Parcheggio incustodito? Paga furto
Cassazione: "Il gestore è responsabile"
Il gestore di un parcheggio a pagamento, anche se incustodito, è comunque responsabile per eventuali furti. A salvarlo dall'obbligo di risarcire non basta il cartello che avverte che la società non ne risponde. Nemmeno se perfino una delibera comunale stabilisce che chi parcheggia lo fa a proprio "rischio e pericolo". Lo ha stabilito la Cassazione: il "contratto di parcheggio" prevede sempre "l'onere della custodia" a carico del concessionario dell'area.
Con una sentenza che consentirà alle assicurazioni che hanno risarcito i furti avvenuti all'interno di parcheggi a pagamento incustoditi di recuperare le somme pagate, e a quanti non sono assicurati di ottenere ugualmente un indennizzo, i giudici della terza sezione civile della Suprema Corte hanno confermato una sentenza della Corte d'appello di Milano che ha condannato l'Atm, l'azienda di trasporto pubblico milanese, a pagare per un Suv "scomparso" da un'area di parcheggio, a pagamento ma senza guardiania, gestita dalla stessa azienda municipale.
In particolare, nelle motivazioni della sentenza 1957 viene sottolineato che "la limitazione di responsabilità, per furto totale o parziale, riportata nell'avviso all'ingresso dell'area di parcheggio, è del tutto inefficace" in quanto costituisce una "clausola vessatoria" e dunque dovrebbe "essere approvata specificamente per iscritto". Nonostante, evidenzia la Corte, l'avviso affisso dall'azienda di trasporto pubblico "richiamasse il regolamento approvato dalla giunta comunale milanese" con una formale delibera. In sostanza "non è necessario l'affidamento del veicolo ad una persona fisica" per far scattare l'obbligo di custodia. Tale obbligo infatti "prescinde dalla presenza di persone addette alla sorveglianza" soprattutto quando, aggiunge la Cassazione, "vi sono sistemi completamente automatizzati per la procedura di ingresso e di uscita dei veicoli attraverso l'uso di schede o biglietti magnetici". Insomma, basta pagare il parcheggio per avere diritto a ritrovare la macchina.
tgcom
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