mercoledì 22 aprile 2009

Business da 7 miliardi di euro per il falso in Italia. Si rischia la vita con i ricambi auto, il cibo e i farmaci

oma, 22 apr. (Adnkronos/Ign) - Il mercato del falso nel nostro Paese ha prodotto nel 2008 un fatturato di 7 miliardi e 107 milioni di euro. Questo significa che, se si riportasse un tale valore sul mercato legale, si avrebbero una produzione aggiuntiva, diretta e indotta, per un valore di quasi 18 miliardi di euro e un valore aggiunto complessivo di circa 6 miliardi di euro. Sono i dati presentati dal Censis nel rapporto 'Il fenomeno della contraffazione nel mondo e le ricadute sul mercato italiano: gli scenari e le strategie di contrasto'. Dal punto di vista sociale, la sconfitta della contraffazione garantirebbe 129.842 unità di lavoro aggiuntive.

Ma la contraffazione comporta anche perdite per il bilancio dello Stato in termini di mancate entrate fiscali: in base alla stima effettuata, si calcola una perdita tra imposte dirette e indirette, pari a circa 5 miliardi e 281 milioni di euro, il 2,5% del totale del gettito dello Stato per le imposte considerate. L'Italia, si evidenzia nel rapporto, "e' uno dei Paesi che ha piu' da perdere in competitivita' per lo sviluppo del mercato del falso". Perche' ha una struttura produttiva composta per la grande maggioranza da imprese piccole e medio-piccole, che hanno difficolta' ad attrezzarsi adeguatamente per contrastare il fenomeno e perche' ha una significativa quota parte di produzione e di esportazione di prodotti made in Italy e beni di lusso, che sono quelli maggiormente esposti alla concorrenza sleale dei prodotti contraffatti. Questo spiega perche' il nostro Paese, dopo un primo periodo di osservazione e di presa di coscienza del fenomeno, "rappresenti oggi una best practice riconosciuta a livello internazionale per le politiche, le normative, il sistema di contrasto attivati".

Dal danno economico agli effetti mortali. La contraffazione si aggrava enormemente in settori chiave come quello farmaceutico e quello alimentare. Nel primo caso, quello dei prodotti farmaceutici, nel nostro Paese "molto è stato fatto sia a livello normativo che nel sistema di controllo", sottolinea il Censis. Nonostante ciò, si ipotizza una quota residuale dello 0,1% del mercato rappresentato da prodotti contraffatti acquistati via Internet o in canali paralleli, per un valore di mercato, al 2008, di 19,4 milioni di euro. Anche nel settore alimentare si è avuto, negli ultimi anni, "un enorme impegno a livello normativo, di controllo e di contrasto, tendente a ridurre al minimo le falsificazioni". In questo caso va però fatta una distinzione tra il mercato interno e quello internazionale, dove "la fama dei prodotti italiani ha fatto sì che si sviluppasse enormemente il mercato imitativo dell'italian sounding e dove i prodotti falsi circolano sia negli esercizi commerciali che nei ristoranti". Nel nostro Paese, invece, il fenomeno risulta essere più circoscritto e comunque di difficile quantificazione, tanto che si è deciso, anche in questo caso, di adottare una stima prudenziale che porta comunque il valore del mercato dei falsi prodotti alimentari a circa 1.153 milioni di euro.

0 commenti: