MARONI: "CATTIVI CON GLI IMMIGRATI CLANDESTINI"
NAPOLI - Non bisogna essere "buonisti", ma "cattivi" per contrastare la immigrazione clandestina: parole usate dal ministro dell'Interno Roberto Maroni che, in Campania, ha sottolineato fra l'altro il valore del 'modello casertano' messo a punto dal Governo contro la criminalità organizzata, annunciando la permanenza dei militari dell'Esercito sul territorio alle prese con la guerra ai Casalesi.
Due tappe per il ministro, in mattinata a Caserta, poi ad Avellino. E proprio dall'Irpinia, partecipando alla manifestazione 'Governincontra', Maroni lancia la linea dura sul fronte immigrazione:"Per contrastare l'immigrazione clandestina non bisogna essere buonisti ma cattivi, determinati, per affermare il rigore della legge". Maroni ha inteso così rispondere "a chi in questi giorni ci ha accusato di fare discorsi da osteria padana".
Già in mattinata, a Caserta per un vertice in prefettura, il ministro aveva affrontato il tema commentando l'aggressione all'indiano bruciato a Nettuno: "E' più grave del razzismo, perché denota la mancanza di principi fondamentali del vivere civile - ha detto Maroni - non è una questione di ordine pubblico, è un qualcosa che chiama in causa la società intera". Espressioni che, nel loro complesso, attirano subito reazioni forti: con il leader del Prc Paolo Ferrero, che gli dà del 'razzista', e Livia Turco, per la quale il ministro "ha perso la testa" e rischia di "incitare all'odio".
Ad Avellino Maroni ha affrontato anche il tema della sicurezza in termini rassicuranti: oggi nel Paese "non esiste un'emergenza" in tal senso. "Gli episodi di violenza degli ultimi giorni sono terribili - ha detto - ma non esiste un'emergenza sicurezza. Il Governo è intervenuto subito, i reati sono diminuiti nel 2008 e questa è la strada che continueremo a seguire. Noi non saremo soddisfatti fino a quando non saranno prevenuti tutti gli episodi di violenza sessuale, ma grazie ai controlli sul territorio che abbiamo predisposto, nel 2008 c'é stato un 9% in meno di reati sessuali".
Il ministro a Caserta ha incontrato il capo della Polizia, Antonio Manganelli, il comandante generale dei carabinieri, generale Gianfrancesco Siazzu, il procuratore di Napoli, Giovandomenico Lepore, il capo della Dda di Napoli, Franco Roberti. "Il modello di pressione e di controllo che abbiamo applicato abbiamo dimostrato che può funzionare e che funziona - ha sostenuto - non era un intervento emergenziale e continuera". Un modello che andrà incrementato, ha spiegato, ed esteso ad altre regioni caratterizzate dalla presenza della criminalità organizzata.
ansa
1 commenti:
Oh per fortuna e un ministro dell'interno perché se era capo dell'esercito vedevi..
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