Festival di Sanremo 5 puntata 21/02/2009 Vince Marco Carta
Si parte sul presto, stasera, la linea gliel’ha data direttamente la Isoardi dalla Prova del Cuoco. Riusciremo a finire entro le due? È il lago dei cigni che apre la finalissima di Sanremo 2009, prima nella versione filmica di Billy Elliot e poi ballata direttamente sul palco. Da qui all’ingresso di una sorta di Gloria Gaynor oversize la nuova versione di Fantasia è pronta per andare in onda.
Il televoto è aperto da ieri (intere famiglie sono già sul lastrico), la prima esibizione è per Arisa, trionfatrice assoluta della finale-proposte di ieri. La sua “sincerità” è destinata a spopolare in tutte le radio. Non capisco se lei è infastidita o compiaciuta degli sguardi della platea che la guardano come un simpatico esperimento genetico e si sbellicano ad ogni sua emissione di fiato.
Bonolis telefona alla Clerici, che ha partorito stamattina e ha avuto la malaugurata idea di rovinare l’atmosfera rivelando il nome (qualcosa tipo Mael, spero fosse un disturbo della mia tv), l’avrebbe tanto voluta sul palco. Anche noi, rispetto a quella che arriverà tra un po’.
L’ordine di partenza è dato dal sorteggio…
Sal Da Vinci è il primo. “Non riesco a farti innamorare”, nostro malgrado, ormai l’abbiamo imparata. Sarà per sfinimento che mi strappa qualcosina più della sufficienza.
Pupo, Belli e Ndour sono i prossimi. Invece di essere eliminati la prima sera sono in finale, mi pare giusto. Fateli anche vincere. In poche sere mi han fatto riabilitare i Farias, ce ne vuole. Assolutamente ultimi.
Eccola, che da sola vale il prezzo del biglietto: Maria De Filippi. Non si fa trovare dietro la porta e scatta la gag del non voler fare le scale da dietro le quinte. Ha paura di cadere, Bonolis la convince ma la musica non le va bene. Finalmente scende, i capelli hanno un po’ quell’effetto post-piscina che non ci si aspetta ad una finale di Sanremo, ma tant’è. È terrorizzata, ma c’è da riconoscerle che nei suoi programmi il massimo della tensione la si raggiunge durante le scelte dei tronisti.
Tocca al simpatico Povia, con che cartello ci delizierà la faccia più strafottente del panorama musicale italiano? Dopo aver gesticolato come un sordomuto opta per un inoffensivo “ognuno difende la sua verità”. E io che speravo in un bel cartello col suo numero di telefono e la promessa di speciali prestazioni.
Maria presenta Patty Pravo. In una parola è mistica, mentre canta sembra che stia lanciando delle rare maledizioni maya.
Si passa a Francesco Renga e alla sua personale rivisitazione del Nessun Dorma. Una voce incredibile, raggiunge certe note con una facilità disarmante. Se arrivasse tra i primi tre sarebbe una bella soddisfazione. Sono un illuso.
Canta anche Laurenti, delle cui doti vocali si sono meravigliati un po’ tutti in queste serate; ed entra il modello della serata, che, per intenderci, è quello che giace nudo sulla barca, nella pubblicità, con un solo slippino bianco.
Marco Carta per l’occasione s’è colorato la giacca con l’uniposca oro. Esibizione così così, anticipa di mezz’oretta la seconda strofa, poi recupera.
Al Bano è già il settimo in gara. Stiamo volando, forse riusciamo a vedere anche Marzullo. La sua lagna sta diventando relativamente orecchiabile, ma è l’abitudine. La soddisfazione di vedere il suo viso rosso per lo sforzo non ha prezzo.
Maria ha cambiato abito. Ora è Cicken Little. Presenta Marco… Masini, credevo sarebbe riuscita a ottenere una doppia esibizione del suo pupillo.
Marco Masini pare essere uno dei favoriti della serata (quindi non arriverà sopra il nono posto). Tutti si son concentrati sulle parolacce, forse hanno un’attenzione selettiva un po’ infantile, la canzone è bella, il testo dice davvero qualcosa. Forse dice troppo.
Fausto Leali non ha portato grandi innovazioni in questo Festival, ma è stato mediamente apprezzato, al punto di arrivare fin qui. Ora fuori, grazie.
Chiudono Alexia e Mario Lavezzi, ossia la canzone più bella rimasta in gara. Ma potrà realmente vincere un duetto anche quest’anno? Ci farei la firma. Lavezzi è stato sorprendente.
Superospite della serata è Vincent Cassel, quello che stuprava la Bellucci riuscendo a soddisfare contemporaneamente le fantasie del pubblico maschile e di quello femminile.
Bonolis stoppa il televoto e fa esibire Ania, la vincitrice di Sanremofestival.59, il concorso web. Scende le scale con un cristal ball della Terra, è alta un metro e ha la faccia di una cinquantenne con la scabbia, ma suppongo sia più giovane di ciò che dimostra. La sua canzone, “Buongiorno gente”, è sconvolgentemente brutta. Questi sì che sono investimenti degni di questo nome.
Bonolis prende tempo, forse sono solo le undici e mezza e neanche Dimmi la verità finisce così presto, si mette a duettare con Laurenti con l’amichevole partecipazione del modello. Non è ancora il momento di proclamare i finalisti, prima si presenta la grande Annie Lennox. Che poi è Alexia tra 10 anni. La traduttrice è Olga Fernando, poi prendetemi in giro quando parlo di “pacchetto De Filippi” eh. Tra l’altro dov’è finita? “Mister Annie Lennox” (Bonolis dixit) ci delizia con una personalissima versione di “Why” e si prende la standing.
Annuncio: in finale Marco Carta, Povia e Sal Da Vinci. Chi vuoi che vinca? Bella domanda, direi l’uragano che deve abbattersi sull’Ariston, ma a sto punto van bene pure Carta e Da Vinci.
C’è l’occasione per dare il premio alla carriera a Mino Reitano. Ritira il premio la moglie, una sorta di buffo incrocio tra un levriero afgano e Viola Valentino, commossa. Gliel’avrebbero dato se fosse ancora vivo?
Si ricanta: Marco Carta è il primo, finalmente Maria lo può presentare. Bravo, vincerai e potrai urlare “ovvintu” piangendo.
Il vero incubo è il ritorno sul palco di Povia. Non è che sentirla troppe volte di seguito fa l’effetto lavaggio del cervello? Magari sarà testata nei gruppi di guarigione per poveri repressi infelici. Ultimo cartello: “ci prendiamo troppo sul serio ;-)”. Sì, è per questo che sei lì.
Chiude Sal Da Vinci, che con quei due c’entra un po’ come i cavoli a merenda. Anzi, c’entra poco in generale.
Bonolis chiede l’applausometro dei tre finalisti (in effetti il livello si è ridotto a quello di una sagra paesana) ed è una caciara indistinta. Un’ovazione del genere a Povia non la si avrebbe avuta neanche nella Germania nazista.
Finale con il canto di Mina, così come si era aperto il Festival lo si chiude. Col suo Nessun Dorma. Che è una speranza a tempo perso, vista l’ora e i protagonisti.
Altri premi: Arisa vince anche quello della critica e quello della stampa, mentre per la sezione big la critica premia gli Afterhours e, assurdamente, il premio della sala stampa va a Povia.
Annuncio: il vincitore della cinquantanovesima edizione di Sanremo è… MARCO CARTA. Il vincitore di Sanremo (arh arh arh) esegue “La forza mia”. La vera trionfatrice è la direttrice d’orchestra donna che ha vinto sia tra i giovani che tra i big. Bonolis saluta tutti, Marco non sa che fare e gira sul palco a mò di cartone animato, brandendo il premio e restando ignorato da tutti.
Bel Sanremo, dopotutto.
/realityhouse
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