MORTO BORLAUG, IL NOBEL CHE HA CAMBIATO IL MONDO
ROMA - Norman Borlaug, Nobel per la Pace nel 1970 per le scoperte in agricoltura, scomparso ieri a Dallas a 95 anni, ha scongiurato con le sue ricerche centinaia di milioni di morti per fame. Con questa motivazione, l'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Nas) gli assegnò nel 2002 uno dei suoi premi più prestigiosi, la Public Welfare Medal. La varietà di frumento resistente alle malattie che aveva messo a punto contribuì ad evitare una catastrofe planetaria che poteva causare, secondo le stime, tra i 245 milioni ed un miliardo di morti. Gran parte delle attuali riserve di frumento mondiali esistono grazie alla tecnica di Borlaug, che permette anche di coltivare il grano in una varietà di ambienti. Intere colture in Messico, Asia, Africa e Sud America sono state trasformate grazie alla disponibilità delle nuove sementi.
Leader della cosiddetta "Rivoluzione Verde", ovvero delle ricerche su nuove tecniche di produzione agricola per combattere la fame e la povertà, Borlaug è stato insignito negli Stati Uniti della Presidential Medal of Freedom e della Congressional Gold Medal, i due più alti riconoscimenti civili del Paese. Solo altre quattro persone hanno ricevuto questi due premi ed anche un Nobel: Martin Luther King, Madre Teresa, Nelson Mandela e Elie Wiesel. "Borlaug ha dimostrato che un essere umano può cambiare il mondo", disse il presidente George W. Bush consegnandogli la medaglia del Congresso nel 2007. Nato nel 1914, nei pressi di Cresco, in Iowa, è famoso soprattutto per aver anticipato le applicazioni che la genetica può avere sulle grandi piantagioni. Fu il primo a sviluppare piante di frumento particolarmente resistenti alla siccità. Gli abitanti di Ciudad Obregon, a Sonora in Messico, dove l'agronomo aveva condotto i suoi primi esperimenti, gli intitolarono una strada per onorarne le scoperte. Le sue posizioni sugli ogm hanno scatenato spesso polemiche: "Sono il male minore che evita a milioni e milioni di persone nel mondo di morire di fame, il punto è che la ricerca deve essere affidata a centri pubblici e non a privati", disse Borlaug in occasione di una sua visita in Italia, nel 2002.
"La storia della terra e lo sviluppo dell'uomo - aggiunse il padre della Rivoluzione Verde - si basano sugli organismi geneticamente modificati. I rischi dell'oggi, se rischi ci sono, devono essere messi sul piatto della bilancia assieme a milioni di vite salvate da morte per fame ed ai chilometri quadrati di terreni sottratti alla deforestazione perché per coltivare secondo le tecniche più recenti basta meno spazio a parità di resa".
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