domenica 5 aprile 2009

Tumori: Aiom, guarisce 54% malati colon-retto ma screening insufficienti

Roma, 3 apr. (Adnkronos Salute) - Aumentano gli italiani che sconfiggono il cancro al colon-retto: ormai il 54% dei pazienti vince la malattia. Resta però alto il numero dei morti: 18 mila l'anno. "Troppi, a fronte degli screening e delle terapie oggi disponibili". A scattare la fotografia del tumore al colorettale in Italia, e a sollecitare i cittadini alla prevenzione, sono gli esperti riuniti per la XVII Conferenza nazionale dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), in corso a Firenze.

Il nostro Paese - spiega Luisa Fioretto, direttore del dipartimento oncologico dell'Asl 10 di Firenze e presidente del summit - può compiere ancora enormi passi avanti, soprattutto nella diagnosi precoce. L'esempio della Toscana - aggiunge - deve farci riflettere: nonostante l'elevato consumo di carne rossa, uno dei principali fattori di rischio per questo tumore, presenta una mortalità in linea con la media nazionale, con 1.600 decessi l'anno. Non solo: chi si ammala ha più probabilità di sopravvivere (59% gli uomini, 60% le donne)". Le ragioni? "Un ottimo servizio di screening e il coordinamento dei servizi di diagnosi e cura oncologica gestito dall'Istituto toscano tumori". Lo screening copre il 51,4% della popolazione eleggibile, con una lieve prevalenza di quella femminile (52,9% contro il 49,2%).

"Ma solo 6 regioni raggiungono questo standard e, nel Sud, i livelli sono inferiori al 10%", evidenzia Francesco Boccardo, presidente Aiom. "Il nostro impegno come oncologi clinici - afferma - deve essere teso non solo alla ricerca, per individuare terapie sempre più mirate per il singolo paziente, ma anche alla sensibilizzazione delle Istituzioni, per promuovere una vera rivoluzione culturale. E' inaccettabile che vi siano intere zone del Paese in cui di fatto i cittadini non possano sottoporsi ai controlli preventivi, o debbano farlo a loro spese".

La diagnosi precoce rappresenta un fattore chiave per affrontare con successo questa neoplasia, che colpisce 48 mila italiani ogni anno provocando appunto 18 mila morti. Ma altrettanto determinanti sono stati i progressi delle terapie, tanto che la percentuale di pazienti oncologici che guariscono completamente aumenta dell'1% circa ogni 12 mesi. "Fra i trattamenti innovativi, il merito va in particolare ai farmaci biotecnologici - sottolinea Marco Venturini, segretario nazionale dell'Aiom - che agiscono in maniera mirata solo sulle cellule malate, risparmiando quelle sane", ricorda.

"Gli importanti successi ottenuti derivano anche da una maggiore e migliore integrazione fra la terapia medica, chirurgica e radioterapia, sia in pazienti con neoplasia limitata al colon-retto e ai linfonodi che in quelli con metastasi", aggiunge Alfredo Falcone, direttore dell'Unità operativa di oncologia medica universitaria di Pisa e presidente del Comitato scientifico. "Se si interviene ai primissimi stadi, la sopravvivenza è prossima al 100% - assicura - ma anche quando la malattia è più avanzata un'ottima integrazione tra i vari trattamenti, e quindi tra i diversi specialisti, può consentire in alcuni casi la guarigione".

Il tumore del colon-retto sta diventando il più frequente fra i maschi e il secondo nelle femmine. "Purtroppo - riflette Boccardo - è in costante aumento soprattutto a causa del permanere di stili di vita scorretti, in particolare l'alimentazione. Il cancro del colon è infatti direttamente associato ad un'assunzione eccessiva di grassi. Rispetto alle persone normopeso, analisi recenti suggeriscono un incremento di rischio del 15% nelle persone in soprappeso, del 33% negli obesi. In parallelo all'azione nei confronti dei referenti istituzionali, dobbiamo quindi impegnarci sempre più intensamente anche per migliorare il livello di consapevolezza della popolazione".

Secondo gli esperti, il metodo di screening più consolidato è il test del sangue occulto fecale raccomandato a tutti gli over 50, uomini e donne, anche senza fattori di rischio specifici.

"Un numero limitato di casi, pari al 5%, è di origine genetica", puntualizza Falcone. "Per chi possiede una familiarità o altri fattori predisponenti (morbo di Crohn, rettocolite ulcerosa, eccetera) è molto importante eseguire anche la colonscopia. Si tratta di un esame essenziale per la diagnosi precoce del cancro del colon-retto, utilizzato soprattutto per la sorveglianza dei pazienti ad alto rischio e per accertamenti di secondo livello nei casi positivi al test di screening".

Il congresso Aiom, uno dei massimi appuntamenti annuali per l'oncologia italiana, vede riuniti nel capoluogo toscano fino a domani oltre 350 esperti. "Nel corso dell'evento - conclude Fioretto - sarà dedicato ampio spazio alla riflessione sulle migliori strategie e sequenze terapeutiche e, in particolare, alla multidisciplinarietà. Il lavoro integrato fra chirurgo, radioterapista e altre figure specialistiche, con il coordinamento dell'oncologo medico, risulta infatti fondamentale per gestire al meglio questa patologia".

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