sabato 7 novembre 2009

Arabia bombarda per terzo giorno consecutivo ribelli yemeniti

L'Arabia Saudita, particolarmente preoccupata dalla situazione di instabilità in Yemen, ha colpito duramente gli insorti yemeniti che avevano violato le sue frontiere, ma al contempo vuole evitare di farsi coinvolgere nel conflitto in corso nel Paese vicino. Continua a leggere questa notizia

Il più grande esportatore mondiale di petrolio ha molto raramente, per non dire mai, intrapreso azioni militari unilaterali aldilà dei propri confini negli ultimi decenni, preferendo affermare la sua influenza regionale con il benessere e la diplomazia.

Aerei e cannoni sauditi hanno sparato anche oggi, per il terzo giorno, nell'area di frontiera di Jabal Dukhan, nel tentativo di sloggiare i ribelli accusati di infiltrarsi oltre confine.

L'agenzia di stampa ufficiale Saudi Press ha detto che le operazioni procederanno fino a che il territorio saudita non venga "ripulito di ogni elemento ostile".

Il governo yemenita ha negato le notizie date dai guerriglieri sciiti Zaydi, detti anche Houthis, nome del clan del loro capo, secondo cui gli attacchi aerei sauditi sarebbero avvenuti anche sul territorio dello Yemen.

Nelle ultime settimane gli Houthis hanno accusato l'Arabia Saudita Arabia di aver consentito che le truppe yemenite usassero il suo territorio per lanciare attacchi contro di loro e hanno minacciato di rispondere.

Mustafa Alani, un analista della sicurezza che lavora per il Gulf Research Center di Dubai, ha detto che l'avanzata degli Houthis, che già controllano due varchi di frontiera, nell'area di Jabal Dukhan, è stata per i sauditi un punto di non ritorno, ma ha escluso ogni eventuale intervento saudita nello Yemen: "Sicuramente l'intenzione non è quella di andare fisicamente nello Yemen e di interferire nella guerra civile".

I sauditi ricordano ancora l'aspra guerra civile nello yemen dopo il rovesciamento dell'Imam Zaydi nel 1962. All'epoca sostennero i realisti contro l'Egitto, avversario regionale, le cui truppe andarono in aiuto della Repubblica, e furono sconfitti.

Per un altra analista, la britannica Ginny Hill, l'azione saudita suona come un monito sui suoi confini sia per il governo yemenita che per gli Houthis che per la regione. E tradisce anche il timore,. condiviso da altri paesi arabi, per la confluenza di diverse crisi nello scenario yemenita: per la guerra civile al nord, la recessione, il movimento separatista al sud, la percezione che il governo non sarebbe capace di mantenere il controllo a causa di al Qaeda.

Le ali yemenita e saudita di al Qaeda si sono fuse nei mesi scorsi in un singolo gruppo transnazionale che ha usato la stessa rea per infiltrare militanti nel regno.

Intanto, il governo saudita sta costruendo una barriera high-tech lungo i 1.500 km di confine, una rotta di transito per contrabbandieri, trafficanti di droga e migranti, ma è ancora lontano dall'obiettivo.

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