mercoledì 18 agosto 2010

Le sfide folli con la morte in palio

Ci sono tanti modi per morire. Quest’estate se ne sono inventati di nuovi: dentro una sauna a 110 gradi, partecipando a campionati mondiali per premiare chi resiste di più, oppure saltando di notte da un balcone di un albergo, a Maiorca e a Ibiza, per vedere se si riesce a centrare la piscina quattro piani sotto. La regola è dura, ma forse non compresa fino in fondo dai partecipanti: chi sbaglia paga con la vita. Finora è già successo a quattro adolescenti. Giovani che, a tarda notte e a festa finita, hanno provato a fare l’ultimo “colpo”, forse per colpire le ragazze. Oppure così, tanto per farlo, “per vedere l’effetto che fa”, come cantava Enzo Jannacci. Mai come in questi casi, giochi finiti in tragedia. Di modi assurdi per uscire definitivamente di scena, in modo spesso inconsapevole, l’uomo ne ha inventati molti. IL PRETE VOLATO IN CIELO - In testa a questa classifica tragica e assurda è volato un paio d’anni fa Antonio De Carlis, prete brasiliano che, attaccato a mille palloncini colorati, non ha più fatto ritorno sulla terra, almeno quella ferma: il suo corpo è stato trovato in oceano da un rimorchiatore, 100 km al largo dalla costa di Rio De Janeiro. “Un prete nel cielo per aiutare i camionisti” era lo slogan che lanciava la sua impresa di entrare nel guinnes dei primati per “durata di “volo coi palloncini”. La performance era infatti finalizzata a raccogliere fondi per l’associazione “Pastoral Carrettera”, che padre Antonio aveva fondato per assistere i guidatori brasiliani di Tir. Era partito da Paranagua, nello stato di Paranà nel sud del Brasile, per arrivare a Dourados, Mato Grosso, vicino al Paraguay. Ha calcolato male la direzione dei venti ed è volato in cielo non come voleva. Le ricerche sono iniziate subito: dopo tre giorni hanno trovato i palloncini, dopo più di due mesi lui.

I CAMPIONI DELLA MORTE INCONSAPEVOLE - La vita è una gara a eliminazione alla quale, inevitabilmente, tutti partecipano. Montaigne diceva che per giudicare un uomo bisogna aspettare e vedere come muore. Ci sono state infatti delle fini che hanno riscattato un’intera esistenza, e casi esattamente opposti. Ma provare a sovvertire le regole, senza probabilmente
rendersene conto, è un’attrazione che nessuno sa bene spiegare fino in fondo. L’adolescenza, con la sua dose abbondante di incoscienza e di scarsa cognizione del tempo, spinge a mettere a repentaglio la pelle, quasi sempre senza capirlo: difficile immaginare un settantenne fare il salto dal balcone a Ibiza, a meno che non voglia mancare la piscina di proposito. Stupire la ragazza, spaventare la mamma, disobbedire al padre, conquistare il gruppo. Forse è nella miscela di questi elementi che un ragazzo sente la spinta per staccare i piedi dalla balaustra. I campioni della morte “inconsapevole”, salvo eccezioni, sono sempre giovani maschi, protagonisti di combattimenti su auto e moto per spingersi più vicino possibile alla morte e frenare appena prima, per collaudare una capacità virile che dovrebbe dare accesso a quello che si crede un mondo adulto, “dove si sbaglia da professionisti”. Diverso sicuramente il caso del “campione di sauna” russo che è morto bollito dal caldo umido a 60 anni suonati. Lì non c’era sicuramente nessun rito iniziatico da compiere e il mistero del perché sia finito così resta fitto.

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