giovedì 19 agosto 2010

fiorentina Una Viola nera. «Galdiolo malato»

L'annuncio della famiglia: «Giancarlo Galdiolo, 62 anni, ex giocatore della Fiorentina degli anni Settanta, è gravemente ammalato»
FIRENZE - No, lui no, il più forte di quella Fiorentina degli anni settanta che oggi sembra maledetta. Un fisico da far paura, una vera roccia, uno che era soprannominato non a caso «badile» e solo dai compagni «Pappa», per via di una vaga somiglianza con Pappagone (Peppino De Filippo), eroe televisivo di quel periodo. Giancarlo Galdiolo, 62 anni il prossimo novembre, è malato, molto malato. Se ne parlava da qualche mese, gli amici sapevano tutto e tacevano, ma ormai la voce correva troppo e allora la famiglia ha deciso di fare chiarezza convocando per lunedì prossimo una conferenza stampa alla Blu Clinic di Bagno a Ripoli per spiegare la situazione a tutti quelli, e sono davvero tanti, che vogliono bene al vecchio capitano viola. Si parla di Sla, ma mancano conferme ufficiali e nemmeno interessa averne in un momento come questo di grande tristezza. Negli ultimi anni alcuni giocatori della Fiorentina degli anni Settanta e Ottanta si sono ammalati, alcuni di questi sono morti, tanto che la procura aveva aperto un’inchiesta per eliminare i sospetti di doping. La vicenda si è conclusa con l’archiviazione.
Dalla Romagna scenderanno in Toscana i tre figli Alberto, Eleonora e Alessandro, mentre la moglie Maria Rosa resterà a Forlì accanto a Giancarlo, che sta soffrendo in un letto. Tutto è precipitato nello scorso gennaio, all'improvviso, senza nessuna avvisaglia. Fino a quel momento la vita di Galdiolo era stata infatti piena come sempre di sport (segue una squadra giovanile) e di attività varie. Ogni tanto un salto a Pontassieve dal suo storico dentista, che era poi solo una scusa per rivedere la sua Firenze e tuffarsi così nel passato di storie che oggi si tingono ancora di più di giallo. Galdiolo è stato infatti compagno di squadra degli scomparsi Mattolini, Longoni, Beatrice, Ferrante e Saltutti (su questi ultimi tre c'è stata un'inchiesta), tutti morti per cause diverse, ma che è impossibile non collegare tra loro nella disgrazia. E ha giocato anche con Caso, Antognoni e De Sisti, che hanno in qualche modo superato gravissimi problemi di salute. Insomma, una vera e propria maledizione che ora non risparmia uno degli atleti più generosi che abbiano mai vestito la maglia viola. Dieci anni a Firenze, con 229 presenze e appena 3 gol, ma uno memorabile, su punizione. Era il 31 dicembre 1977, la Fiorentina penultima in classifica batteva il Napoli e si rimetteva in carreggiata. Ha vinto una Coppa Italia e una Coppa italo-inglese, ma ha soprattutto partecipato a due delle più incredibili salvezze della Fiorentina, quella del 1971 e quella appunto del 1978, conquistata con un soffertissimo pareggio interno contro il Genoa.

Memorabili i suoi duelli con Riva, Boninsegna e Prati, fermati con le buone o con le cattive, anche perché senza troppe telecamere a far vedere tutto era più facile ricorrere a certi trucchi del mestiere. E' sempre però stato considerato uno duro, ma corretto, un difensore che non ricorreva a provocazioni o particolari cattiverie. Col passare degli anni, Galdiolo è diventato la chioccia dei più giovani, aiutando l'inserimento dei tanti promettenti ragazzi del settore giovanile. Come Moreno Roggi, che ora sta seguendo l'amico con l'associazione degli ex viola e che è salito spesso a Forlì trovando ogni volta una situazione sempre più grave. «Una cosa è certa - ha dichiarato Roggi - qualunque cosa succeda, non lasceremo mai solo Giancarlo neanche per un minuto».
corriere.it

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