martedì 8 dicembre 2009

RECENSIONE 30 Seconds To Mars: This Is War

A cinque anni da "A beautiful lie", che li aveva consacrati re della scena emo-frangiomane, il gruppo sbarca con un approccio sicuramente diverso e con diverse frecce al suo arco. Presupponiamo che a mio giudizio siamo ben lontani dal capolavoro "space rock-post grunge" che era stato il primo disco, omonimo, non togliendo che questo "This is War" può potenzialmente attirare a sè sia i fan storici che coloro che si erano affezionati alle melodie catchy del secondo lavoro.

Cosa emerge? Sicuramente, prima fra tutte, la voce di Leto, che dimostra e conferma un gran talento e una malleabilità invidiabile, passando da acuti "grattati" a dolci sussurri, sfoggiando un registro capace di passare dal rock più duro a un pop ben interpretato. Secondo poi il fratellone batterista, che si rivela sia un grande sperimentatore elettronico sia un player da urlo, che sfodera ritmiche perfette ad ogni situazione e mai scontate. E dulcis in fundo, l'intero album sembra circondato da una grande ispirazione e sperimentazione, anche se, purtroppo, in alcune circostanze non pienamente sviluppato. Tra gli episodi minori dell'LP potrei porre "Alibi", una ballata dolce e orecchiabile, ma già sentita e pure parecchio, oppure "100 suns" trainata da un chorus scontatissimo o infine "Stranger in a strange land", che potrebbe richiamare al primo disco, dico potrebbe perché non lo fa in totalità e annoia parecchio. Spiccano invece il singolo trainante "Kings and Queens", tanto catchy quanto mastodontico e potente, la title track, in cui Leto sfonda le casse con acuti meravigliosi, o anche la chiacchieratissima "Hurricane", che vede il featuring con Kanye West e una buona dose di elettronica. Cito ancora "Search and Destroy", forse un po' meno "pensata" ma altrettanto coinvolgente ed emozionale. Interessantissima poi l'iniziativa del gruppo di campionare migliaia di voci di fan per poi inciderle nei cori delle canzoni (Kings and Queens, Vox Populi), il che fa capire quanto sia importante per loro la partecipazione al di là della musica.

Che dire, Leto e compagni sono tornati più carichi che mai e a quanto pare in vena di stupire gli ascoltatori.
zeandres

5 commenti:

Anonimo ha detto...

A mio avviso è un album stupendo, da comprare e ascoltare più e più volte per apprezzarne la grandiosità..e se si ascolta bene 100 suns e alibi non sono poi così scontate.. :)
Lo consiglio a tutti. Fate un salto su Marte. Provehito in Altum!

DAIDE ha detto...

Un buon album ma le ultime due canzoni non le digerisco.Per me sno solo da riempitivo e si sente.

Federico ha detto...

Ho adorato il primo disco, sperimentale e nuovo, e al contempo carico di cultura di musica rock con rimandi e ammiccamenti a grandi gruppi come nine inch nails e tool;
ho ascoltato molto il secondo che, nonostantela deludente svolta verso influenze emo-pop per nulla spontanea, è un ottimo cd con grandi pezzi...
Questo cd, ragazzi, è totalmente osceno, è INASCOLTABILE.. lo sarebbe fosse di un altro gruppo, lo è ancora di piu se si conosce l'involuzione che questa band ha avuto... da grande promessa di un alternative rock innovativo a gruppo-fantoccio per facili guadagni.. peccato.

Luca ha detto...

Non e male e da ascoltare molte ma molte volte

Anonimo ha detto...

io adoro questo album ... è significativo e coinvolgente lo adoro! dalla prima all'ultima canzone !