibile ci ha fatto per un momento dimenticare per quale band la maggior parte del pubblico fosse presente: i DGM sono stati un'ottima sorpresa soprattutto per la grande carica che sono riusciti ad infondere in me e nel pubblico del Live Club.

1. Heartache
2. Enhancement
3. No Looking Back
4. ... In a Movie
5. Brand New Blood
6. Hereafter

PAGAN’S MIND
Dopo il cambio palco, si presentano sullo stage i norvegesi Pagan's Mind. Il loro sound risulta meno pesante rispetto ai predecessori DGM, ma un buon coinvolgimento del pubblico non tarda ad arrivare. Unica pecca del loro spettacolo (non imputabile alla band, va detto) è stata la quasi completa mancanza delle tastiere, il cui volume era insufficiente a renderne evidenza. Anche in questo caso il tasso tecnico dell'esibizione è altissimo: il chitarrista Jorn Viggo Lofstad ha mostrato un'ottima dimestichezza sia con le ritmiche serrate che con gli assoli molto veloci e complicati, il bassista Steinar Krokmo (pur essendo un 'bel paciarotto' ed uno dei pochi musicisti metal a presentarsi sul palco con i sandali...) è stato molto efficace e di sicuro impatto, anche considerata la prestazione batteristica di Stian Kristoffersen. Tutta la band sembra divertirsi molto durante la performance (il tastierista, Ronny Tegner, ci ha proprio 'goduto' mentre sollevava le tastiere in una sorta di estasi musicale): i Pagan's Mind sono veramente fortunati a riuscire a suonare con il sorriso sulle labbra (cosa che non tutte le band di un certo livello riescono a fare); questa sensazione si è propagata anche agli spettatori che hanno sicuramente gradito.

1. Contact
2. Eyes Of Fire
3. Intermission
4. God's Equation
5. United Alliance
6. Coming Home
7. Walk Away In Silence
8. Through Osiris' Eyes

I DGM ed i Pagan's Mind non si sono certamente risparmiati: il titolo di 'spalla' sta sicuramente stretto ad entrambe le band! Ma adesso arrivano i...SYMPHONY X
Di bene in meglio...
Finalmente è l'ora dei Symphony X. All'arrivo sul palco della band il pubblico rompe gli indugi (se mai ce ne sono stati) e accoglie gli americani con un tripudio: il Live Club è quasi pieno e le urla riempiono l'aria fino ad inondare tutto il locale. Non me ne vogliano le altre due band, ma subito dalle prime note di Iconoclast si comprende che i Symphony X hanno una marcia in più: tutto quello che sentiamo sui loro album viene riproposto all’ennesima potenza durante i live e questo concerto non fa eccezione. La potenza, la precisione e la complessità dei pezzi vengono esaltate dall’esecuzione del quintetto, che di poco si allontana da quanto suonato in studio. La setlist del concerto, come si poteva ipotizzare, è incentrata sulle tracce dell’ultimo album Iconoclast, di sapore ‘antico’ troviamo poi la canzone Inferno (Unleash the Fire) tratta da The Odyssey e Of Sins And Shadows da The Divine Wings of Tragedy (canzone che ormai è entrata in quasi tutti i concerti dei Symphony X). Dopo la solita piccola pausa, il concerto si conclude con tre pezzi estratti da Paradise Lost: Eve of Seduction, The Serpent's Kiss e Set the World On Fire (The Lie Of Lies), insomma, una chiusura potente e degna del resto del concerto...

…a parte i suoni.
La cosa che mi ha lasciato esterrefatto sono stati i suoni, che ne hanno limitato l’ascoltabilità del concerto (soprattutto all’inizio). All’entrata dei Symphony X sul palco i suoni erano troppo ‘impastati’: la chitarra di Michael Romeo si perde nell’amalgama generale, mentre la cassa di Jason Rullo risulterà, questa per tutto il concerto, purtroppo, eccessivamente alta, tanto da coprire -nei momenti di doppia cassa veloce- quasi tutti gli altri strumenti.
Una volta sistemati i suoni abbiamo assistito ad una prova superlativa: tutti i componenti del gruppo erano in ottima forma a partire dal frontman Russell.

Già, propro Russell: mamma mamma, ho visto Russell Allen, Oh my God!
Sinceramente quello che mi ha colpito maggiormente dell’intero concerto è stato Russell Allen: cantante di incredibili capacità vocali, presenza scenica e con una capacità di interazione con il palco degna dei più grandi. Già all’entrata on stage Russell dimostra di essere molto amato dal pubblico: con pochi gesti e parole riesce ad infiammare ulteriormente il cuore e la voce dei presenti. Nel proseguio del concerto, oltre alla performance vocale priva di sbavature, Russell si è reso protagonista di vari siparietti comici tra i quali la presa in giro di uno spettatore bevitore d’acqua (ricordando a tutti, col bicchiere in mano, che quello che stava bevendo è stato inventato da un suo amico di nome Jack…. Jack Daniel’s!) e l’asciugamano finito in faccia a Micheal Romeo mentre lo stesso stava eseguendo uno dei suoi famosi ed impossibili assoli: Romeo, comunque, ha portato a termine il solo senza alcun problema. Russell ha poi dedicato al pubblico italiano (“i migliori di tutti”) la canzone When All Is Lost (per me la miglior canzone di Iconoclast e del concerto intero).

1. Iconoclast
2. End of Innocence
3. Dehumanized
4. Bastards of the Machine
5. Electric Messiah
6. When All is Lost
7. Children of a Faceless God
8. Heretic
9. Inferno (Unleash the Fire)
10. Of Sins and Shadows

--- Encore ---

11. Eve of Seduction
12. Serpent's Kiss
13. Set the World on Fire (The Lie of Lies)

Mi dispiace molto per tutte quelle persone che non hanno potuto partecipare a questo concerto -e molto di più per quelle che hanno scelto la partita. Tre band che hanno dato tutto per i propri fans: tecnica, velocità, potenza e tanto cuore. Il pubblico presente ha sicuramente gradito ed ha cercato di fare di tutto per far sentire ai musicisti il proprio calore.
Ottimo concerto.

See you next time!

UNA VOCE DA ROMA
Come già avvenuto per il concerto dei Sunn O))), a seguire vi esponiamo brevemente le nostre considerazioni sulla tappa romana del tour. Direttamente dalla penna del nostro Eugenio Usai "Metal4Ever90": a voi la lettura!

Bellissima serata quella a cui ho assistito domenica 9 ottobre all'Alpheus di Roma. Era una ghiotta occasione quella di vedere i Symphony X dal vivo nella mia città ed io, da bravo progster che sono, non me la sono certo lasciata sfuggire.
Tutto inizia bene: i DGM e i Pagan's Mind sono autori di una bellissima prova e l'acustica sembra alquanto buona. Purtroppo è proprio con l'ingresso degli headliner che la qualità dei suoni diventa una barzelletta: i volumi del microfono e della chitarra vengono aumentati a dismisura coprendo del tutto tastiere, batteria e basso e questo penalizza non poco l'incredibile prestazione dei Symphony X, che ci servono sul piatto quasi tutta la violenza dell'ultimo disco (ben 8 le canzoni di Iconoclast eseguite stasera) e le mazzate del precedente Paradise Lost.
Menzione particolare la merita il vocalist Russel Allen: ebbene, state certi che un frontman come lui è dura trovarlo, eccezionale nel divertire e tenere in pugno il pubblico, mentre le abilità canore che possiede le conosciamo quasi tutti.
Insomma, si è trattata comunque di una splendida serata, anche se c'è da dire che non ho mai visto un gruppo headliner trattato come un gruppo di apertura... Eppoi sì, in effetti non ha molto senso alzare i volumi in un localetto di 100 mt quadri con 500 persone circa dentro... Ha senso, direi, se siamo in un'arena tipo l'Olimpico di Roma, o il S. Siro di Milano. Non in un locale abitualmente adibito a discoteca.

Un applauso ai fonici!
metallized.it

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